L'America dichiara guerra a Gates di Franco Pantarelli

L'America dichiara guerra a Gates Il Segretario alla giustizia, Janet Reno: «La Microsoft soffoca la concorrenza in tutto il mondo» L'America dichiara guerra a Gates Contro di lui l'accusa di monopolio NEW YORK NOSTRO SERVIZIO Da ieri il governo degli Stati Uniti e la Microsoft di Bill Gates sono formalmente nemici. La guerra è stata dichiarata e l'inizio delle ostilità ha avuto la forma di una conferenza stampa, a cui il Segretario alla Giustizia Janet Reno si è presentata affiancata dal suo responsabile della lotta antitrust Joel Klein, nonché dai segretari alla Giustizia di New York, Connecticut e Iowa, in rappresentanza dei venti Stati che hanno deciso anche loro di imbarcarsi in questa guerra. «La Microsoft ha soffocato la concorrenza nel sistema operativo dei computer ed ha ristretto la scelta disponibile per i consumatori in America e nel resto del mondo», ha detto la Reno, E come tale si è resa responsabile di attività monopolistica. La denuncia è stata presentata al tribunale federale di Washington che ha già cominciato a «istruire» il processo. Ma naturalmente, prima che si arrivi a celebrarlo, ci vorrà molto tempo e tante altre cose possono accadere. Intanto però ieri tutti si chiedevano che ne sarà ora di questa che è la più fiorente industria del momento e che finora è stata capace di sfornare decine di nuovi milionari al giorno. Ieri, subito dopo la notizia, i titoli della Microsoft sono scesi a 86 dollari, perdendone poco più di 3. Una reazione non da «crollo» che sembra indicare che a Wall Street sono ancora incerti su chi, fra i due contendenti, uscirà «vinci tore». C'è chi paragona questa battaglia a quella dell'inizio del se colo contro la Standard Oil della famiglia Rockefeller, o alla guerra di Ronald Reagan con tro la At&T, costretta a smem brarsi in tante piccole holding (per la gioia del gruppo di amici californiani di Reagan, che ave vano fondato la Mei). Ma in questo caso il Presi dente Bill Clinton non è sem brato molto entusiasta dell'a zione intrapresa dal suo governo. Da .Londra, commentando la novità, il Presidente ha detto in pratica il minimo indispensabile, e cioè che ha «piena fiducia» nell'operato del dipartimento della Giustizia. In che consiste il «peccato» della Microsoft? Sostanzialmente nell'avere «ricattato» i fabbricanti di computer: se volete inserire nei vostri apparecchi le mie indispensabili «Windows» dovete inserire anche il mio «Explorer», cioè il sistema di accesso a Internet. I fabbricanti hanno accettato per rendere più appetibili i loro prodotti e la situazione che si è creata è che il sistema di accesso «Explorer», poiché si trova già nel computer quando lo si compra, è in pratica «obbligatorio», mentre i sistemi di accesso alternativi, per esempio il «Netscape», sono per così dire «facoltativi», perché bisogna acquistarli a parte e provvedere in proprio a inserirli nel computer. La situazione era stata discussa per anni - da quando era stato lanciato «Windows 95», la più sofisticata delle «finestre» della Microsoft - ed era rimasta stagnante a lungo, con le autorità pubbliche che mugugnavano e con Bill Gates che le ignorava (non trascurando di cercare benemerenze nel mondo politico intraprendendo la pratica delle «donazioni»: di qui la battuta che il re del software stava passando «da Washington a Washington», cioè dallo Stato di Washington in cui opera a Washington la capitale, regno appunto della politica). Poi però, la settimana scorsa, c'è stata l'esplosione. Di fronte al lancio di «Windows 98», un ulteriore aggiornamento che avrebbe ancora di più aggravato la situazione di monopolio, il dipartimento della Giustizia e i venti Stati interessati hanno minacciato di partire all'attacco concreto con la denuncia legale. Bill Gates ha risposto con un «discutiamo» e loro hanno accettato di rinviare la presen¬ tazione della denuncia, fissata per giovedì, in cambio del rinvio del lancio di «Windows 98». C'erano tre giorni per discutere, ma non si è andati oltre le dieci ore. La richiesta del governo a Gates, fai inserire nei computer anche gli altri sistemi di accesso all'Internet, non solo il tuo «Explorer», è stata da lui considerata «irragionevole» e già sabato i giornali erano pieni di annunci a pagamento che spiegavano le sue ragioni, anzi la sua sola ragione: se colpite me, distruggete l'intera industria dei computer e date un colpo mortale all'economia. Così, ieri, ognuno è andato per la sua strada. La distribuzione di Windows 98 è cominciata, e la denuncia è partita. Franco Pantarelli Il magnate ha imposto il suo «Internet Explorer» su tutti i computer Sembra tornare lo scontro tra Reagan e la AT&T. Ma stavolta Clinton resta freddo Il segretario alla Giustizia Janet Reno annuncia il via al processo