Pantani disturba Boriali e salva il rosa di Zülle
Pantani disturba Boriali e salva il rosa di Zülle Giro: a Imperia sprint di Edo dopo un'azione del Pirata Pantani disturba Boriali e salva il rosa di Zülle IMPERIA DAL NOSTRO INVIATO Per affermare che la seconda tappa del Giro è stata una delizia, è indispensabile prendere l'ordine d'arrivo e, chiedendo scusa allo spagnolo Edo che vi risulta primo, depositarlo nel primo cestino a portata di mano. Tralasciamo dunque la volata di Imperia e retrocediamo al Capo Berta perché la corsa è tutta Ù, stipata, compressa nei suoi 4 km finali. Conoscendo le necessità rosa di Bartoli che si trova a 12" da Zùlle è facile immaginare che il capitano dell'Asics partecipi allo sprint di Alassio, a 23 km dal traguardo. E in effetti vi partecipa piazzandosi terzo e ottenendo così 2" che lo portano a 10" dalla cima della classifica. Se vince si impossessa di ciò che desidera, dal momento che Zùlle è un tipo che disdegna i volatoni. Stando in tal modo le cose, il gregario bartoliano Bettini prende di petto la salita e assume il ruolo di punto d'appoggio per il suo capitano. Il quale in poche e vibranti sequenze accende la battaglia. Perfetto. Ma ecco che, tanto inatteso quanto prentorio, emerge dal gruppo il cranio pelato di Pantani. E che gli è preso, ha forse scambiato il Berta per una strada delle Dolomiti? Dovendo escludere che il grimpeur sia ammattito, avanziamo un'ipotesi: Pantani si è finalmente convinto che i finali di tappa, specialmente quando volano i proiettili, è meglio gareggiarli in testa. Il Tour gli ha insegnato che dalle ammucchiate di retroguardia si esce non di rado con la classifica a pezzi. Pantani si aggancia a Bartoli e Bartoli, riavutosi rapidamente dalla sorpresa, replica l'affondo. Niente da fare. Affinché Pantani desista si rende indispensabile un terzo sussulto. Bartoli esegue ma, invece di ritrovarsi solo, si ritrova con i sopraggiunti Savoldeli e Zaina. L'azione è appassionante, Zaina trabocca di ardori e tenta la fuga. A questo punto si suppone che la maglia rosa Zùlle dica a se stesso: basta, m'avete stufato, adesso arrivo io. Supposizione giusta. Arriva, s'impossessa di Zaina e lo recide dalle eccessive idee che s'è ficcato in mente. Mica è finita. Velo, Savoldelli, Rebellin, Puttini e Colombo si esibiscono in un tuffo discesistico che segna la conclusione di questo atto a tamburo al quale non partecipa Cipollini, pur essendo l'unico velocista di rango che si sia salvato dalla scalata del S. Bernardo perché, vittima di una foratura prima del Berta, s'è consumato in uno stremante inseguimento. Siamo alla volata. Bartoli si accuccia alla ruota di Baldato e non sarebbe una cattiva mossa se l'onda del gruppo non deviasse dalla sua linea lasciandolo solo e allo scoperto, collocazione infausta che non gli darà più d'un quarto posto. Lo precedono, sul lato opposto, anche Piccoli (allora è un vizio) e Loda. Zùlle conserva la maglia rosa smentendo chi sostiene che non vede l'ora di mollarla per alleggerire la pressione. Delucidazioni di Bartoli: «Quando è venuto fuori anche Pantani mi sono chiesto e adesso che faccio, insisto o mollo e ripiego sulla volata? Dovrei saperlo che se uno comincia a porsi delle domande è fregato. La volata è andata male. Pazienza, voltiamo pagina e avanti». Avanti verso Forte dei Marmi. Il Bracco all'inizio e poi tutto liscio. Cipollini, non forare. Gianni Ranieri progr.5 14,1 20,1 30,7 37,7 47,9 55,9 62,4 79,9 91,4 103,9 110,2116,8 129,8 143,3 156,4 169,4 182,9 196,0 OH Pantani (in alto) firma autografi e forse pensa a futuri attacchi; sopra: Edo il vincitore
Luoghi citati: Alassio, Forte Dei Marmi, Imperia
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