I cent' anni dell' «apparato di Golgi»

I cent' anni dell' «apparato di Golgi» NEL 1898 SCOPERTA DA PREMIO NOBEL I cent' anni dell' «apparato di Golgi» Lo studioso italiano osservò per primo due nuove strutture nel tessuto nervoso NELLA seduta del 19 aprile 1898 della Società medico-chirurgica di Pavia, Camillo Golgi, illustre professore di istologia e patologia generale all'Università di Pavia, comunicò di avere osservato due nuove strutture nel tessuto nervoso: la prima era situata sulla superficie esterna delle cellule nervose (ed è oggi conosciuta come «rete perineuronale»), mentre la seconda era situata all'interno del corpo delle cellule nervose. Questa seconda struttura fu presentata in modo un po' sommesso dallo scienziato pavese, che la descrisse come un intreccio «fine ed elegante» di sottili filamenti nastriformi e «tenui placchette», denominandola «apparato reticolare interno». La struttura è rimasta legata al nome del suo scopritore ed è oggi universalmente nota come apparato di Golgi o complesso di Golgi. Camillo Golgi aveva basato questi suoi studi su colorazione del tessuto nervoso da lui stesso messa a punto nel 1873. Questa tecnica, tuttora in uso e nota come «impregnazione di Golgi», consentì per la prima volta di visualizzare delle singole cellule nervose con tutti i loro prolungamenti (ora denominati dendriti e assoni) e pose le basi per le moderne conoscenze sulla struttura del sistema nervoso. Golgi propose però un'interpretazione errata dell'organizzazione generale del sistema nervoso, ritenendo che i prolungamenti nervosi si intrecciassero senza interruzioni. L'esistenza di interruzioni attraverso le quali i neuroni comunicano, le sinapsi, venne invece sostenuta da altri neuroscienziati del tempo e fu definitivamente dimostrata negli Anni 50 grazie alla microscopia elettronica. Golgi fece, tuttavia, degli studi fondamentali sul sistema nervoso, per i quali, con lo spagnolo Santiago Ramon y Cajal, venne insignito del Premio Nobel nel 1906. Ma la scoperta di Golgi di cui ora si celebra il centenario era destinata ad esercitare, sulla scienza biomedica del Ventesimo Secolo, un impatto ben maggiore dei suoi studi sull'organizzazione del sistema nervoso. Tuttavia, come spesso avviene per le scoperte scientifiche, la segnalazione dell'esistenza di un apparato all'interno delle cellule ebbe vita molto tormentata. In centinaia di articoli, comparsi nei primi decenni del Novecento, infuriò un acceso dibattito sulla reale esistenza dell'organello intracellulare, che venne da molti considerato un artefatto di colorazione. L'ingresso definitivo dell'apparato come costituente di tutte le cellule fu sancito solo negli Anni Cinquanta, quando, grazie ai forti ingrandimenti consentiti dalla microscopia elettronica, l'apparato di Golgi è stato identificato con certezza. Si apriva così una nuova era di studi sulla biochimica, sulle funzioni e, in tempi recenti, sulla biologia molecolare, dell'apparato di Golgi. E' oggi ben noto che l'apparato o complesso di Golgi svolge un ruolo fondamentale nei meccanismi con i quali le cellule fabbricano materiali, soprattut- to proteine, per rinnovare i costituenti al loro interno, o che vengono riversati all'esterno della cellula come prodotti del lavoro della cellula stessa. L'apparato di Golgi, generalmente situato vicino al nucleo della cellula, è costituito da pile di cisterne circondate da membrane. I lipidi e le proteine vengono avviati all'apparato di Golgi dal reticolo endoplasmatico, che rappresenta un'altra componente fondamentale dei macchinari di sintesi cellulare. Tali materiali viaggiano impacchettati in vescicole di trasporto, entrano nell'apparato di Golgi da un versante di ingresso e passano attraverso una catena di montaggio. Dopo aver così subito una serie ordinata di modifiche all'interno dei costituenti dell'apparato, le proteine vengono nuovamente impacchettate in vescicole, che escono dal versante di uscita dell'apparato di Golgi e sono convogliate alle loro destinazioni finali all'interno della cellula, o riversati, rae- A sinistra Camillo Golgi, e a fianco la ricostruzione tridimensionale dell'apparato di Golgi, basata sulle conoscenze attuali diante i meccanismi di secrezione, all'esterno della membrana che riveste la cellula. Legato alla denominazione del suo organulo intracellulare, che, nella fretta terminologica anglosassone degli scienziati, viene oggi molto spesso designato solo come «il Golgi», Camillo Golgi sarebbe certo molto sorpreso di essere diventato 0 ricercatore più frequentemente citato nella scienza biomedica mondiale. Ma il rapporto con la sua persona e la sua scoperta si è perso nell'uso del termine e, nella comunità scientifica internazionale, pochissimi sanno che Golgi era italiano. I nostri alunni ne incontrano il nome fin dalle scuole medie, quando nei libri di testo viene spiegata come è fatta una cellula. Potremmo almeno anche spiegare loro che, una volta tanto, possono essere fieri di uno scienziato che non solo era italiano, ma lavorò esclusivamente in Italia. Marina Bentivoglio Università di Verona Faccia trans Lume del Golgi Q Vescicola di secrezione Faccia cis Vescicola di Golgi

Luoghi citati: Italia, Pavia, Verona