Messner: i Verdi hanno tradito Langer

Messner: i Verdi hanno tradito Langer L'alpinista si schiera a sorpresa con la Svp: toglierle voti sarebbe una stupidaggine Messner: i Verdi hanno tradito Langer «Si sono fermati su posizioni di critica sterile» Il leader della Volkspartei: una piacevole svolta BOLZANO. Scoppia in Alto Adige la «bomba Messner». Il «re degli ottomila» sconvolge gli ambienti politici con l'annuncio della sua «conversione»: dai verdi «figli» di Alexander Langer, leader famoso per le sue battaglie pacifiste ed interetniche, morto suicida nel 1995, alla Sùdtiroler Volkspartei, il partito di raccolta della popolazione di lingua tedesca, che in provincia di Bolzano detiene la maggioranza ed un potere assoluti. Intervistato dalla Rai tedesca, lo scalatore di Funes ha infatti detto che la Svp ed in particolare Luis Durnwalder, uomo forte del partito e presidente della giunta provinciale, «hanno accolto nei loro programmi molti progetti di Langer, mentre i verdi sono schiacciati in un ruolo critico e senza visioni per il futuro». Un fulmine a ciel sereno che arriva a pochi mesi dalle ainministrative. Messner era stato infatti fra i personaggi più vicini ad Alexander Langer, condividendone gli ideali ed entrando spesso in forte contrasto con la linea dell'establishment sudtirolese: storica l'immagine di Langer e Messner assieme al Quirinale, dove alla vigilia del censimento dell'81 incontrarono il presidente Pertini per chiedere sensibilità nei confronti di chi avrebbe scelto di non sottoscrivere la dichiarazione di appartenenza ad imo dei tre gruppi linguistici della provincia di Bolzano. Messner è stato per anni bandiera e modello per ogni sorta di associazione o movimento interetnico e bersaglio dell'organo di partito dell'Svp, il quotidiano in lingua tedesca Dolomiten, che ha sempre evitato di dare notizia non solo delle sue esternazioni politiche ma anche delle sue imprese. Ne sono passati di anni, Langer è morto, i verdi altoatesini non hanno più trovato un leader altrettanto forte e Messner, evidentemente, è andato a cercarlo altrove. Giorno dopo giorno, è cresciuta la stima per Durnwalder, politico in effetti pragmatico e molto intelligente. Messner ha cominciato ad apprezzare le iniziative della giunta altoatesina: dalla costituzione dell'Università al Museo realizzato per ospitare Otzi, la mummia del Similaun, dalla superstrada Boizano-Merano all'ampliamento del- l'aeroporto di San Giacomo; progetti, questi ultimi, che i verdi hanno sempre osteggiato. Fino alla «dichiarazione d'amore» di ieri. «Con i verdi non mi sento più a casa mia - ha aggiunto Messner -. Sono gruppi che ormai si sono cristallizzati in un ruolo di critica e di blocco dello sviluppo locale». Lode invece per la Svp e per Durnwalder. «Siamo una realtà economicamente molto forte e questo è molto importante anche per affrontare i problemi ambientali. Il Sudtirolo è un anello di congiunzione tra Sud italiano e Nord di lingua tedesca, un ruolo sempre più importante nella nuova Europa. Per questo togliere voti alla Sùdtiroler Volkspartei sarebbe una grande stupidaggine». Scioccati i verdi altoatesini. Se è vero che Durnwalder ha contribuito alla distensione etnica, dicono, è altrettanto vero che Messner non si può arrogare 0 diritto di indicare chi sia l'erede di Langer. Durnwalder, invece, ha reagito proprio come una ragazzina di fronte ad un'inattesa dichiarazione d'amore. «Mi fa piacere, ma non so quanto mi frutterà - ha detto il presidente della giunta provinciale in riferimento al prossimo appuntamento elettorale -. Apprezzavo Langer come uomo, ma non condividevo molte delle sue idee politiche. Come Messnar non condividerà tutte le mie iniziative. Immagino invece che avrà apprezzato i nostri sforzi sul piano culturale. Una cosa è certa: quell'uscita non gliel'ho chiesta io». La campagna elettorale è iniziata. Anche per Messner. Maurizio Di Giangiacomo Conversione politica del re degli Ottomila Era amico del capo degli ecologisti morto suicida nel '95 Reinhold Messner, per anni sostenitore delle cause verdi

Luoghi citati: Bolzano, Europa, Funes