Romiti: il modello è la Spagna di Marina Cassi

Romiti: il modello è la Spagna Romiti: il modello è la Spagna «Meno tasse e riparte anche l'occupazione» TORINO. Ridurre la pressione fiscale per aumentare l'occupazione. Questa è l'indicarlone di Cesare Romiti che ha partecipato ieri all'assemblea dell'Amma di Torino. La conferma a questa impostazione Romiti l'ha avuta nel suo recentissimo viaggio in Spagna: «Il capo del governo spagnolo Aznar mi ha spiegato che pensano di ridurre ulteriormente le imposte e va notato che la differenza della pressione fiscale tra Spagna e Italia è di poco meno di 10 punti a vantaggio degli spagnoli: 36% da loro, 44 in Italia». Ha aggiunto: «La Spagna ha avuto un notevole sviluppo: il Pil nell'ultimo trimestre '97 è cresciuto del 3% e nel primo trimestre '98 del 4%. Grazie a questo nel '97 il 60% dei nuovi occupati europei sono stati fatti in Spagna, e l'occupazione è destinata ancora a migliorare». Una ricetta per creare occupazione proprio nel giorno in cui l'approvazione in Francia della legge sulle 35 ore ha riacceso il dibattito sugli effetti della riduzione di orario. Nefasti per il presidente della Federmeccanica, Andrea Pminfarina, che, introducendo l'assemblea dell'Anima torinese, ha orgogliosamente ricordato: «Noi per primi abbiamo sostenuto che l'iniziativa legislativa va combattuta con ogni mezzo, compreso il referendum abrogativo». E ha aggiunto: «Il problema non è ripartire il lavoro che c'è, ma crearne di nuovo». Il presidente della Federmeccanica si è detto molto preoccupato anche per l'ormai imminente rinnovo del contratto metalmeccanico. La proposta Sabattini - che ipotizza, tra il resto, una riduzione di orario media - è giudicata «irricevibile». E non eccessiva fiducia Pininfarina nutre nella possibilità che la revisione del 23 luglio arrivi prima del rinnovo contrattuale. «Temo - ha detto - una revisione solo cosmetica che scarichi sul contratto la mancanza di regole certe e quindi provochi conflitto». Punto eterno di di- scordia il doppio livello contrattuale: «I risultati della contrattazione aziendale dovranno essere variabili e reversibili». E ha fornito due dati: nel triennio '96-'98 «la dinamica salariale è cresciuta del 15% con un'inflazione sotto 1*8: nel '99-2000 il costo del lavoro salirebbe di 6 punti, l'inflazione di 3». E come Romiti ha indicato un esempio straniero: «Il Belgio ha adottato una legge con la quale le parti sociali devono fissare il limite massimo degli aumenti della massa salariale sulla base dei principali interlocutori economici, Francia, Olanda, Germania». Dura la risposta del segretario Uilm, Luigi Angeletti: «Vedo che fosche nubi si addensano su quello che si preannuncia come uno dei confronti più aspri degli ultimi tempi. Pininfarina sta evidentemente preparando una dura campagna d'autunno. Snaturare il protocollo sulla politica dei redditi significa per gli imprenditori tentare di preparare una rivincita sulle organizzazioni sindacali e sui lavoratori». Oltre a contratto metalmeccanico e politica dei redditi la scena è animata dalla riduzione di orario alla francese che preoccupa gli imprenditori - da Siena il vicepresidente della Confindustria, Carlo Cahieri, ha detto che sulle 35 ore teme che «qualcuno possa imporre pedaggi come quelli di Ghino di Tacco a Radicofani» e ha ribadito che si tratta di una misura «inaccettabile» - e non convince neppure Cgil-Cisl-Uil che chiedono al governo un provvedimento «di sostegno alla contrattazione che non mortifichi il buon livello di relazioni industriali del nostro Paese». I sindacati hanno riconfermato l'importanza della riduzione di orario come obiettivo, ma hanno contestato il metodo «generalista» previsto dal testo francese e dal disegno di legge presentato dal governo a marzo. Sulla querelle sull'orario ha buttato acqua da Bruxelles il ministro Carlo Azeglio Ciampi: «Non c'è discordanza tra il disegno di legge all'esame del Parlamento sulla riduzione dell'orario e le indicazioni della Commissione europea in materia di organizzazione del lavoro». Ha aggiunto: «Nel disegno di legge c'è l'indicazione dell'obiettivo di ridurre l'orario, che è condiviso in tutta Europa. Ma c'è anche l'indicazione che questo obiettivo va perseguito attraverso il negoziato fra le parti sociali». E ha precisato: «La Commissione riferendosi agli orientamenti generali di politica economica ha espresso l'auspicio di una riduzione dell'orario, rispettando però i criteri di economicità, per far sì che la riduzione avvenga in un quadro di rispetto generale dei costi». Marina Cassi Il presidente della Fiat Cesare Romiti

Persone citate: Andrea Pminfarina, Aznar, Carlo Azeglio Ciampi, Carlo Cahieri, Cesare Romiti, Luigi Angeletti, Pininfarina, Sabattini