Incubo nel Corno d'Africa
Incubo nel Corno d'Africa Addis Abeba accusa Asmara (che smentisce) di aver occupato una zona di confine contesa e lancia ultimatum Incubo nel Corno d'Africa Etiopia-Eritrea, si toma a sparare NAIROBI NOSTRO SERVIZIO E' scaduto l'ultimatum etiopico che chiedeva l'immediato ritiro dei soldati eritrei dal confine nord-orientale del Paese. E' la prima volta dopo l'indipendenza dell'Eritrea, sancita da un referendum nel 1993, che i rapporti fra i due Stati tornano seriamente a incrinarsi. Secondo fonti di un'agenzia Onu, 50 camion carichi di soldati sarebbero partiti ieri da Addis Abeba per dirigersi alla frontiera. All'origine della disputa, a dire il vero mai cessata del tutto, è il problema dei confini nella zona di Bademme, nella provincia settentrionale del Tigrai, la cui etnia è al potere a Addis Abeba. Mercoledì scorso il Parlamento etiopico, riunito in sessione d'emergenza, aveva denunciato lo sconfinamento di truppe eritree rafforzate da mezzi corazzati nella zona. Haile Woldensae, ministro degli Esteri di Asmara, aveva smentito, dichiarando che il 6 maggio scorso truppe etiopiche erano penetrate per decine di chilometri nel SudOvest dell'Eritrea dove avrebbero «aperto il fuoco e causato gravi danni». I dissapori tra Asmara e Addis Abeba sono progressivamente peggiorati dallo scorso novembre, quando, per la prima volta il governo di Asmara ha battuto la propria moneta, il «nafka» in sostituzione del «birr» etiopico che era utilizzato in entrambi i Paesi. Il cambio imposto dal presidente eritreo Isaias Afeworki è stato di uno a uno, in contrasto con il reale valore delle due valute che è regolato dal rapporto con il dollaro, più favorevole alla moneta etiopica. A questa imposizione, Addis Abeba ha risposto chiedendo che i rapporti econòmici fra i due Paesi venissero definiti non p$ì;in moneta locale, m# in valuta pregiata. Questa situazione ha causato non pochi problemi negli scambi, e nelle zone di confine le tensioni si sono acuite. Mercoledì i voli dell'«Ethiopian Airlines» fra le due capitali erano stati sospe¬ si; progressivamente sono stati chiusi i confini della zona del Tigrai e i porti eritrei di Massaua e Assab (quest'ultimo solo parzialmente, almeno fino a ieri), che sino ad allora rappresentavano il principale sbocco del traffico marittimo etiopico. Insomma, da circa due giorni l'Etiopia - che nel frattempo ha ritirato le navi ormeggiate in acque eritree - è quasi isolata dal mare e costretta a servirsi del più lontano porto di Gibuti. Il fatto che proprio il controllo del mare è stato, per oltre trent'anni, al centro della lunga guerra tra Asmara e Addis Abeba, dà un'idea di quanto sia seria la situazione. La preoccupazione nella regione è crescente, tanto che Laurent Kabila, presidente del Congo (l'ex Zaire) ha annullato il previsto vertice sui problemi dello sviluppo e della sicurezza dei Grandi Laghi «in segno di solidarietà con due Paesi amici». Al vertice erano stati invitati 16 Capi di Stato. Il primo tentativo ufficiale di mediazione è stato avviato dal presidente gibutino Hassan Gouled Aptidon, in qualità di presidente di turno dell'Autorità intergovernativa per lo sviluppo (Igad), l'organismo di cooperazione regionale per il Corno d'Africa di cui Etiopia ed Eritrea fanno parte. Per ora Aptidon ha incontrato solo il premier di Addis Abeba, Meles Zenawi, la cui posizione resta ferma sul ritiro delle truppe di Asmara. Il presidente eritreo Isaias Afeworki, in visita a Kigali, ha avuto un colloquio con il leader ugandese Museveni. Le diplomazie sono al lavoro, e fonti di Gibuti danno per probabile un accordo su una mediazione americana. La Farnesina, molto attiva nel gruppo dei partner dell'Igad, ha espresso preoccupazione e il desiderio che due Paesi così importanti del Corno d'Africa, nonché amici dell'Italia, possano al più presto superare questa disputa. Francesca Baronio Chiuse le frontiere terrestri I porti del Mar Rosso vietati alle navi dell'ex oppressore ADDIS ABEBA ETIOPIA SOMALIA Militali etiopici: Asmara ritorce su di loro le accuse di sconfinamento
Persone citate: Assab, Francesca Baronio, Haile Woldensae, Hassan Gouled Aptidon, Isaias Afeworki, Laurent Kabila, Meles Zenawi, Museveni
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