Kohl: il Centro sono io di Emanuele Novazio

Kohl: il Centro sono io Nel giorno di Schaeuble il Cancelliere chiude il congresso Cdu: «Il vecchio cavallo da battaglia è tornato» Kohl: il Centro sono io «Schroeder è la vecchia sinistra» BREMA DAL NOSTRO INVIATO «La Germania del Duemila potrà essere guidata soltanto dal centro», avverte Helmut Kohl chiudendo il Congresso straordinario Cdu che ha raggiunto il suo obiettivo principale, stringere il partito intorno a un leader considerato di nuovo un combattente. «La Germania del futuro è al centro», gli fa eco Wolfgang Schaeuble in un discorso programmatico di un'ora festeggiato da cinque minuti e mezzo di applausi e in pieno rispetto della gerarchia (per Kohl, alla vigilia, erano stati quasi undici minuti). Rotta al centro, dunque, è il primo messaggio del congresso che la Cdu considera «l'avvio della riscossa», in vista delle elezioni di settembre e di una campagna elettorale che il Cancelliere prevede «aspra e rovente», «la più difficile della nostra storia». Può sembrare poco e perfino ovvio, per un partito conservatore a caccia di consensi nel serbatoio di un «centro» esteso dai vertici dell'economia ai colletti blu e alla piccola borghesia dei mestieri. Ma sarà proprio l'appropriazione dello «spazio politico di centro» a far la differenza, il 27 di settembre: sarà la conquista del grande «centro» e delle sue frastagliate nicchie a garantire la vittoria, considerato che quasi un terzo dei sessanta milioni di elettori tedeschi è ancora incerto. Schroeder, hanno detto ieri Kohl e Schaeuble, non ha l'autorità politica e morale per riconoscersi nel «nuovo centro». Il «nuovo centro» profetizzato dal candidato social democratico è in realtà una «sinistra vecchia», avvertono il Cancelliere e il suo delfino che - coerente mente con queste premesse - dram matizzano il voto di settembre, ne fanno una scelta carica di significa ti politici e morali, una scelta «assolutamente decisiva»: «Il 27 settembre dovrete scegliere fra una politica di centro e l'avvio di una Repubblica di sinistra», ammonisce Kohl. Insiste Schaeuble: «Il 27 settembre i tedeschi decideranno il loro futuro e il destino del Paese. Sceglieranno fra crescita e declino, progresso e stagnazione, stabilità e insicurezza, apertura al mondo e isolazionismo». Conformi a questo obiettivo strategico - l'appropriazione del «centro» - sono la campagna frontale delineata a Brema e l'accusa all'Spd di abbeverarsi al serbatoio comunista. Come Helmut Kohl in apertura, ieri Wolfgang Schaeuble ha attaccato i socialdemocratici con ironia e durezza per avere accettato in Sassonia-Anhalt l'appoggio degli eredi del partito comunista di Erich Honecker, la pds: «Per l'integrazione verso il centro è decisiva la lotta all'estremismo, non importa se di destra o di sinistra», sottolinea il delfino del Cancelliere. «Come possono credere, i socialdemocratici, di collaborare con i comunisti senza favorire in questo modo l'estremismo di destra?». Il confronto risulta netto almeno ai delegati, perché non basterà da solo a garantire la vittoria: «Soltanto un partito popolare di centro che colleghi efficienza economica e giustizia sociale, rispetto ecologico, libertà, sicurezza, tolleranza, solidarietà nazionale e integrazione europea, soltanto un partito del genere ha la forza necessaria per affrontare il futuro», riassume Schaeuble. L'Spd e Schroeder invece, è il secondo messaggio di Brema, non sono in grado di fare «rotta al futuro». «Cercano di lasciare tutto nell'oscurità e nell'incertezza, non dicono con chi intendono allearsi», argomenta Schaeuble, rivendicando alla Cdu l'autorità per «garantire la stabilità politica ed economica del Paese», per rilanciare le regioni dell'Est dove «soltanto un lavoratore su quattro è ancora al suo vecchio posto di lavoro, qualcosa di inimmaginabile all'Ovest». Per assicurare «una visione dei fu>ro riempita di proposte concrete»; a cominciare dalla lotta alla disoccupazione, adottando per esempio «un sistema misto e flessibile di compensi» che offra salari più alti a chi lavora rispetto a chi riceve i sussidi dello Stato, e conceda di meno a chi non ha lavoro e lo rifiuta. Più delle prospettive concrete Il delfinoe attacad allearsNon lotta all tuttavia, che saranno messe a punto il mese prossimo in un programma comune con la Cdu di Theo Waigel, sono stati lo scontro frontale e la marcata delineazione del «nemico» a ridare compattezza almeno tattica a un partito in devastante crisi di consensi. Il vero messaggio di Brema è un'implicita ammissione di debolezza: la forza del «nemico» garantisce la necessità della speranza, infonde coraggio, spinge a stringersi intorno al capo. Ha detto ieri Helmut Kohl chiudendo un congresso che potrebbe essere l'ultimo, per lui, da Cancelliere: «Dicono che sono un vecchio cavallo da battaglia. Non mi importa quel che dicono. Il vecchio cavallo è ritornato». L'interrogativo aperto dal Congresso è il destino politico di un uomo: quanto vale, in prospettiva elettorale, la vittoria sul partito? Emanuele Novazio Il delfino espone il programma e attacca l'Spd: «Sono pronti ad allearsi con gli ex comunisti Non saranno credibili nella lotta all'estremismo di destra» Il cancelliere Helmut Kohl (a sinistra) saluta il suo erede designato Wolfgang Schaeuble

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