Rottamazione per i negozi
Rottamazione per i negozi i VADEMECUM Due norme della Finanziaria consentono ai commercianti e agli artigiani di ammodernare i locali e investire in macchinari usufruendo di incentivi Ecco quali sono e come sfruttarli Rottamazione per i negozi RINNOVARSI per sopravvivere. La concorrenza sempre più forte costringe gli esercenti ad affrontare onerosi lavori di ristrutturazione degli spazi di attività e a investire in macchine e attrezzature. Non solo il ricorso a strumenti informatici più aggiornati può portare a un risparmio nei costi del personale, ma anche l'arredamento e le modalità di esposizione della merce possono risultare fattori decisivi. Ai commercianti che intendono investire nella propria azienda, la legge mette a disposizione interessanti incentivi. Due norme, in particolare, sono state varate con l'ultima Finanziaria. Vediamo quali possibilità si sono aperte, e con quali limiti. 1)PER GLI IMMOBILI L'articolo 14 del collegato alla Finanziaria prevede, al comma 2, che per i periodi di imposta '98 e '99 è possibile applicare nei locali in cui si esercita l'attività la deduzione in quote costanti in tre anni per «le spese di manutenzione, riparazione, ammodernamento e ristrutturazinne relative agli immobili ammortizzabili posseduti o detenuti». Tra i lavori agevolati sono comprese le opere riguardanti gli impianti elettrici, idraulici, di riscaldamento e condizionamento, mentre sono esplicitamente esclusi gli impianti igienici. La parola fondamentale del testo è l'aggettivo «ammortizzabili». Significa che hanno diritto all'agevolazione i negozianti che lavorano in un locale proprio e che stanno effettuando il lunghissimo ammortamento (34 anni) del proprio immobile. SENZA LIMITI In regime normale, alle spese relative a questi locali si applica il trattamento previsto dagli articoli 67, comma 7, e 74 del Tuir, il testo unico delle imposte dirette (dpr. 22/12/86, n. 917). Il Tuir prescrive che i lavori di manutenzione relativi a beni strumentali possano dedursi nel limite del 5% del loro importo. Con le agevolazioni della Finanziaria, invece, le spese si deducono integralmente, diluendo la deduzione in tre anni. BUROCRAZIA AL MINIMO Ad accrescere l'attrattiva della disposizione c'è la meritoria mancanza di trafile burocratiche da superare. Nulla a che vedere con il 41% per gli immobili residenziali. Basta poter documentare le spese sostenute e, nel caso di lavori edilizi per cui siano necessarie autorizzazioni o concessioni, essere in possesso dei relativi permessi. Inoltre, il testo della legge parla di ammodernamento, un termine del tutto sconosciuto alla normativa urbanistica; siccome qualsiasi intervento su un corpo edilizio può passare, al lume del buon senso e della lingua italiana, per un ammodernamento, si deve pensare che in pratica è agevolato qualsiasi lavoro edilizio, anche la semplice sostituzione del cristallo della vetrina. CON I PRIVATI Per usufruire di questa interessante possibilità, almeno l'80% del giro d'affari realizzato nel locale deve essere conseguito con i privati. Inoltre il commerciante deve appartenere a una delle categorie elencate dalla norma, e cioè: a) iscritti nell'elenco dei mestieri artistici e tradizionali (vedi tabella) b) abbigliamento su misura c) tintolavanderia d) attività commerciale autorizzata alla vendita al dettaglio e) attività di somministrazione di alimenti e bevande f ) attività turistica g) attività di estetista nj attività di produzione con vendita diretta al pubblico. 