«Noi restiamo»
«Noi restiamo» «Noi restiamo» GIAKARTA. «L'ambasciata italiana a Giakarta ci ha chiesto se volevamo rimpatriare ed io a nome di tutti i miei confratelli ho risposto che nel dizionario missionario non esiste la parola scappare». Sono le parole di padre Silvano Laurenzi, procuratore dei missionari saveriani in Indonesia, che in un'intervista alla «Missionary service news agency» (Misna) ha riferito che oggi, anniversario dell'insurrezione contro gli olandesi, l'escalation delle manifestazioni raggiungerà un fase decisiva. L'organizzazione dell'opposizione musulmana Muhammidiyah, guidata dal leader Aman Rais ha annunciato che porterà in piazza almeno un milione di persone. Vi parteciperanno anche gli studenti, compatti nel respingere l'incerta apertura fatta ieri da Suharto, che ha promesso nuove elezioni senza precisare quando si dimetterà. «Tutti i locali pubblici e gli esercizi commerciali sono bru¬ ciati o distrutti - ha raccontato padre Laurenzi - ah'imbrunire la popolazione si chiude in casa perché la paura più grande è rappresentata dalle incursioni degli sciacalli e delle banche di saccheggiatori. Una piaga tanto che, per proteggersi, le famiglie si riuniscono in gruppi di 40-50 per passare la notte. Ma è impossibile dormire, la tensione è alle stelle». I missionari, di cui 40 sono padri saveriani italiani, hanno dunque deciso di rimanere con le loro comunità. La Misna ha aggiunto che oltre quattro milioni e 200 mila indonesiani, su circa 180 milioni di abitanti dell'arcipelago, sono cattolici. L'episcopato autoctono annovera un cardinale, quello di Giakarta, sei arcivescovi, 18 vescovi e un ausiliare mentre ai missionari sono affidate due arcidiocesi e sei diocesi. Il totale dei religiosi supera inoltre le 6500 unità. Intanto, fonti locali hanno riferito ieri che i morti dei disordi- ni avvenuti la scorsa settimana sarebbero duemila. Secondo padre Giulio Albanese dell'agenzia Misna, l'agenzia delle congregazioni missionarie, le fonti «sono certe del fatto che il bilancio è di almeno quattro volte superiore a quello ufficiale». Civili sono stati uccisi anche in altre località del Paese. Sabato scorso le autorità indonesiane avevano reso noto che nei tumulti, innescati dalle proteste degli studenti contro il presidente Suharto, erano morte 499 persone, per lo più bruciate vive durante i saccheggi di negozi e supermercati avvenuti nel clima di anarchia che regnava nella capitale. Le fonti, che per motivi di sicurezza hanno chiesto di restare anonime, hanno riferito che durante i saccheggi la polizia e l'esercito sono interve¬ nuti pesantemente sparando anche ad altezza d'uomo e uccidendo decine di persone. Tra le 200 e le 300 persone, inoltre, secondo quanto riferisce la Misna, sono morte negli scontri avvenuti all'inizio della scorsa settimana durante i primi giorni della protesta di piazza. I primi bilanci parlavano invece di una ventina di vittime. [Ansa-Adnkronos]
Persone citate: Aman Rais, Giulio Albanese, Laurenzi, Silvano Laurenzi, Suharto
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