La chitarra di Leo
La chitarra di Leo La chitarra di Leo EL 1969 John Fahey chiamò Leo Kottke, ventiquattrenne prodigio delle 6 e delle 12 corde, nativo di Athens, Georgia, ad incidere sulla propria etichetta, la leggendaria ultraindipendente Takoma. Se del debutto di Fahey furono tirate appena un centinaio di copie, quello di Kottke si dice che totalizzò vendite a sei cifre, assicurandogli un successivo contratto per la Capitol e un'ascesa gloriosa. Mantenendo somma ammirazione per lo scontroso, geniale mentore («John ha inventato praticamente da solo il pubblico per il concertista di chitarra folk, e pure tutta l'industria che ci sta dietro»), in una trentina d'anni Leo ha prodotto altrettanti alhnm confermando con tecnica, pulizia di suono e velocità ^avvicinabili, umanizzate, specie quando ricorre al canto, da un arguto gusto per l'introspezione e da un'asciutta ironia, il suo status di mostro della composizione e dell'esecuzione chitarristica, modello per generazioni di virtuosi di tutto il mondo. Bel traguardo per uno che assieme al look da «all american boy» si porta dietro un serio difetto all'udito, contratto durante il servizio militare in marina. Autodidatta, l'approccio di Kottke alla teoria e all'armonia proviene da una giovanile infatuazione per il trombone. Il suo personalissimo picking ha tracce evidenti di country, Sam McGhee e Chet Atkins, il blues delle origini, Mississippi John Hurt e Skip James, ma il suo uso inquieto, aggressivo dell'armonia e del ritmo è vicino al jazz, con visioni comuni al sassofonismo di Coltrane. Nell'incessante carriera discografica e concertistica per proprio conto e, occasionalmente, a confronto e in collaborazione con altri.. Kottke, in un fiero eclettismo, ha mescolato tradizione ed esperimenti «trasversali» (alla prediletta attività acustica, in solitudine, ha affiancato episodi elettronici e orchestrali; è apparso su lavori di Bickie Lee Jones, Lyle Lovett e Violent Femmes; ha composto per il grande e il piccolo schermo) fino al recente e lodatissimo «Standing in my shoes». Sotto il potente segno del Leo conclude la felice stagione del decennale il Folk Club, che già lo portò in palmo di mano nel 1992 nell'ambito dell'International Guitar Master. Apparirà nel salottino sotterraneo di via Perrone 3 bis, unico concerto del mese di maggio, venerdì 15 a partire dalle 21, prima di partecipare alla manifestazione «Open Strings» ad Osnabriick in Germania. Info: 011/53.76.36; e-mail folkclub@cargo.it. Edoardo «Catfish» Fassio La chitarra di Leo
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