Dalla Turchia guerra a Imola

Dalla Turchia guerra a Imola Schedati i consiglieri comunali dopo il sì a un ordine del giorno Dalla Turchia guerra a Imola «Il genocidio armeno? Solo illazioni» ROMA. Guai a chi parla del genocidio armeno! Il governo turco, anche se è solo il lontano erede del «Triumvirato» responsabile dello sterminio di un milione e mezzo di armeni nel 1915 reagisce fulrnineamente se gli si chiede di riconoscere l'esistenza del genocidio; forse nel timore di trovarsi coinvolto in un caso analogo a quello dei beni degb ebrei trucidati dai nazisti. Ma non si limita a protestare; «scheda» chi avanza proposte di «mea culpa»; anche se lo schedato è il consiglio comunale di un paese diverso dalla Turchia. E' successo a Imola, nei giorni scorsi. Il Consiglio comunale, sull'esempio di altre città e istituzioni, vota un ordùie del giorno di solidarietà per la giornata del ricordo del genocidio armeno del 1915, chiedendo che anche la Turchia lo riconosca come tale. L'ordine del giorno è approvato all'unanimità dei presenti, maggioranza (di sinistra) e opposizione compresa. L'avvenimento sfugge alla maggioranza dei mass media. Ma l'ambasciata di Turchia lo scopre, e invia una dura lettera di protesta al dott. Aldo Laganà, indipendente di sinistra, e presidente del consigbo. Il messaggio prospetta «un'eventuale revisione» della risoluzione votata; accenna al fatto che la Turchia considera «l'Italia un Paese amico, con la quale le relazioni a cominciare da quelle commerciab ed economiche sono in continuo sviluppo in tutti i settori»; e ripropone la tesi ufficiale «negazionista». Il governo turco dell'epoca fu costretto a deportare gb «armeni ribelli» (vecchi, donne e bambini); e in seguito alla deportazione «le condizioni climatiche, le epidemie e le difficoltà economiche provocarono purtroppo dei morti». La lettera deU'ambasciata perciò parla di «illazioni sul cosidetto genocidio armeno» e accusa 0 consigbo comunale di aver dato «un esempio di irreponsabibtà». Questo perché «simib risoluzioni incorag giano i militanti armeni ad intra prendere azioni terroristiche». E in effetti dal 1977 al 1980 un'associazione chiamata «Asala» (Commando dei giustizieri del genocidio armeno) commise attentati anche sanguinosi, nella folle speranza che quei gesti potessero spingere i turchi a riconoscere l'esistenza del genocidio «negato». «Sono rimasto sconcertato da questa reazione - ci ha detto Laganà - ma daremo un seguito, risponderemo. Non voghamo essere messi in un mirino poco simpatico». Già, perché l'incaricato d'affari del consolato turco di Milano ha telefonato al Comune chiedendo dati pobtici e personab dei votanti. «Chiamiamole pure schedature! - dice Laganà -, E questa è una cosa sbalorditiva. E' l'arroganza con cui è stata fatta questa richiesta che mi ha lasciato sconcertato». A che cosa servono quei dati? Marco Tosarti

Persone citate: Aldo Laganà, Laganà

Luoghi citati: Imola, Italia, Milano, Roma, Turchia