Gli schizzi del serial killer
Gli schizzi del serial killer Bilancia ha ricostruito i suoi omicidi senza far trapelare sofferenza Gli schizzi del serial killer «Disegnò così ilprimo delitto sul treno» IL CASO UH ALBUM PER UNA SCIA DI SANGUE SAVONA. Puntini e piccole croci. Cosi il «serial killer» individua le sue vittime, nei disegni dedicati ai suoi 17 delitti, allegati alle prime 8 pagine di verbali raccolte dai pm di Genova. Donato «Walter» Bilancia scrive le sue note in un corsivo minuto e preciso, a fianco degli schizzi delle sua «imprese»; li traccia con mano sicura, con un pennarello sottile, senza indecisioni. Indicazioni «essenziali» (Sono sceso qui). «Mercedes vicino albero», «la ragazza». Il vagone è un rettangolo, i binari due linee parallele intersecate dalle traversine, ben delineati. Ricorda tutto alla perfezione, «Walter» che, durante il confronto con i pm, lunedì a Savona, ha dato sfoggio della sua erudizione e della quasi perI fetta conoscenza di quattro lingue: francese, inglese, tedesco e spagnolo. Alla domanda se avesse frequentato le Superiori, ha risposto con una certa dose di civetteria: «Of course», naturalmente. Maniacalmente precisa, lucidissima, la ricostruzione del delitto di Maria Angela Rubino, baby sitter di Ventimiglia, 32 anni, uccisa sul treno regionale «2888» Genova-Ventimiglia, la notte del 18 aprile, nei 66 secondi necessari per percorrere il tunnel di Ospedaletti. Bilancia disegna il locomotore, il vagone con i i controllori, lo scompartimento dove indivi- dua «la ragazza». La «toeletta». La porta che ha aperto, per uccidere, è un semplice, piccolo tratto. 11 puntino indica la vittima. Lui scende dalla parte opposta («Sono sceso qui»), alla stazione, e si incammina sulla massicciata, vanamente redarguito da un ferroviere. Rettangoli eguali, che visualizzano un delitto feroce e mutile, con quelle 150 mila lire strappate dalla borsetta della giovane, prima di farsi accompagnare da un taxi al casino di Sanremo, per riprendere a giocare e perdere. Ricorda ogni particolare, Donato Bilancia. Calmo, sicuro di sè, in perfetta sintonia con l'avvocato che «pilota» le sue testimonianza a zig-zag, tra una procura e l'altra della Liguria. Il disegno del massacro di Novi (due metronotte uccisi) è il più complicato: c'è il viale alberato di Villa Minerva, con gli alberi di alto fusto sintetizzati in un cerchio regolare: la «Mercedes» con i quattro fari stilizzati, i coni di luce, quasi appoggiata con la portiera destra a un albero («porta bloccata»); la «Panda» dei due metronotte poi uccisi. La traiettoria dei proiettili è indicata da una freccia e da brevi tratti in rapida sequenza, che convergono su due segni appena più rilevati: sono i corpi senza vita di Candido Randò e Massimo Gualillo. A fianco alla Mercedes, il puntino indica Lorena, il viado sopravvissuto, definito con rimpianto unico «errore». Bilancia si sofferma anche sul delitto della «Casa del Boia», a Genova, la storia ancora misteriosa degli sposina «giustiziati» con la solita 38 Special. Disegni necessari per chiarire agli inquirenti la dinamica dei delitti che si è attribuito, nel corso di due confessioni-fiume con il pm di Genova, Enrico Zucca. Sigaretta in bocca, senza lasciare trapelare alcuna emozione, Bilancia traccia le sue linee nette, come se - spiega un inquirente - nella sua mente scorresse una teoria di immagini vivide, dai colori saturi, «congelate» e archiviate per sempre dalla memoria. Non c'è sofferenza, solo una serie di aspetti tecnici («distanza tre metri»; «locomotore, vagone 1, vagone 2»), Lucido e consapevole. Giulio Gavino Massimo Numa Tracce e scarabocchi dei suoi 17 omicidi Con puntini e piccole croci ha individuato le sue vittime SfAilO/l/g- v,^ s,«*v» Sopra: Donato Bilancia. Accanto: la toilette dell'Intercity per Verona. Sotto: la ricostruzione di uno schizzo fatto dal serial killer e depositato agli atti
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