Sciopero della sete a Rodio Radicale

Sciopero della sete a Rodio Radicale Il senatore Agnelli: da liberale li difendo Sciopero della sete a Rodio Radicale ROMA. E' scattato a mezzanotte lo sciopero della sete di circa trenta militanti della Lista Palmella, che già stanno attuando lo sciopero della fame in difesa di Radio Radicale. Intanto è iniziato ieri mattina, nella commissione cultura della Camera, l'esame del disegno di legge del governo, già approvato dal Senato, che concede alla Radio una proroga di due anni della convenzione con il ministero per la trasmissione delle dirette parlamentari e autorizza la Rai a proseguire con Radio parlamento. Il sottosegretario Vita ha avanzato due ipotesi: «Se si vuole la gara, cosa a cui non sono contrario, va fatta in tempi brevissimi, decidendo se nel frattempo la Rai deve sospendere o no il servizio; se si vuole invece una proroga lunga della convenzione, allora resta l'attuale ddl, perché in epoca di liberalizzazione non ha senso chiedere l'esclusiva. La sede naturale per definire le caratteristiche dell'informazione parlamentare è infatti il ddl 1138 in discussione al Senato. Ma bisogna evitare che venga meno l'impegno del governo nei confronti di Radio Radicale. Per noi il ddl è un buon compromesso. Se la commissione riterrà di rivederlo il governo non si opporrà. Le polemiche sulla Mammì? E' una legge che non abbiamo voluto noi». Vita suggerisce infine di «sdram- Marco Pannella matizzare il confronto per favorire una soluzione positiva. Siamo disponibili a un incontro con una delegazione della Lista Pannella, come auspicio anche a che non venga messo in atto concretamente lo sciopero della sete». Intanto la Lista Palmella fa sapere che l'emendamento dei senatori a vita a favore dell'emittente, «aggiornato», è stato sottoscritto oltre che da Berlusconi, dal capogruppo alla Camera di Fi, Pisanu, dai forzisti Marzano e Taradash, dai verdi Boato e Pecoraro Scanio, dai Ds Colombo e Benvenuto, dai leghisti Pagliarini e Maroni, da Gustavo Selva (An) e da tutti i deputati socialisti. Tra i firmatari dell'emendamento c'è anche il senatore Gianni Agnelli che ieri, alla stessa Ra- dio radicale ha dichiarato: «Ho difeso 0 ruolo di Radio Radicale: è legittimo da parte di qualunque persona liberale pensare così. Un servizio pubblico non deve necessariamente essere svolto da un soggetto pubblico. Deve essere svolto bene, questo è l'importante». Alla domanda se ci sia bisogno in Italia di una tv pubblica, il presidente d'onore della Fiat ha risposto: «Una necessità no. Ma qualche forma di tv pubblica c'è in tutti i Paesi». Si corre il rischio - gli è stato poi chiesto - che questa tv annulli l'immagine di una forza politica? «Spero proprio di no», [r. i.] Marco Pannella

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