In tribuna i due fratelli Agnelli di Marco Ansaldo
In tribuna i due fratelli Agnelli In tribuna i due fratelli Agnelli E Bettega: siamo in alto, dobbiamo restarci TIFOSI VIP PESCANTE OSPITE D'ONORE SAMSTERDAM ONO ancora lontani i Grandi Capi juventini. Umberto Agnelli arriverà soltanto nel pomeriggio, insieme con la moglie, donna Allegra, poche ore prima della partita. E ci sarà anche l'Avvocato, come aveva promesso subito dopo la conquista dello scudetto: porterà un ospite sul suo aereo personale, il presidente del Coni Pescante. Chiusano è atteso nelle prossime ore. Giraudo è già ad Amsterdam, ma in un hotel diverso dalla squadra: accanto ai bianconeri c'è solo Bettega. A lui piace assaporare il clima della vigilia come faceva da giocatore. Indossa la tuta come Peruzzi e Del Piero, si sistema in una comoda poltrona dell'hotel Golden Tulip e vive attimo per attimo riti ed emozioni di questi grandi avvenimenti. Da giocatore non ha avuto molta fortuna nei momenti decisivi; da vicepresidente il suo palmares è impressionante. L'attesa della quarta finale da che si è sistemato nel gran- de ufficio di piazza Crimea scivola via fra ricordi e speranze: «La squadra è abituata a questi appuntamenti, sa come arrivarci. Anche se è un peccato che gare di questo tipo arrivino sempre tardi, dopo una stagione di impegni faticosi». E questa che storia sarà? «Una bella storia comunque. Esserci significa che sei sempre in grado di scrivere pagine importanti». La Juve è pronta? «Questa squadra è una macchina che funziona alla perfezione. Arriviamo a questa sfida molto bene a livello fisico e mentale. Ma è la realtà del campo che conta. Noi e il Real siamo sullo stesso piano». Quattro anni di vittorie. Lei ci credeva all'inizio? «Dicessi di si direi una bugia. Era difficile ipotizzare di poter lottare per tutti gh obiettivi. Ora non possiamo inseguire altre vittorie. Da questo momento il nostro obiettivo sarà di mantenerci a lungo su questi livelli. Anche se sarà impossibile essere sempre primi. Il nostro impegno fondamentale era quello di arrivare in alto. Ora dobbiamo restarci». Cosa cambia a vincere da dirigente? «E' tutto diverso. Avrei voluto provare le stesse soddisfazioni da giocatore, ma non giocavo soltanto io. Se vincessimo la Coppa sarebbe il decimo successo centrato. Qui c'è uno zoccolo duro che non molla mai e sono contento che quelli di oggi siano più bravi di chi li ha preceduti. Sono così soddi¬ sfatto che non mi importerebbe se qualcuno mi battesse nella classifica dei cannonieri di Coppa». Di tutti i vostri successi quale l'appaga di più? «Lo scudetto dà sempre una gioia particolare, ma la vittoria di Roma contro l'Ajax è stata particolare. Quel successo è servito alla Juve per non vivere più di ricordi, per sostituire i Cabrini e i Platini». Cambierà molto la Juve del futuro? «C'è un gruppo storico intoccabile. Non faremo operazioni clamorose. Kluivert? Abbiamo grandi attaccanti, per ora non ha alcuna possibilità di venire da noi». Scaramanzie particolari? «Vorrei fare il solito pasto di ogni vigilia, ma c'è il banchetto dell'Uefa e temo che dovrò mettere da parte i miei piccoli riti». E la Superlega si farà? «Speriamo. Non vedo come possa ostacolare il campionato, si tratta di una Coppa allargata». Fabio Vergnano vo, come qualunque professionista quando sa che lo vogliono le aziende più qualificate. Per quest'anno, però, il mio pensiero sarà esclusivamente volto a far bene con la Juve». Un addio a scoppio ritardato. Influii-à sul match? Sì, ma nel senso che Lippi ha una ragione in più per mostrare ai prossimi datori di lavoro quanto funzionano le sue squadre. L'organizzazione di gioco madridista difetta parecchio se la si paragona con la Juve. Il Real parte e arriva allo stesso modo, Lippi invece ha dato ai bianconeri la capacità di cambiare in corsa. «E con la difesa a tre ci ha messi in condizione di esprimerci meglio - assicura Pessotto -. Sembra un modulo più rischioso, invece permette di difendere in cinque quando serve e ài attaccare con più uomini nei momenti giusti». Il modulo a tre difensori sarà adottato ad Amsterdam da una formazione che non riserva sorprese e avrà in Del Piero («più attaccante, più finalizzatore di Raul» secondo Lippi), la stella che a Monaco scese in campo troppo tardi. «Siamo sereni benché l'avversario di quest'anno sia il più prestigioso - ha spiegato Lippi -. Arriviamo in condizioni profondamente diverse rispetto a Monaco con il Borussia: allora vincemmo lo scudetto 4 giorni prima della finale, festeggiammo fino al mattino, andammo a giocare con le scorie dell'euforia ancora in corpo. Questa volta abbiamo avuto il tempo per staccare la spina e risolvere in otto giorni i nostri problemini. Soprattutto allora venivamo da una finale vinta, ora da una finale persa. E c'è una grande differenza». Marco Ansaldo Bettega: «Quattro anni fa non avrei creduto di poter lottare per tutti gli obiet+Ni rna ora dobbiamo fare il massimo per restare in alto»
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