Cossiga: perché boccio Berlusconi

Cossiga: perché boccio Berlusconi Cossiga: perché boccio Berlusconi «Alle europee i cattolici uniti, ma senza azzurri» INTERVISTA COME NASCE IL CENTRO PRESIDENTE Cossiga, Kohl preme perché Forza Italia venga ammessa nel Partito popolare europeo. Non le sembrano invadenti, i tedeschi? «Non mi scandalizzo. Il Parlamento europeo si troverà a svolgere un ruolo ben maggiore che in passato. Alla sua approvazione sarà sottoposta la stessa nomina del presidente e dei membri della Commissione esecutiva, cioè l'embrione del governo europeo. C'è di più». Che cosa? «A quanto credo di sapere, un gruppo di eminenti esponenti europei della politica e delle istituzioni rivolgerà ai partiti l'invito a designare ciascuno, collegato alle proprie liste, un candidato alla presidenza della Commissione. In questo modo, il prossimo Presidente verrebbe praticamente eletto a suffragio diretto e universale. Dunque è comprensibile che il leader della "grande Germania" e del più grande partito del Ppe si interessi di quello che potrà essere l'apporto italiano agli equilibri europei. Salvo che...». Salvo che cosa? «Una questione così importante dovrebbe richiedere una più attenta meditazione. Sull'argomento io la penso come D'Alema». D'Alema? E che c'entra? «Non molte settimane fa affermò che i partiti socialisti, socialdemocratici e laburisti si dovrebbero presentare alle elezioni del '99 col simbolo del Partito socialista europeo. Allora dissi che a questa decisione ne dovrebbe corrispondere una analoga da parte dei partiti di ispirazione cristiana o che, essendo liberal-democratici, abbiano una considerazione eminente dei valori cristiani». Che cosa dovrebbero fare, se condo lei, questi partiti? «Alle elezioni del prossimo anno dovrebbero presentarsi sotto il simbo lo del Partito popolare europeo». Voi dell'Udr e chi altro? «Mi riferisco innanzitutto agli amici del Ppi, di Rinnovamento, a Prodi e ai suoi più diretti sodali». Finora non si direbbe che l'i dea di presentarvi tutti sotto le insegne del Ppe abbia fatto strada. Come mai? «Innanzitutto c'è il disegno di Blair e Veltroni, che vorrebbero mettere da parte la vecchia solidarietà socialista per dar vita a un nuovo fo rum destinato a comprendere - oltre ai partiti della sinistra europea - an- che i democratici americani e non ricordo quale forza giapponese». Qual è l'altro ostacolo? «Che alcuni vedono una contraddizione tra il Ppe e l'alleanza di centro-sinistra di cui fanno parte». E come mai? «Perché il Ppe in Europa è un partito democratico di massa, distinto e concorrente del Pse. Ciò non esclude che in alcuni Paesi - Belgio, Lussemburgo e Italia - possa esserci un'alleanza tra partiti che fanno parte del Ppe e del Pse. Ma chi ritiene che per sua natura la politica dei Cattolici democratici in Europa possa avere un solo modulo di collaborazione, quello con i socialisti, deve cercare forme di aggregazione diverse dal Ppe». Magari quel Super Ulivo europeo vagheggiato da 42 parlamentari del Ppi... «Il loro appello, benché sincero e appassionato, rischia di suscitare dubbi, perplessità e timori laddove vuol rendere normale e necessaria, per l'Europa di domani, la politica odierna e tutta nazionale del centro-sinistra nostrano». Con quale gioia di Kohl, è facile intuire. Non per nulla, il Cancelliere vuole Berlusconi nel Ppe. Lei cosa ne pensa? «Che il problema dell'ingresso di Forza Italia si è posto con troppa ra¬ pidità e pesantezza». Ha manifestato a Kohl questa sua opinione? «Gli ho chiesto un colloquio, senza