Tra cessioni e matricole in Borsa 40 mila miliardi di Ugo Bertone

Tra cessioni e matricole in Borsa 40 mila miliardi Tra cessioni e matricole in Borsa 40 mila miliardi MILANO. Macché sottosviluppata, basta con le banalità. «La Borsa italiana - tuona da Firenze il presidente della Borsa spa Stefano Preda - è più trasparente ed efficiente degli altri listini». Dopo un anno e mezzo di crescita impetuosa, molti segnali confortano l'orgoglio di Preda, alla vigilia di un'estate decisiva per la Borsa. Tra matricole, aumenti di capitale e privatizzazioni, nei prossimi mesi il mercato azionario chiederà al pubblico più di 20 mila miliardi di lire. La cifra, poi, dovrebbe almeno raddoppiare entro la fine del '98 se si tien conto delle privatizzazioni in cantiere entro la fine dell'anno (Aeroporti di Roma, Bnl, Autostrade). Si andrà, quindi, senz'altro oltre i 40 mila miliardi. Non sono pochi, soprattutto se si pensa ai soldi che il listino ha già assorbito nell'ultimo anno e al calo della propensione al risparmio delle famiglie italiane, segnalato dalla ricerca annuale dell'Istat. Le ragioni per essere ottimisti, però, non mancano. Primo, di qui a luglio nelle tasche degù azionisti (ormai sono milioni) finiranno da 15 a 17 mila miliardi circa sotto forma di dividendi. E buona parte di quei quattrini tornerà in Borsa. Secondo, perché la fuga dai Bot continuerà anche nei prossimi mesi: nel biennio '98-99, secondo Prometeia, il nuovo risparmio a disposizione delle famiglie dovrebbe ammontare attorno ai 150 mila miliardi, mentre il Tesoro non ne assorbirà più di 30 mila in nuove emissioni. Eppoi, ed è la cosa più importante, la Borsa sembra poter offrire a privati e gestori, italiani e stranieri (ormai sono 25 le strutture stabili che operano in Italia), opportunità per tutte le esigenze. Per chi è alla ricerca di un'alternativa secca al Bot, ad esempio, è difficile trovar di meglio della quarta tranche dell'Eni. A fine giugno il Tesoro metterà in vendita titoli per 12 mila miliardi. Negli stessi giorni i «cassettisti» fedeli, che hanno conservato i titoli Eni per 12 mesi rice¬ veranno un'azione gratis ogni dieci sottoscritte. Anche grazie a questo «bonus» il rendimento di un titolo Eni nell'ultimo anno è stato assai superiore al 10%, contro il 4% attuale di un Bot. Caratteristiche simili dovrebbe presentare l'Aem Milano (offerta di 2 mila miliardi) società che si presenta al mercato con risultati di bilancio lusinghieri e la prospettiva di rendimenti interessanti e costanti nel tempo. Per chi, accanto alla cedola, vuol tenere un occhio di riguardo all'eventuale capital gain, il supermarket azionario è pronto ad offrire la Popolare di Verona, matricola di lusso del settore bancario (offerta sui 2 mila miliardi) o, in campo assicurativo, la Bayerische Vita (120 miliardi) una delle compagnie più aggressive e dinamiche sul piano commerciale. Finalmente i campioni del «made in Italy» bussano alla porta del mercato. E la qualità delle matricole appare buona, dicono gli analisti: si va dalla Beghelli, quella del salvavita, alla bresciana Ge- fran, una dello società più interessanti sotto il profilo della tecnologia; dalla Castelgarden, tra i leader mondiali nel campo dei tosaerba, alla Emak di Reggio Emilia che opera nello stesso settore, alla Sol, gas industriali, della famiglia Fumagalli. Infine, cosa ancor più importante, toma il «figliol prodigo», ovvero quelle società che in passato hanno preferito altre Borse. E' il caso della Sgs-Thomson, gioiello dei microchips italo-francese che, dopo Wall Street e Parigi, affronterà l'esame di Milano. E già si profila l'esordio italiano di Luxottica, gioiello di Agordo a Wall Street. Ugo Bertone

Persone citate: Fumagalli, Preda, Stefano Preda, Thomson

Luoghi citati: Agordo, Firenze, Italia, Milano, Parigi, Reggio Emilia, Roma, Verona