Deschamps: avviso pre-Mondiali di Franco Badolato

Deschamps: avviso pre-Mondiali Didier vuole la Coppa per arrivare in Nazionale da trionfatore e rispondere a chi l'ha chiamato mercenario Deschamps: avviso pre-Mondiali «LaJuve ha temprato la mia mentalità vincente» AMSTERDAM DAL NOSTRO INVIATO Ha già lo scudetto in tasca, il terzo in quattro stagioni. E, nel palmarès, anche due finali di Champions League vinte con squadre diverse, Marsiglia e poi Juve. E' un grande di Francia, anzi il D'Artagnan dei bleu padroni di casa ai Mondiali. Didier Deschamps approda in Olanda sapendo che non solo deve vincere e riscattare la delusione di Monaco '97 per conto dei bianconeri, ma pure mandare un segnale forte alle Nazionali che si stanno avvicinando a Parigi. La missione del francese è chiara: ((Abbiamo vissuto un anno difficile, Djorkaeff, Desailly, Zidane e io commenta -. In patria ci hanno spesso accusati di essere dei mercenari e di pensare più agli interessi dei club che alla preparazione della nostra selezione in vista dei Mondiali (ma in Italia si è detto spesso l'esatto contrario, ndr). Però, siamo seri, per quale motivo uno avrebbe potuto giocare allo spasimo l'amichevole Francia-Svezia tre giorni prima di Juve-Inter? La scelta non l'abbiamo fatta noi, ma è stata una conse¬ guenza del diverso spessore di quelle due gare». ((Anche per questo - continua Deschamps - io e Zidane abbiamo la sensazione che ad Amsterdam avremo puntati addosso gli occhi di tutto il nostro Paese. E c'è anche un altro motivo. Djorkaeff e Leboeuf hanno appena conquistato rispettivamente Coppa Uefa e Coppa Coppe con l'Inter e il Chelsea. Ora tocca a noi due tenere alto l'onore transalpino: mi spiace per Karembeu, che punta a iscrivere il suo nome nell'albo d'oro con il Real Madrid e toglierci qualcosa nella considerazione dei nostri connazionali». Deschamps arrivò in bianconero tra la diffidenza generale. Si diceva che sarebbe stato un valido rincalzo. Come Furino (ai suoi tempi) e Di Livio (oggi), d'estate non entrava mai nelle formazioni titolari. Invece poi ha giocato quasi sempre. Didier ha un'innata abitudine agli appuntamenti che contano: «La Juventus mi ha aiutato a conservarla. Ero un vincente per natura, ma qui ho fatto un passo in avanti, impalando a soffrire per ottenere le vittorie. Ho avuto fortuna a diventare juventino nel momento giusto, non avrei mai pensato di vincere così tanto a Torino». La squadra bianconera, secondo Deschamps, arriva all'atto decisivo della stagione con la giusta serenità: «Dopo aver perso l'anno scorso a Monaco, in noi è aumentata la voglia di vincere questa Coppa, di fare il bis di Roma. Ecco, il modo con cui affrontare la partita l'abbiamo già in testa, ora tutto dipenderà soltanto da come gireranno le gainbe. Siamo i favoriti, lo dicono le tre finali in quattro anni. Ma è un piccolo vantaggio psicologico, in queste sfide secche conta poco». Sul piano tattico, il francese è convinto che l'estro degli attaccanti potrebbe sbaragliare ogni schema: «Noi siamo più squadra, loro hanno maggiori individualità. Mijatovic, Suker e Raul, per non dimenticare Seedorf, possono farci male. Sono convinto però che, alla lunga, la nostra organizzazione, l'esperienza, l'inventiva di Zidane, Inzaghi e Del Piero avranno il sopravvento. Personalmente sarei disposto a giocare una brutta finale purché vincente. Sarebbe una degna conclusione di un anno straordinario, che ci ha riproposto al vertice con il secondo scudetto consecutivo». Franco Badolato Deschamps (sopra) ha già vinto due Champions League, con il Marsiglia e la Juve. Lui e Zidane (a fianco) cercano anche un trampolino per i Mondiali