ricevere riscontri. Aznar, invece, con cortesia squisita mi ha subito chiamato al telefono. Ci vedremo nei prossimi giorni». E Martens, protagonista dell'incontro di Arcore? «Ah, lui mi ha detto di essere lietissimo per la domanda di iscrizione che ho presentato al Ppe. In base al suo statuto, anche i singoli possono iscriversi». L'hanno accolta? «Finora non si è avuta una decisione. Anzi, mi si è fatto sapere che sarebbe opportuno che presentassi curriculum e commendatizie. Sto pensando di vedere se Marini, Casini e Buttiglione potrebbero garantire per me. Forse non ho titoli... Ma sono contento, altrimenti mi sareb- be potuto venire il sospetto che il ritardo dell'accettazione nel Ppe fosse dovuta al timore di avermi tra i piedi al momento di decidere l'ammissione di Forza Italia». Lei si sarebbe opposto? «Sì. Non è possibile ammettere Forza Italia nel gruppo parlamentare europeo prima che siano stati sciolti alcuni nodi. Occorre che Fi esprima un'adesione chiara e precisa ai principi dei popolari europei». Perché, ne dubita? <(A dubitarne non sono io, ma persone come Martino, Taradash e altri. Poi occorre che Fi si dia un ordinamento davvero democratico». Ma se hanno appena fatto un congresso I «Non basta eleggere un presidente per acclamazione. E poi, mi duole dirlo perché so quanto addolori l'amico Berlusconi, ci vuole la soluzione del conflitto d'interessi». Alcuni esponenti del Ppi chiedono che Berlusconi venga anche prosciolto dalle accuse di corruzione. «Questo è un atteggiamento giustizialista che tra l'altro dimentica la tragedia di noi de. Piuttosto, non trascurerei l'alleanza organica con un partito di destra come An». Contrario anche a un'adesione al Ppe dei singoli parlamentari europei di Fi? «Se ne potrebbe parlare, purché sia un'adesione che prescinda dalla loro appartenenza a Fi, frutto di una personale scelta politica e non di trattative. Ad esempio, mi sembrerebbe strano che, ove mai facesse domanda, non fosse accolta quella di Pisanu, già capo della segreteria politica di Zaccagnini ed esponente della corrente morotea. Naturalmente, presenti come me curriculum, titoli, credenziali e garanzie... Ma mi sembra una cosa irrealistica e offensiva per Fi. E non conforme al "patto dei maccheroni tricolori" di Arcore tra Martens e Berlusconi». Ugo Magri Solo Forza Italia «cossighiani» e Rifondazione sono d'accordo Elia: fare chiarezza Il Polo spaccato e il Cavaliere insiste: «Più poteri per il Capo dello Stato» della commisme. E invita ad finizione della prima di dare nitivo. o spaccato Cavaliere Più poteri er il Capo ello Stato» A sinistra l presidente del Senato Nicola Mancino A destra l'ex Capo dello Stato Francesco Cossiga chio msi inseguì, invano, per decenni. E non vuole che dubbi e timori possano portare a ripensamenti e marce indietro dei rifor¬ sanu, quello che nasce «è un privata, ha commentato positivamente l'elezione diretta del presidente della Repubblica approvata dalla Camera: «E' il presidenzialismo che mi va bene». Nessun commento, invece, sull'ipotesi di una candidatura al Quirinale: «Ai "se" non rispondo». Il leader dell'Italia dei valori ha confermato invece il «no» al patto di casa Letta sulla nuova legge elettorale: «Non può essere violata la volontà del popolo. Per questo stiamo raccogliendo le firme >. contro la quota proporzionale. E il Parlamento dovrà tener conto». Ir. i.] A sinistra il presidente del Senato Nicola Mancino A destra l'ex Capo dello Stato Francesco Cossiga

Luoghi citati: Arcore, Belgio, Europa, Germania, Italia, Lussemburgo