Dalla calunnia si torna indietro? Se lo chiedeva Salomone su Raitre di Alessandra Comazzi
Dalla calunnia si torna indietro? Se lo chiedeva Salomone su Raitre TIVÙ'& TIVÙ' Dalla calunnia si torna indietro? Se lo chiedeva Salomone su Raitre UN viaggio nella giustizia civile: idea conturbante, per la televisione. Ogni cittadino avrà avuto personalmente modo di constatare quanto sia infinita la storia che si ha di fronte quando si incappa in un problema di giustizia civile per l'appunto. E' un ginepraio, le cause si rimandano continuamente, è difficile persino avere la percezione di quello che sta capitando. Benvenuta, dunque, una trasmissione, come questa di Maria Latella su Raitre, dedicata specificamente a tali problemi. Dopo aver deciso di trattare il tema, si saranno chiesti, a Raitre, come trattarlo, per non rischiare di diventare pedanti, pesanti, noiosi. Perché è vero che le persone coinvolte in cause civili sono moltissime, spesso arrabbiate, spesso pronte a lamentarsi per le difficoltà di comprensione della materia. Se però uno cerca di spiegargliela, scattano immediatamente, quasi come riflessi condizionati, la noia, il rifiuto. Pensate un po' il rischio che si corre sul piccolo schermo, con I la necessità di mantenere ritmi I sostenuti, alla ricerca continua di argomenti accattivanti. E così il risultato è stato, intanto, una Latella chiaramente in apprensione, l'altra sera al debutto. I suoi ospiti, Stefano Rodotà, Paolo Galimberti, Vittorio Chiusane», Stefano Magaglieli, Pamela Villoresi, LUli Gruber desideravano parlare, avevano molte cose da dire, ma si trovavano di fronte, una conduttrice pronta a togliere la parola, non per maleducazione, ma per timore di perdere il ritmo, la concentrazione, il filo del discorso. Che era, in effetti, piuttosto impegnativo: lunedì si è parlato infatti di buon nome, di reputazione, di decoro, di dignità. Di privacy e della sua tutela, con il garante Rodotà. Si è parlato dì Enzo Tortora, morto proprio dieci anni fa, si è parlato dell'onorabilità della Juventus e anche delle responsabilità dell'informazione. Galimberti denunciava la mancanza, in Italia, di un tipo di giornalismo investigativo, T.l'Ili Gruber aggiungeva molto opportunamente che non solo non si fa del giornalismo investigativo, ma spesso non si conoscono, o non si applicano, nemmeno i fondamentali del mestiere, tipo verificare le fonti e incrociarle. Un milione e 200 spettatori, non molti, ma, si suppone, attenti: perché qualche disavventura può capitare a tutti, e dalla calunnia non si torna indietro. Subito dopo, sempre su Raitre, «Per un pugno di libri» con Patrizio Roversi ha proposto una seconda serata divertente, con i giochi sui volumi sempre più incalzanti; su Raidue, si parlava del '68 in uno speciale di «Passioni», con interviste a personaggi magici e sconosciuti, ripresi in bellissimi primi piani. Due appuntamenti entrambi da seguire, se si fosse stati ubiqui. E noi ricordiamo il nuovo supplemento della «Stampa», che uscirà sabato 23 e si chiamerà «In Tivù», essendo dedicato alla televisione. I lettori che desiderano collaborare alle due rubriche dedicate a loro, possono scrivere a «La Stampa - In Tivù», via Marenco 32, 10126 Torino; oppure al numero di fax: 011/6568131; oppure alla casella di posta elettronica acomazzi@tin.it. Alessandra Comazzi il
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