Usa e Europa, tregua sulle sanzioni

Usa e Europa, tregua sulle sanzioni Autorizzati rapporti economici con Iran, Libia e Cuba, cade un motivo di scontro tra alleati Usa e Europa, tregua sulle sanzioni Accordo tra Clinton e Blair LONDRA DAL NOSTRO INVIATO Armistizio sulle sanzioni. Bill Clinton e Tony Blair (per gli europei) trovano finalmente una via d'uscita ad un contenzioso che ha creato moltissimo malanimo tra Stati Uniti e Unione Europea e che stava minando pericolosamente il rapporto transatlantico. Clinton rinuncia a punire le tre aziende - Total, Gazprom, Petronas - che hanno firmato un contratto di 2 miliardi di dollari per lo sfruttamento petrolifero in Iran. In cambio ottiene maggiori garanzie europee nella lotta contro la proliferazione di armi di distruzione di massa. Il governo americano rinuncia anche a perseguire le aziende che hanno deciso di investire a Cuba - tra cui l'italiana Telecom - in violazione della legge Helms-Burton. I governi europei, da parte loro, s'impegnano a scoraggiare ulteriori investimenti che coinvolgono aziende e industrie «confiscate» dal regime castrista. Una giornata importante, dunque, che ha permesso a Clinton e Blair di rilanciare un «Partenariato economico transatlantico» che rischiava di rimanere con le ruote a terra. Ma la pace definitiva sul fronte delle sanzioni è ancora lontana perché le divergenze di fondo tra americani ed europei - Blair lo ha ricordato con chiarezza - rimangono profonde. Il duplice accordo raggiunto ieri rimuove comunque una spina insidiosa e stabilisce criteri più chiari per il futuro. «E poi scrivete che i G8 non servono...»: ha commentato scherzosamente il presidente del Consiglio Prodi con i giornalisti che gli chiedevano un commento sull'intesa. Quello sulla Helms-Bur- ton prevede la creazione di un apposito registro con l'elenco di tutte le aziende cubane che - secondo l'Amministrazione - sono state sequestrate da Castro dopo il 1959. E i governi europei s'impegnano a ostacolare - niente finanziamenti, niente crediti all'esportazione - gli investimenti a favore delle aziende contenute in quel registro (in pratica tutte le più importanti). E' un accordo accettabile anche per il Congresso americano che ha voluto la legge anti-Cuba? Fonti della Casa Bianca sostengono di sì. Anzi, assicurano di avere anche l'appoggio degli autori della legge, il senatore Jesse Helms e il deputato Dan Burton, ambedue esponenti della destra repubblicana. L'obiettivo principale della legge - ostacolare gli investimenti a Cuba - viene del resto mantenuto. In più, lo spazio di manovra di Fidel Castro, sempre abile nel giocare gli europei contro gli americani, si riduce. Ma è l'accordo sulla cosiddetta legge D'Amato contro gli investimenti in Iran e Libia che avrà le ripercussioni più importanti, sia perché gli appetiti dei grandi gruppi del settore energetico sono notevoli in Iran sia perché quel Paese è al centro di grandi mutamenti geopolitici. Il segretario di Stato Madeleine Albright è stata chiara: la rinuncia del governo alle sanzioni contro la francese Total, la russa Gazprom e la malese Petronas «risponde agli interessi nazionali più alti» degli Stati Uniti. La legge è un ostacolo alla ripresa del dialogo tra Washington e Teheran, e ì'Armninistrazione - con l'accordo di ieri - ha indicato di non volerla applicare in maniera rigida. E più semplicemente, la Albright si è anche accorta che «le sanzioni non avrebbero comunque bloccato il progetto». Sanzioni inutili, dunque, e che per di più stavano avvelenando i rapporti degli Stati Uniti con due Paesi importanti come la Francia e la Bussia. Gli incontri di Clinton con Chirac e Eltsin a Birminghan lo scorso fine settimana hanno del resto contribuito alla schiarita finale. Il governo iraniano ha subito commentato l'accordo in chiave anti-americana, sostenendo che gli Stati Uniti sono stati piegati dagli Europei. Clinton, da parte sua, ritiene di essere stato largamente compensato dalle assicurazioni degli europei - soprattutto dei russi - sul blocco dell'esportazione di tecnologia avanzata per la produzione di armi letali. «Questo, del resto, è l'obiettivo della legge. L'obiettivo non sono le sanzioni». In più, rAmministrazione ottiene dagli europei una Dichiarazione sul bacino del Caspio che punta a rinforzare il progetto di un mega-oleodotto che dal Mar Caspio attraverserà il Caucaso, e il Mar Nero per arrivare in Europa - a scapito della «rotta iraniana». Andrea di Robilant Premiata la scommessa della nostra diplomazia una linea morbida con i nemici del guerra fredda dopo Via libera alla realizzazione del gasdotto Eni da 3500 milioni di dollari, chiave della riconciliazione italiana con Gheddafì Scoraggiati investimenti con imprese «confiscate» dal regime castrista IL GRANDE BUSINESS " y444Wiwn'?*»ttrttll))itttH^iUtitUUrtWrtTittihitiTiAMIMthltUUtlMUitlwIiiltMnMMttmktfrlllffltmHlttttHTiniiiiiiiiiTiii^^^^^^ / IIJULIACUBA V996 1997 X ] ESPORTAZIONI IN MillARDi 2©7,2 IMPORTAZIONI IN MIUARDi $8,5 32,4 SALDt 11S,4 174,8 ITALIA -IRAN 1996 1997 ESPORTAZfONLIN MIUARDi 1109,3 1441,3 IMPORmZIONI IN'MIlfARtfl. ^$99% J» 1IMI7 ■ SALDI .1882,6 -1605,7 ITALIA <- LIBIA *—«*- -■«• . *996 : *997 ESPORTAZIONI IN MLD 1867,3 1721,3 1 IMPORTAZIONI IN MLD 6987,3 7592,3 SALDI -8426 -5871 / DA CHI CI ARRIVA IL PETROLIO DATI IN MILIARDI DI TONNELLATE* Caup AA Clinton e Blair salutano la folla a Londra dopo aver raggiunto una intesa sul problema sanzioni