Frank Sinatra beffa i parenti l'eredità va in beneficenza di Franco Pantarelli

Frank Sinatra beffa i parenti l'eredità va in beneficenza Secondo un assistente avrebbe destinato 70 milioni di dollari ai bambini vittime di violenza Frank Sinatra beffa i parenti l'eredità va in beneficenza Veglie separate per la moglie e i tre figli E comincia la guerra legale per la fortuna NEW YORK. Frank Sinatra era un generoso che si nascondeva: lo hanno ripetuto in tanti, in questi giorni, elencando donazioni, sostegni, patrocini da lui elargiti in vita, cercando il più possibile di non apparire. A quell'elenco ora va aggiunta anche la sua azione in favore dei bambini maltrattati, un fenomeno diffuso e allarmante in questo Paese, sempre pieno di cronache terribili di piccoli abbandonati, comprati, venduti, sfruttati, tenuti prigionieri in casa, martirizzati e spesso violentati sessualmente. Leggendo quelle notizie, «il primo impulso di Frank era quello di andare a spezzare le gambe ai responsabili», ha raccontato Artie Funair, il segretario di Sinatra, forse dimentico per un momento che quell'espressione «spezzare le gambe» è uno degli stereotipi più diffusi fra chi pretende di conoscere il linguaggio della mafia. Poi, ha proseguito, «quando la rabbia gli sbolliva, mi faceva sedere davanti a lui per studiare insieme il possibile aiuto da dare a chi combatte questa piaga». Conclusione: quando il suo testamento verrà letto, prevede Funair, si scoprirà che almeno 70 milioni di dollari, quasi 130 miliardi di lire, andranno agli istituti che si occupano per l'appunto dell'assistenza ai bambini maltrattati e negletti. Il resto - una fortuna che viene calcolata fra i 200 e i 300 milioni di dollari - sarà invece l'oggetto del contendere di una disputa cominciata in pratica già prima che i «vecchi occhi blu» si chiudessero per sempre. Da una parte c'è Barbara, la quarta moglie di Frank che lo ha accompagnato negli anni della tranquillità, dopo le turbolente vicende sentimentali che avevano riempito di sale e di pepe i suoi anni di splendore; dall'altra ci sono i suoi tre figli, Nancy di 57 anni, Frank Jr di 54 e Tina di 49, figli della sua prima moglie. Definire freddi i loro rapporti sarebbe davvero troppo poco. Nel momento del trapasso di tre giorni fa erano tutti lì, insieme, a salutarlo. Ma era già molto tempo che i tre figli evitavano accuratamente di trovarsi nella stessa stanza con Barbara. I possedimenti che Sinatra ha la- sciato spaziano un po' ovunque: immobili, collezioni d'arte, titoli azionari, business di ogni tipo; ma dove la battaglia minaccia di farsi più dura è sui guadagni futuri che il «marchio Frank Sinatra» è destinato a procurare per chissà quanto tempo. Tanto per dire, in questi giorni la vendita dei suoi ed ha subito un balzo tanto prevedibile quanto consistente. A chi devono andare le «royalties»? Quando era vivo lui aveva cercato di chiarire le cose destinando ai figli i diritti sulle produzioni della «Reprise Record» e alla moglie quelli sulle produzioni «Capitol», cioè le sue due case discografiche. Ma già nel 1993 era nata una disputa perché la Capitol aveva prodotto un album, «Live in Concert», che conteneva alcune canzoni già diffuse dalla Reprise Record. A tutt'oggi i tribunali non sono riusciti a dirimere la questione, lui a quanto pare non ha mai voluto intervenire e anche la moglie e i figli finora non hanno mai affrontato la questione «in casa», delegandola esclusivamente ai rispettivi avvocati. Ora però la faccenda è certamente destinata a riesplodere, e chissà che non si inserisca un'altro personaggio: una signora australiana di 40 anni, di nome Deanna Moore, che dice di essere la figlia di Frank Sinatra e dell'attrice Eva Bartok, con la quale lui ebbe una breve storia subito dopo la rottura con Ava Gardner. La prova? Un telegramma che lui mandò alla Bartok quando lei gli annunciò la nascita della bambina: «Thank you». In questa «atmosfera commossa», si preparano la veglia a Beverly Hill di stasera e i funerali in forma privata di domani. Franco Pantarelli Frank Sinatra, un terzo dell'eredità andrebbe in opere di bene

Luoghi citati: Nancy, New York