La Banlieue in passerella di Enrico Benedetto

La Banlieue in passerella A Parigi un atelier di periferia, con sartine e modelle povere La Banlieue in passerella Eh PARIGI un défilé di bassa moda. Le modelle arrivano dalla banlieue, gli abiti pure. Niente riflettori, rinfreschi sontuosi, provocazioni sartoriali con obiettivo prima pagina. Al Fassage River (arrondissement ultrapopolare, l'XI) sfilava, ieri mattina, l'altra faccia del pianeta haute couture. Ragazze carucce ma non esangui né bioniche, con il foruncolo sotto il fard a rassicurare le loro coetanee, il collant che fa una piega, l'ancheggiare perfettibile. Non si chiamano Claudia, Naomi, Carla, bensì - da brave maghrebine - Djalila, Jasmine, Fatima... E la griffe? Una specie di «arte povera» in versione abbigliamento: fantasia e prezzi abbordabili. Perché bisogna pure vestirsi, e la gonna a quarantamila Lire non finirà nelle réclames su «Paris-Match» ma lascia qualche soldino per una domenica pomeriggio con il moroso. Nessun ricamo dunque, e finiture rigorosamente a macchina. In genere dritte, ma è meglio controllare. La stilista si chiama Linda Madani. Non ha ufficio stampa ed è introvabile sul Who's Who. Vive in periferia, lavora con volenterosi atelier locali dove sbarcano le teen-agers ripetenti per usare finalmente le mani e non la biro. Dice che l'establishment tessile diffida. Alle boìte, l'industria non chiède idee bensì manodopera da minimi salariali. Ma Linda ha voluto provarci lo stesso. Le sue operaie-modelle-sartine dovrebbero gemellarsi con i disoccupati inglesi di «Full Monty». Con una differenza fondamentale: la loro sfida al pregiudizio è reale, non cinematografica. Diranno le cronache se l'iniziativa ha un avvenire. Ma nel trentennale del Maggio francese, intenerisce. Nel '68 i contestatori irruppero a Cannes esigendo un «festival alternativo». Oggi tocca alla passerella dell'utopia. Enrico Benedetto

Persone citate: Madani

Luoghi citati: Cannes, Parigi