Vaciago: postini campioni d'assenteismo di Enzo BacaraniClaudio Giacchino

Vaciago: postini campioni d'assenteismo Dopo il caso-Torino, il direttore generale accusa e promette: miglioreremo con l'assunzione di 12.000 trimestrali Vaciago: postini campioni d'assenteismo «Lavorano poco e sono incentivati a rimanere a casa» TORINO. Non si può dire che Cesare Vaciago abbia peli sulla lingua. Alla domanda «perché le Poste vanno male?» risponde, in una nuvola di fumo delle amate Gauloises: «Perché si lavora poco. Dobbiamo fare i conti con un assenteismo altissimo, è del 20%. Se penso che alla Fiat è del 3. Se penso che da noi lo stare a casa è addirittura incentivato, pianificato». Sospiro, nuova tirata di sigaretta, un sussulto: «Però, la realtà dell'ente è migliore della sua immagine». Cravatta della Juventus maculata di cenere, la camicia macchiata di caffè, Vaciago è il direttore generale delle Poste. Manager dei trasporti di Roma e poi delle Ferrovie sotto Necci, è giunto nello scalcinato mondo della corrispondenza accompagnato dalla fama di tagliatore di teste, di dirigente ricco di arte oratoria. Fama quest'ultima mica campata in aria: il condottiero dei 175 mila postali è uomo facondo, quando comincia a parlare diventa un tritatutto. Così, alla Camera del Lavoro di Torino, prima che s'inizi il convegno sulle «Nuove poste verso il Duemila» organizzato dai demo¬ cratici di sinistra, eccolo garantire: «Non esiste una particolare crisi del servizio, la città subalpina non è un caso». Annuire sotto voce di sindacalisti locali: «Altroché, in Calabria, Sicilia è ben peggio». Se non è malaccio la situazione torinese dove anche ieri, e la prossima settimana, almeno 30 mila famiglie non vedranno il portalettere, dove nei centri della cintura lettere e stampe vengono consegnate a giorni alterni, significa che il carrozzone postale è ben sfasciato. E' a questo punto che Vaciago accusa i postini d'essere scansafatiche e su Torino afferma: «La città è divisa in 640 zone: in 40 le cose vanno male perché la mancanza di portalettere è solo colpa nostra. Ma altre 120 zone sono scoperte dall'assenteismo e ciò non è imputabile all'azienda ma a comportamenti devianti. Favoriti pure da un andazzo storico in base al quale il personale è incentivato a darsi malato». Prassi dello straordinario che, a dar retta a Vaciago, favorisce questa sorta d'accordo: «Oggi te ne stai a casa tu, io lavoro per te e guadagno di più. Domani sto a casa io, tu mi copri e guadagni di più». Comunque, il direttore generale vuol far credere che il carrozzone è meno derelitto di quanto il cittadino sperimenta e «presto, con l'assunzione di 12 mila trimestrali, di cui nulle a Torino, anche il recapito marcerà come si deve». Si badi bene, il recapito, che nei 14 mila uffici della Penisola non ci sono grossi problemi e il personale non è oggetto di rampogne. «Là, negli uffici, l'assenteismo è basso, del 3%». Quindi, ancora i postini, e solo loro, sono nullafacenti. Il condottiero di quest'esercito afflitto dall'assenteismo finisce per professare ottimismo, tant'è che il suo discorso va a sfociare sulla modernizzazione, sull'informatizzazione, sulla consegna pomeridiana. Vaciago assicura: «Questo servizio supplementare è decisivo, imprescindibile, dobbiamo attuarlo al più presto». Ma, non sarà solo una fantasia la posta anche al pomeriggio se già non si è capaci di consegnare quella mattutina? E' un po' come se una squadra facesse programmi per partecipare alla Champions League quando fatica a restare in A. Quella A da cui, in Europa, le nostre Poste sono escluse, almeno sotto il profilo economico: «Tutte guadagnano, tranne noi e i greci con i quali lottiamo per non essere all'ultimo posto nella classifica del rendimento finanziario», rivela il direttore nel congedarsi per dare inizio al convegno durante il quale leggerà anche una relazione di Corrado Passera, l'amministratore delegato. Relazione che contiene i commenti e le accuse. Senta, Vaciago, ancora una domanda: «La Uil e la Cisl dicono che a lei, che è di area pds, non interessa migliorare il servizio, che ha una sola mira politica: distruggere la supremazia storica della Cisl nelle Poste a beneficio della Cgil». La risposta è un sorriso di condiscendenza: «Sciocchezze: quando si tende ai cambiamenti portatori di vantaggi c'è sempre chi pensa ancora in termini di parrocchie e parrocchiette. Tutto ciò perché manca una vera cultura imprenditoriale». Enzo Bacarani Claudio Giacchino «Molti colleghi stringono accordi Uno si mette in mutua e l'amico lo sostituisce guadagnando di più con gli straordinari Il giorno dopo i ruoli si invertono»

Persone citate: Cesare Vaciago, Corrado Passera, Necci, Vaciago

Luoghi citati: Calabria, Europa, Roma, Sicilia, Torino