La polizza «incidenti sul lavoro» di Giuseppe Alberti

La polizza «incidenti sul lavoro» ASSICURAHOMi La polizza «incidenti sul lavoro» ONO molte le attività imprenditoriali che potrebbero avvalersi, con profitto, della formula assicurativa «reo» (responsa- s bilità civile operai). In realtà, pochi vi ricorrono, soprattutto quando l'attività è particolarmente rischiosa e il costo della polizza, in conseguenza, piuttosto salato. Fra i lavori più a rischio ci sono l'edilizia, la carpenteria, la costruzione e manutenzione di strade urbane ed extra, le fonderie, i lavori di falegnameria e di idraulica, le miniere, le manutenzioni agli impianti elettrici ad alta tensione, le imprese di pulizia in generale ecc.. Tale assicurazione viene, di solito, abbinata alla «re verso terzi» e, naturalmente, entra in funzione solo quando il dipendente è assunto (mai nei casi di lavoro in nero). RIVALSA INAIL La «reo» tutela, dal punto di vista economico, il datore di lavoro, quando l'infortunio è avvenuto per l'inosservanza di uno o più accorgimenti previsti per la prevenzione degU irùportuni»,JJn esempio tra i tanti: l'operaio che utilizza una mola abrasiva senza proteggersi con gli occhiali appositi e che, per un incidente, riporta danni alla vista. L'Inail provvedere a rimborsare il danno all'infortunato, ma avrà il diritto di rivalersi nei confronti del datore di lavoro sia per il salario sia per l'eventuale pensione di invalidità che verrà corrisposta alla vittima. PROBLEMI Se il datore di lavoro ha stipulato la polizza «reo», sarà la compagnia a rifondere l'istituto previdenziale, nonché gli eventuali danni riportati dal dipendente. Ma se la polizza è «d'annata», vale a dire sottoscritta alla fine degli Anni Ottanta e mai aggiornata, possono nascere dei problemi. Infatti, occorre fare un passo indietro e cioè alla legge sugli infortuni sul lavoro ('65). Tale norma esonerava il datore di lavoro, purché in regola con l'Inail, da ogni responsabilità, salvo il caso di condanna penale per omicidio colposo o lesioni colpose. SENIENZE Una serie di sentenze della Corte Costituzionale ha radicalmente cambiato scenario: la Consulta, fra l'altro, ha chiarito che, mentre l'Inail risarcisce il mancato guadagno (anche con rendite vitalizie per chi è invalido o per i familiari superstiti), altra cosa è il «danno biologico», cioè il danno alla salute, all'integrità fisica, che è indipendente da qualsiasi questione di reddito. Di tale danno, il datore di lavoro risponde, se non prova di aver adottato tutte le misure necessarie per la tutela della salute. Quindi non vale la «limitazione» ai casi di condanna penale. Si può trattare di cifre consistenti che le compagnie ritenevano «non previste, né prevedibili» quando furono stipulati i contratti, che si riferivano ai casi previsti dalla legge in vigore. Le polizze emesse attualmente prevedono queste ipotesi di garanzia ma, come accennato, il loro costo è più elevato. DIFFERENZA Come per i veicoli a motore (più potente è l'auto, più elevati sono i premi), anche in questo settore più l'attività è a rischio e più salate sono le tariffe. Considerando, per esempio, un massimale di 2 miliardi di lire, in una «reo» per la macellazione di animali il tasso è di 9 lire per ogni mille lire di retribuzione, ma sale a 37 lire se si tratta di un taglialegna. Giuseppe Alberti e l E