De Oliveira: ultimo tango

De Oliveira: ultimo tango De Oliveira: ultimo tango 77 regista balla in «Inquietudine» storie di morte legate dall'ansietà CANNES. Volteggiando con precisa eleganza, allacciato a un'anziana danzatrice, Manoel de Oliveira, il gran regista portoghese che quest'anno compie novant'anni, balla l'ultimo tango: «Adiós muchachos, companeros de mi vida...». E' la sua apparizione in «Inquietudine», il nuovo film con Leonor Silveira, Irene Papas, Diogo Dòria e Luis Miguel Cintra presentato fuori concorso: tre storie sulla morte legate dall'ansietà, tratte da un testo teatrale di Prista Monteiro e da due racconti, uno di Antonio Patricio, l'altro di Agustina Bessa-Luis, narrate alla maniera straniata e meravigliosa dell'autore. «Màtate!», ucciditi, è la prima battuta. Un padre vegliardo vuol convincere il figlio vecchio a sopprimersi, sostenendo che nell'età avanzata si è già morti a metà, che quanto s'è fatto di buono (padre e figlio sono studiosi illustri, glorie na- zionali) viene dimenticato e vanificato nei guasti della vecchiaia, che togliersi la vita è l'unico modo per i vecchi di diventare immortali: «Quello che più impressiona le masse è la morte. Ucciditi!». E poiché il figlio vuole vivere e resiste anche alle offerte di cianuro, il padre butta dalla finestra prima lui, poi se stesso. La seconda storia, l'amore di un dandy per una prostituta destinata a morire «che fa il mestiere con la voluttà d'un cristiano nell'arena», riflette su quel mestiere della bellissima donna e sul prostituirsi quotidiano di chi ha bisogno degli altri e del loro apprezzamento. La terza storia è la leggenda d'una Madre del Fiume dalle dita d'oro e della ragazza che ne prenderà il posto salvandosi dal tormento quotidiano: «Solo i funerali avevano un'aria di verità, nel villaggio che le pareva mostruoso». [l.t.]

Persone citate: Antonio Patricio, De Oliveira, Diogo Dòria, Irene Papas, Leonor Silveira, Luis Miguel, Manoel De Oliveira, Monteiro