La comunità ebraica premia progressisti e laici
La comunità ebraica premia progressisti e laici Le nonne restrittive di alcuni rabbini verso i figli di matrimoni misti hanno spostato i voti La comunità ebraica premia progressisti e laici All'elezione dei delegati per il congresso sconfitti i conservatori LA SUCCESSIONE DELLA ZEVI GROMA LI ebrei italiani premiano le Uste progressiste e laiche, sull'onda lunga delle polemiche nate per un irrigidimento delle regole legate all'ebraicità dei figli di matrimoni misti. Si è votato domenica in tutta Italia per scegliere i delegati al congresso di giugno, che eleggerà il nuovo consiglio dell'Unione delle Comunità; il consiglio poi designerà il Presidente. A Roma, che ospita la comunità più numerosa, è avvenuto un «ribaltone»: gli esponenti della lista di tendenza conservatrice che ha conquistato tempo fa il consiglio della comunità sono risultati perdenti rispetto a un'allaenza di piccoli partiti laici e progressisti, guidata da Victor Magiar. «C'è un successo delle liste di ispirazione progressista e laica in tutte le comunità ebraiche italiane: a Roma, come a Milano, come a Torino - dice Victor Magiar -. Il fatto che questo accada simulta¬ neamente significa che gli ebrei italiani, di fronte a queste nuove tensioni che attraversano l'ebraismo e che rasentano anche alcune forme esasperate, hanno preferito confermare un atteggiamento storico fondato su una grande forma di tolleranza e di pluralismo. La comunità di Roma anticamente era la comunità delle "Cinque Scole" e questo è riaffermato». Secondo Magiar la polemica sulle norme restrittive che alcuni rabbini hanno voluto applicare verso i figli dei matrimoni misti ha giocato un ruolo importante: «Questo significa che gli ebrei italiani non vogliono avere scossoni, e il nostro impegno è quello di non dare uno scossone. Ciò che a noi sta a cuore è conservare l'unità delle comunità ebraiche. Il risultato elettorale per noi non segna una frattura, ma una volontà di ricomposizione». La coalizione vincente ha puntato sull'affermazione della diversità come ricchezza. Di conseguenza le liste romane «keillah» (comunità), «tefutzot» (diaspora) e «unione per l'unione» hanno condotto una campagna elettorale congiunta con lo slogan «diversi e uniti». Hanno ottenuto 14 delegati sui 23 a disposizione. Delle altre cinque Uste solo «Per Israele» manderà al congresso 9 delegati. L'attuale vicepresidente della comunità romana, Riccardo Pacifici, alla guida di questa Usta l'anno scorso era stato il più votato nelle elezioni per il rinnovo del «governo» ebraico romano. Ma domenica si è collocato settimo, dopo sei esponenti della coalizione vincente, scherzosamente definita «l'uhvo». Primo di loro Victor Magiar, seguito dallo psicoanalista David Meghnagi. Poi Enrico Modigliani, ex parlamentare del pri, e l'architetto Luca Zevi. Soddisfatto il neoeletto: «Il nostro programma resta quello di tenere a freno la minaccia di una frattura integralista nel perseguimento della via del dialogo». «Ribaltone» anche a Milano, dove si votava anche per il rinnovo del consiglio della comunità, non so¬ lo per eleggere i delegati al Congresso. «La voce della comunità», una lista laico-moderata, ha avuto 9 consiglieri su 17; una lista fortemente laica, «alternativa ebraica», uno. La lista moderatatradizionalista, che fino ad oggi guidava la comunità, ha ottenuto solo 6 consiglieri, contro i 13 del voto precedente, e l'ala fortemente tradizionalista ha espresso un solo rappresentante. Proprio in questi giorni a Milano si sta svolgendo la 21a conferenza dei rabbini d'Europa, con 120 rappresentanti di diversi Paesi, e alla presenza del rabbino capo di Israele, Meir Lau. Marco Tosarti Il rabbino capo di Roma Toaff
Persone citate: David Meghnagi, Enrico Modigliani, Luca Zevi, Magiar, Meir Lau, Riccardo Pacifici, Toaff, Victor Magiar
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