Un giorno in questura per la first lady di Parigi di Enrico Benedetto
Un giorno in questura per la first lady di Parigi Madame Tibéri fermata e rilasciata per una pseudo-consulenza da 60 milioni, perquisita la casa del sindaco Un giorno in questura per la first lady di Parigi Un giornale: 200 i dipendenti fantasma della gestione Chirac PARIGI DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Da brava pendolare di tangentopoli, la first lady parigina Xavière Tibéri ha trascorso il suo lunedì nero tra la capitale e Versailles alternando interrogatori e perquisizioni, con un fermo giudiziario (8 ore) che la restituisce al coniuge solo verso sera. Giornata campale, anzi storica per i molteplici scandali che assediano la civica amministrazione, il gollista rpr e in prospettiva - si vocifera - lo stesso Jacques Chirac in quanto ex primo cittadino. Iniziamo dall'alba. «Le Parisien» giunge in edicola con uno scoop: rivela che negli «Anni Chirac» i «dipendenti fantasma» della civica amministrazione superavano quota 200. L'elenco è assai eterogeneo. Dalla nipote di un premier al figlio del Guardasigilli passando attraverso sindacalisti della Corrèze - il collegio elettorale chiracchiano - e molteplici funzionari rpr. Il Comune li pagava per fare poco, nulla, o «altro». Morale: 30 miliardi annui a onere dei contribuenti senza alcuna prestazione effettiva in cambio. La vicenda non è nuovissima, la sua ampiezza sì. E che a denunciare lo scandalo si trovi non un'anomima «gola profonda» bensì Georges Quémar, già direttore del personale in Comune, preoccupa l'establishment. Al prologo giornalistico segue una convocazione attesa. Madame Tibéri deve farsi interrogare dalla «police judiciaire» a Versailles. Cameramen, fotografi e reporter piantonano sin dalle 8 il lussuoso alloggio sulla Piazza del Panthéon. Una «Safrane» con autista la scodellerà alle 9,30 precise non lontano dalla Reggia. Non è insospetta- bile come la moglie di Cesare, la signora Xavière, ma in compenso nega con ostinazione. Vorrebbero farle riconoscere l'evidenza, ovvero che quei 210.779 franchi (circa 60 milioni) consegnatile nel '94 da un pubblico amministratore rpr il semiomonimo Xavier Dugoin - per confezionare una relazioncina breve, scialba e dall'ortografia approssimativa remuneravano l'amicizia e non la competenza o l'impegno effettivo. Collaborando, smaschererebbe casi analoghi. Ma non confessa, Xavière Tibéri. Nonostante la spettacolare «messa in stato di fermo» sceglie il mutismo. E riaccompagnarla a casa per una perquisizione domiciliare non servirà a granché. In una visita anteriore, il giudice Halphen le sequestrò un diario nel quale attribuiva a Jacques Chirac e Alain Juppé le responsabilità ultime della gestione economica parigina. Era un messaggio chiaro per l'Eliseo. Difendeteci, oppure... Jean Tibéri & consorte avevano paura che Chirac li scaricasse. Con ben 10 giudici diversi a indagare su enigmi e malversazioni «made in Paris» e una impopolarità somma, la coppia (amore & politica li unisce dal '58) rischiava grosso. Tra rivali interni - come l'ex ministro della Giustizia Toubon - per la corsa alla poltrona di sindaco, e una Gauche che pregusta la futura vittoria, sopravvivere esige destrezza. Ma ancor più un Eliseo complice. Non condannando il suo delfino all'Hotel de Ville, Jacques Chirac gli garantisce in somma ossigeno politico. Vedendosi tuttora in sella, Xavière • l'eroina maledetta nel rocambolesco feuilleton tangentoso che appassiona gli increduli francesi - non si lascia tentare dal pentitismo. Emerge prostrata ma libera. E di fronte allo scacco del procuratore Laurent Davenas - lo stesso che il governo Juppé scomodò in vacanza sull'Himalaya affittando un elicottero per indurlo a bloccare via telex l'offensiva di un sostituto contro Xavière Tibéri - Jean contrattacca. Chiede intervenga il Csm, sanzionando la magistratura-spettacolo. La moglie sarebbe vittima di una campagna diffamatoria tesa a destabilizzare la giunta parigina. Lo stesso Rassemblement pour la République scende in campo fustigando gli «abusi». Ma l'ora è difficile non solo per l'rpr. Domenica il ministro della Giustizia ps Elisabeth Guigou ha spiegato che Jacques Chirac può, «come ogni altro cittadino», «finire in tribunale». Il sottosegretario Claude Bartolone dichiara, enigmatico, che avrebbe «interesse a presidenziali anticipate». E la Destra argomenta sottovoce che Jospin voglia far cadere Chirac aizzandogli contro i Di Pietro transalpini per sostituirlo all'Eliseo prima del Duemiladue. Enrico Benedetto Il Presidente è sospettato di aver garantito uno stipendio comunale a figli di amici e funzionari di partito Xavière Tibéri, moglie del sindaco di Parigi, al ritorno a casa dopo il fermo di polizia
Luoghi citati: Parigi, Versailles
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