Ulivo mondiale? Intemazionale divisa di Enrico Singer

Ulivo mondiale? Intemazionale divisa A Oslo 140 partiti della sinistra; parole d'ordine: pace e terzo mondo Ulivo mondiale? Intemazionale divisa D'Alema-. Gonzàlez non deve occuparsene OSLO DAL NOSTRO INVIATO L'Intemazionale socialista prepara il suo rinnovamento. E per l'occasione a Oslo sono arrivati tutti i leader degli oltre 140 partiti e movimenti che vi si riconoscono. Dall'Italia è arrivato un Massimo D'Alema rilassato «che meraviglia sarebbe andare in barca tra questi fiordi», dice mentre atterra l'aereo - ed è proprio lui a chiarire la vera chiave in cui va letto il summit norvegese. «Ascolteremo il rapporto di Felipe Gonzàlez sull'attività della sua commissione che era stata creata per riscrivere il programma fondamentale dell'Internazionale. In altre parole, sapremo quale domani avrà tutta questa grande organizzazione con tanta storia». Con tanta storia, ma anche con la necessità di adeguarsi a quel processo di «globalizzazione» dei meccanismi politici ed economici che impone a tutti nuove strategie. Forse anche l'allargamento dei confini dell'Internazionale a forze di diversa origine, come il partito democratico Usa? «La commissione Gonzàlez non doveva occuparsi di questo», dice D'Alema che non vuole entrare nel terreno minato del dibattito sul cosiddetto «Ulivo mondiale» che piace di certo molto più al laborista inglese Tony Blair e a Walter Veltroni che al segretario della Quercia. Il rapporto di Felipe Gonzàlez sarà discusso durante una cena ristretta al «presidium» dell'Internazionale che è il massimo organo dirigente composto dai leader dei partiti più importanti-in tutto una ventina - e poi portato alla discussione generale. Anticipazioni sulle proposte di Gonzàlez, ieri, non ne circolavano. Oggi si saprà. Ma se questo è il tema di maggiore rilievo per il futuro dell'Internazionale, il Consiglio di Oslo ha anche un ordine del giorno ufficiale altrettanto importante: la «solidarietà globale». Che significa, prima di tutto, iniziative per la pace. E a Oslo dove la trattativa arabo- israeliana mosse i primi passi - si ritrovano ancora una volta Yasser Arafat (il partito di Fatah fa parte dell'Internazionale) al fianco di Simon Peres, leader storico del laburismo israeliano. In questo momento le prospettive del processo di pace sono schiacciate dal pessimismo. Stamane Arafat e Peres parleranno alla sessione dedicata appunto alla pace. Ma già ieri sera il leader palestinese, in una conferenza stampa, ha detto di sperare che il treno della pace si rimetta in marcia e ha con¬ dannato ogni violenza. Toni che gli osservatori israeliani presenti hanno giudicato come «più cauti e incoraggianti». L'altro grande tema in discussione a Oslo è quello che si potrebbe battezzare «democrazia e globalizzazione». Come adeguare le forme di partecipazione democratica internazionale - dalle Nazioni Unite al Fondo Monetario, alla Banca Mondiale - alle nuove realtà che si sono imposte sulla scena planetaria. Anche ai problemi più gravi che rimangono da risolvere: quello dei diritti umani e delle crisi economiche che pesano in modo anche drammatico - quanto sta accadendo in Indonesia ne è una tragica prova - su questa fine di millennio. Proprio di questo tema si occuperà a Oslo Massimo D'Alema che aprirà, con la sua relazione su «democrazia e diritti umani», la sessione di oggi pomeriggio. Le questioni di politica interna italiana, per una volta, dovrebbero rimanere lontane. Enrico Singer Massimo D'Alema

Luoghi citati: Indonesia, Italia, Oslo, Usa