1141 PERCENTO Negozi (ma anche uffici e laboratori artigianali) non sono del tutto esclusi dalla normativa sul 41%. Infatti, la circolare esplicativa del ministero ha chiarito che le agevolazioni, limitatamente ai lavori condominiali, si estendono anche agli immobili non residenziali, purché ubicati in un condominio dove la maggioranza millesimale sia detenuta da appartamenti: in questo caso i proprietari, purché soggetti passivi Irpef (sono quindi escluse srl e spa), possono usufruire dell'agevolazione. E' utile ricordare che, nel caso di lavori condominiali, il condomino non deve svolgere alcuna pratica in proprio. Solo se il Fisco dovesse chiedere conto dei giustificativi di spesa, bisognerà consegnare copia del verbale dell'assemblea che ha deliberato i lavori e, se richie¬ sta, copia della documentazione inoltrata a suo tempo al Centro Servizi e alla Asl dall'amministratore o da condomino delegato. BENI STRUMENTALI L'articolo 11 del collegato alla Finanziaria prevede un'interessante agevolazione per l'acquisto di beni strumentali da qui al 2000 da parte delle piccole e medie aziende commerciali operanti nella vendita al dettaglio, nella somministrazione di alimenti e bevande, nel turismo. L'agevolazione consiste in un credito della spesa sostenuta al netto di Iva da far valere su qualsiasi imposta (Iva, Irpef o Irpeg). Dai beni strumentali oggetto dell'agevolazione sono esplicitamente esclusi autovetture, autoveicoli, motoveicoli, edifici, costruzioni e fabbricati di qualsiasi tipologia. Sono compresi i beni strumentali elencati sotto le voci «Gruppo XIX» e «Attività non precedentemente specificate», nel decreto del ministro delle Finanze del 31/12/88, pubblicato sul supplemento ordinario alla G. U. n. 27 (2/2/89). Nella tabella riportiamo l'elenco dei beni previsto dalle due voci. Il credito consiste nel 20% delle spese sostenute al netto di Iva e può, al massimo, giungere a 50 milioni nel triennio. Per ottenere l'agevolazione bisogna presentare una domanda alla Camera di commercio. LA «SABATINI» Queste nuove disposizioni si affiancano ad altre disposizioni già operanti. Le più importanti sono la vecchia (ma tuttora egregiamente in funzione) 1329/65, più nota come legge Sabatini, e due norme più recenti, la 517/75 e la 317/91..,„„„>.. (; — La lègge Sabatini si applica a qualsiasi impresa, e, per la verità, trova il suo più ampio campo di applicazione nell'artigianato e nell'industria. Il meccanismo è piuttosto complesso. Riguarda l'acquisto o la locazione di macchine utensili o di produzione nuove di fabbrica di valore unitario minimo di 1 milione e non superiore a 3 miliardi di lire. La spesa deve essere effettuata tramite effetti cambiari emessi a un tasso ordinario di mercato. Il venditore del bene deve portare gli effetti a scontare in un istituto bancario convenzionato con Mediocredito e riceverà in cambio tutta la Somma al netto degli interessi. L'acquirente pagherà allo stesso istituto le tratte delle cambiali a un tasso agevolato (adesso è il 7,2%). La domanda di agevolazione va presentata a un istituto di credito abilitato per il medio termine. Dopo l'istruttoria la richiesta viene inoltrata al Mediocredito Centrale per l'approvazione. Intanto la banca può concedere il finanziamento ai tassi correnti. — La 517 e la 317, invece, sono specificamente indirizzate alle .Riccole e medie imprese,.cornmer< ciali e tendono a permettere l'accesso al credito. L'agevolazione sta nella possibilità di ottenere dal Mediocredito Centrale una garanzia pari all'80% delle somme chieste in prestito. Il costo di questa fideiussione è molto limitato: si paga all'istruttoria lo 0,5% della somma finanziata e poi lo 0,1% annuo. Per avere la garanzia bisogna rivolgersi direttamente al Mediocredito Centrale o a un consorzio fidi delle organizzazioni di categoria dei commercianti. Pagine a cura di GINO PAGLIUCA
Persone citate: Gino Pagliuca, Sabatini
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