Flick si dimette, Prodi lo ferma

Flick si dimette, Prodi lo ferma Il Guardasigilli: mi assumo la responsabilità politica della fuga del boss Cuntrera Flick si dimette, Prodi lo ferma Il Polo: sceneggiata. Oggi vertice di maggioranza ROMA. Sull'onda della fuga del boss Cuntrera, Giovanni Maria Flick si dimette da ministro di Grazia e Giustizia con una lettera a Prodi, il quale prima le respinge poi, in serata, dopo un vertice con lo stesso Flick, Napolitano e il capo della polizia Masone, le congela, in attesa del chiarimento che dovrà venire stamattina, nel corso della riunione a Palazzo Chigi, con i capigruppo della maggioranza. Un incontro che dovrà fare il punto «sulla prospettiva dell'azione di riforma del sistema giudiziario». Flick infatti lamenta «l'attenuarsi, anche nella maggioranza, della percezione della necessità e dell'organicità dell'intero disegno riformatore» in materia di giustizia. E' evidente che il ministro non intende passare da capro espiatorio né andare avanti senza il consenso dei partiti di governo. Se lo avrà, come tutto lascia supporre, le dimissioni rientreranno. D'Alema è chiaro: «Non è il momento di dare le dimissioni». Bruzzone, Ceccarelli e Martini ALLE PAGINE 2 E 3

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