Il nonno che vive sottozero di Gabriele Romagnoli
Il nonno che vive sottozero A MERICANE Il nonno che vive sottozero BREDO Morstoel, di Nederland, Colorado, abita in una cassa sigillata, in posizione verticale, dentro una baracca di lamiera. Dalla cassa esce un tubo collegato a una specie di macchina del ghiaccio. Quando i cubetti si sciolgono bisogna azionarla, perché Bredo «sopravviva». Vive lì da quando è morto, nove anni fa. Suo nipote Trgyk, che abitava in Norvegia e credeva ai folletti, alla scienza e al tempo che verrà, quando ebbe notizia del nonno in coma prese il primo aereo, arrivò in Colorado, trasportò il moribondo in California, dove, a pagamento, un laboratorio lo ibernò appena trapassato, poi gli fornì la cassa e la «macchina del ghiaccio» per la manutenzione del surgelato. Trgyk ha riportato il nonno a casa e l'ha sistemato nella baracca sul retro, nel mezzo di un prato che la neve copre per nove mesi su dodici, dove giudicò che poteva sentirsi a suo agio, nella nuova condizione. Comin¬ ciò poi a calcolare la data opportuna per lo scongelamento, comunque non prima di vent'anni dall'ibernazione. I suoi studi vennero interrotti dall'ufficio immigrazione, che, a visto scaduto, cinque anni fa, lo rispedì tra i fiordi. Partì senza dire nulla, una mattina di settembre. Fu un uomo di nome Bo Shaffer, venuto a sigillare la proprietà, a trovare il cassone verticale e la macchina che gli rollava i cubetti. Telefonò a Trgyk: «Posso spegnerla?». «No! E' il nonno!». Bo annunciò al paese: «Bredo adesso sta in frigorifero». Abitano in 1500, a Nederland, Colorado. Hanno stabilito dei turni per andare a cambiare il ghiaccio, ogni tre giorni. Una volta a testa, copriranno i prossimi undici anni. Poi si vedrà. Magari Bredo avrà voglia di scaldarsi. Per adesso sta a mollo nella baracca. Ogni tanto si versa un cubetto. Gabriele Romagnoli
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