L'esordiente

L'esordiente L'esordiente Lm ESORDIO letterario è una ma™ latria gravissima. I sintomi sono che l'esordiente infesta la biblioteca più. vicina a casa sua finché il direttore non si arrende e compra due copie del suo libro. Poi l'ammorbato si piazza davanti allo scaffale che ospita i due volumi e aspetta che qualcuno venga a prenderli. Quando si avvicina un utente indeciso, l'esordiente sorride fesso. Se Dio vuole i libri se li porta a casa un'anima pia e rimangono quei vuoti sullo scaffale, bellissimi. Assenze ridondanti, gravidanze concave. L'esordiente le coccola con gli occhi, impara a memoria i numeri di serie del catalogo della biblioteca (nel mio caso sono N30129 e N30132). Si bea del fatto che non si riempiono più: i suoi libri, o meglio il suo libro sdoppiato, è sempre in prestito. Poi s'insinua la paranoia. Se fosse un complotto? Se un nemico fetente, un aspirante esordiente respinto, avesse ordito una beffa crudele sequestrando per sempre le copie della biblioteca per sottrarle ai civici lettori? Magari adesso le sta imbibendo di benzina e sta scegliendo l'accendino con cui appiccare il fuoco. Uno zippo cromato con su scritto «Scemo chi legge». Si può perdere il lavoro e il sonno se la malattia dell'esordio letterario si presenta in forma acuta. Il sottoscritto è stato stanato dal corridoio della biblioteca con l'amato scaffale solo grazie ai gas. Chiudo citando un esordiente, me stesso: a pagina 90 de «Il sottolineatore solitario», l'autore, cioè io (parlare di sé in terza persona è fantastico, genera strani impulsi: a guadare fiumi, palazzinare campi di meliga e chiamarli Villastellone 3, fondare partiti e battezzarli «Fanculo Tutti...»), l'autore dicevo, racconta di un tizio che scrive lettere «convinto che presto o tardi i suoi piccoli Mose d'inchiostro avrebbero raggiunto la figlia del faraone che si bagnava nel Nilo». Ecco, quando si spedisce un dattiloscritto a una casa editrice ci si sente più o meno così. Il piccolo Mose d'inchiostro vacilla sulle onde della sua culla di giunchi e tu lo guardi allontanarsi, con una lacrima pendula, pensando «Chissà...». Vorrei ringraziare la figlia del faraone che ha raccattato il mio Mose, una figlia di faraone con la barba, si chiama Mauro. Marco Bosonetto

Persone citate: Marco Bosonetto

Luoghi citati: Villastellone