« Istituzioni nelle mani della camorra» di Fulvio Milone

« Istituzioni nelle mani della camorra» « Istituzioni nelle mani della camorra» 77pm che indaga sulla strage: abbandonati dallo Stato «LA GIUSTIZIA ASSEDIATA 7SALERNO DAL NOSTRO INVIATO La Procura della Repubblica di Nocera Inferiore sembra un fortino perennemente assediato. Il nemico, la camorra, potrebbe espugnarlo da un momento all'altro, a sentire il procuratore capo Felice Di Persia che con due pm è alle prese con le indagini sul disastro di Sarno: «Questa è una terra dimenticata dallo Stato - dice -, il crimine organizzato è più forte che a Napoli perché è riuscito a iniettare il suo veleno nelle istituzioni. Basti pensare ai Comuni sciolti per collusioni con la malavita: Pagani, Scafati, Nocera Inferiore e la stessa Sarno». Il magistrato parla con pacatezza, ma usa parole che lasciano il segno: «Questa è una terra dimenticata, lo Stato l'ha abbandonata». Di Persia è convinto che esistono amministratori locali conniventi, ma che spesso la complicità è diretta conseguenza della paura. «Cinque anni fa, nel corso di alcune inchieste, mi sono trovato davanti a gente condizionata dal terrore di ritorsioni - dice -. Sono certo che se lo Stato avesse fatto sentire di più la sua pre senza molti amministratori e funzionari pubblici non avreb bero ceduto alla camorra». Poi, riferendosi al sindaco di Sarno Gerardo Basile, accusato di aver sottovalutato il rischio-ca morra, il procuratore commen ta: «Chi per propria scelta occu pa un ruolo istituzionale deve avere le capacità sufficienti. O si trovano il coraggio e la eoe renza, oppure è meglio rinun ciare». Il «fortino» di Nocera Inferio re è difeso da pochi uomini. «Questa procura conta solo quattro sostituti alle prese con quarantamila procedimenti, mentre gli agenti di polizia giù diziaria a nostra disposizione sono appena dieci - spiega Di Persia -. Non parliamo delle forze dell'ordine impegnate nella lotta al crimine organiz zato. In un territorio popolato da quattrocentomila persone lavorano 340 fra poliziotti, ca rabinieri e finanzieri. Da tempo chiedo una presenza massiccia delle forze dell'ordine in questa zona, ma nessuno mi dà una ri sposta». E di camorra parla anche il presidente della commissione parlamentare antimafia, Ottaviano Del Turco. «In Campania è scoppiata la guerra - dice -, A Sarno è in corso una battaglia che non è certo cominciata con l'alluvione del cinque maggio». Del Turco ricorda quando, po chi mesi fa, è andato nei Comuni dell'Agro Nocerino-Sarnese per parlare con i sindaci: «Non sempre le risposte ci sono pia ciute. Per gli appalti bisognerà fare un'analisi attenta delle dit te che li otterranno, al di là del certificato antimafia che è solo una prima garanzia». In un altro ufficio, il sostituto procuratore Amedeo Sessa e la sua collega Antonella D'Elia lavorano all'inchiesta sul disastro, mentre i magistrati della direzione distrettuale antimafia di Salerno indagano sul presunto tentativo da parte della camorra di gestire l'emergenza dopo la sciagura. Ieri Sessa e D'Elia hanno ascoltato decine di testimoni, a cominciare dalla giornalista di una tv privata accorsa per prima a Episcopio, la ffb frazione di Sarno travolta dalla frana. E' stato sentito anche un consigliere nazionale di Legambiente, Francesco Di Pace, che ha parlato sulle possibili cause della tragedia del cinque maggio. «A causa della speculazione edilizia è saltato l'intero sistema realizzato in epoca borboni¬ ca per irreggimentare le acque che confluivano nelle oltre cento valli esistenti in questo territorio», ha detto. E la speculazione edilizia, da queste parti, è opera della camorra, ha continuato Di Pace che ha poi consegnato al pubblico ministero un dossier sul disastro. «A Quindici e Sarno lo Stato non è mai esistito - scrivono gli ambientalisti -. Nel primo paese si fanno da anni la guerra i due potentissimi clan delle famiglie Cava e Graziano. Molti dei Graziano sono stati eletti in passato alla carica di sindaco, e per troppo tempo si è respirato un clima da Far West. Sono spuntati come funghi i cantieri e le cave abusive e le discariche fuorilegge. La situazione non è migliore a Sarno, che per anni è stato un terminale del traffico illegale di rifiuti provenienti da altre regioni e seppelliti di notte nelle campagne». I due magistrati che indagano sulla sciagura hanno affidato una serie di accertamenti sui luoghi della frana a un pool di consulenti. I periti hanno novanta giorni di tempo per presentare la loro relazione. I pm stanno inoltre compilando un elenco di testimoni da ascoltare nei prossimi giorni. «Si tratta di verificare soltanto testimonianze che ci aiutino a stabilire un nesso di casualità fra i com- portamenti antecedenti, contemporanei e successivi al disastro e la perdita anche di una sola vita umana - spiega Amedeo Sessa -. Sia chiaro, però, che non faremo un processo alla storia urbanistica dei paesi colpiti dalla sciagura». Fulvio Milone

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