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CANTA L'ANIMA DELLA SICILIA CANTA L'ANIMA DELLA SICILIA Gli allievi dell'Accademia Tempia in una serata di melodie popolari CJFE' 'nu giardinu a mezzu ™ di lu mari»: con questa pagina strumentale, costruita da SteDario Fagone su un verso di «Vitti 'na crozza», s'inizia il penultimo concerto della stagione organizzata dall'Accademia Stefano Tempia, martedì 19 alle 21, all'Auditorium Rai. Protagonisti della serata sono gli allievi dei corsi di orientamento musicale dell'accademia, che così, come ogni anno, danno prova del livello di apprendimento raggiunto. Il programma, dunque, si apre con una composizione appositamente ideata per la circostanza; e prosegue proponendo un'interessante antologia di canti popolari siciliani adattati per coro polifonico, ma sostanzialmente intatti nella loro genuina e primitiva ispirazione. Ritmi di danza si alternano quindi alle nenie malinconiche, così com'è tradizione nei canti dell'isola; e si possono scorgere, tra una melopea e l'altra, gli influssi di tutte le genti arabe, mediterranee, nordiche che nei secoli hanno colonizzato quella terra. Sono presenti momenti di gioia, come la «Carnascialata dei pulcinelli», e lamenti d'amore, come «Celu! Comu mi lassi»; non mancano tuttavia le composizioni più celebri, consegnate alla memoria collettiva da una tradizione fortissima, quali «Giuri, duri» e il già citato «Vitti 'na crozza». Al fianco della compagine vocali, diretta da Michele Frezza, compaiono in veste solistica alcuni strumentisti: il violinista Bruno Landi, il violoncellista Alberto Capellaro, il flautista Marco Allora, la percussionsita Silvia Sandrone e il pianista Stellario Fagone Buscimese che, oltre a essere il compositore di due delle pagine in programma, ha curato tutte le trascrizioni e gli arrangiamenti della serata. Mario Brusa ha l'incarico di leggere i testi che accompagnano le canzoni. Il biglietto d'ingresso costa 20 mila lire; per informazioni ulteriori telefonare alla segreteria dell'Accademia (via Del Carmine 28), al n. 521.4266. [a.fe.] Mario Brusa A sinistra Massimo Xosetti In alto il compositore Nicola Campogrande