UN SISTEMA CHE BISOGNA CAMBIARE di Alessandro Galante Garrone
UN SISTEMA CHE BISOGNA CAMBIARE UN SISTEMA CHE BISOGNA CAMBIARE ECCOCI di fronte a un altro dei «tempi morti» della giustizia: dopo la fuga del «venerabile» Gelli e dei due rapitori sardi, quella di Cuntrera. E sempre sotto il pietoso usbergo di una legislazione balorda, che sembra fatta apposta per il favoreggiamento dei peggiori delinquenti, sotto il pretesto dell'interesse del cittadino alla libertà, ma in realtà facendosi beffe dei più elementari principii del diritto. Una giustizia da marionette, non da uomini civili e onesti: che non possono non sentirsi umiliati e oltraggiati da questa tragica farsa, che sembra escogitata proprio per favorire i criminali. Appaiono ridicolmente vane le solite recriminazioni. E' tutto il sistema vigente da tempo immemorabile, che va messo sotto accusa, e radicalmente corretto. Le dimissioni del ministro della Giustizia Flick, subito respinte da Prodi, erano un atto dovuto. Nella sua lettera al presidente del Consiglio, Flick si è assunto la responsabilità politica di quanto è accaduto, ma ha anche giustamente sottolineato come le continue polemiche all'interno della stessa maggioranza di governo abbiano finora impedito di varare leggi adeguate a fronteggiare questa emergenza. E' inutile, oggi, piangere sul latte versato, mascherarsi dietro facili sofismi, accanirsi contro questo o quel ministro, chiederne le dimissioni. Ognuno reciti il mea culpa: siamo tutti colpevoli. Temiamo che le accese proteste di oggi svaniranno nel nulla. E' facile, troppo facile incolpare soltanto il sistema giudiziario imperante. Chi oggi, dagli scranni più alti, lo accusa, in realtà lo accetta come Alessandro Galante Garrone CONTINUA A PAG. 8 PRIMA COLONNA
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