La strategia anti-cancro di Folkman
La strategia anti-cancro di Folkman I RETROSCENA La strategia anti-cancro di Folkman DA qualche giorno una nuova strategia anti-cancro occupa le pagine dei giornali di tutto il mondo. Le molecole-star sono l'angiostatina e l'endostatina, Judah Folkman è il ricercatore americano che ci sta lavorando. Premi Nobel come Watson e Dulbecco hanno sottolineato quanto il filone sia promettente. Ma non si deve pensare che questi studi nascano dal nulla. In realtà vengono da lontano, e non sono una esclusiva americana. Vediamone il contesto. Ogni buon generale lo sa: spesso la guerra non si decide sul fronte, ma nelle retrovie. Sabotare le linee di accesso al fronte, impedendo al nemico di fornire viveri e munizioni ai combattenti, è una tattica vincente. Su questo principio si basa, appunto, la strategia di Folkman. Il metodo consiste nel «sabotare» il sistema di vasi che ogni tumore costruisce al proprio interno sfruttando le più recenti conoscenze di biologia cellulare. All'inizio della loro evoluzione, la maggior parte dei tumori solidi manca di una efficiente rete vascolare. In questa fase (detta carcinoma in situ), che può durare mesi o anni, le cellule maligne ricevono con difficoltà dal sangue ciò che è indispensabile alla loro sopravvivenza, come l'ossigeno, le sostanze nutritive e i fattori di crescita che regolano la loro proliferazione. La massa del tumore rimane così limitata a pochi millimetri: le cellule maligne che si trovano più lontane dalla circolazione sanguigna tendono letteralmente a morire di fame. Inoltre, in assenza di vasi, le cellule del tumore difficilmente possono attraversare i capillari sanguigni e raggiungere la circolazione per colonizzare altri organi e formare così metastasi. La piccola massa tumorale, relativamente innocua, diventa un pericoloso nemico nel momento in cui crea una propria rete vascolare. Ciò avviene .quando alcune delle cellule del tumore cominciano a secernere molecole che stimolano la formazione di nuovi vasi sanguigni. Questi sono i fattori angiogenici (dal greco aggeion = vaso e genos = origine), mentre il processo di formazione di nuovi vasi sanguigni prende il nome di neovascolarizzazione o angiogenesi. Una volta dotato di sufficiente irrorazione, il tumore cresce rapidamente e si moltiplicano le possibilità di metastasi. E' qui che le molecole di Folkman - endostatina ed angiostatina - potrebbero rivelarsi decisive, bloccando il processo di vascolarizzazione. Ma da anni, come si diceva, gli scienziati studiano gli inibitori dell'angiogenesi, un lavoro che ha permesso di identificare numerose molecole coinvolte nel processo e alcuni dei meccanismi con le quali esse agiscono. I fattori angiogenici vengono riconosciuti da specifici recettori situati sulla superficie delle cellule endoteliali, quelle cioè che formano le pareti di vasi sanguigni, inducendole a proliferare e ad organizzarsi in nuovi vasi. Un importante progresso è stata l'osservazione che, insieme ai fattori angiogenici, sia le cellule normali sia quelle tumorali producono anche molecole antiangiogeniche, cioè ad azione opposta alle prime: l'effetto finale dipende quindi dall'equilibrio fra questi diversi fattori positivi e negativi. Com'è logico, è proprio sull'isolamento di molecole antiangiogeniche che si sono concentrati gli sforzi dei cancerologi. Recentemente, un gruppo di ricerca americano, guidato da David Cheresh e Peter Brooks dello Scripps Research Institute, ha riportato sulla prestigiosa rivista «Celi» l'isolamento di un nuovo promettente inibitore dell'angiogenesi. Si tratta di una piccola molecola proteica chiamata Pex, che ha origine dalla scissione di una proteina più grande, Mmp-2. In un certo senso, Pex è un figlio degenere di Mmp-2. Quest'ultima, infatti, è nota per il suo importante ruolo nel favorire la neovascolarizazione ed esplica la sua azione legandosi ad un recettore sulla superficie delle cellule endoteliali. In Italia un «Progetto Speciale Angiogenesi», coordinato da Federico Bussolino dell'Università di Torino, è sostenuto dall'Associazione Italiana Ricerca sul Cancro e coinvolge 12 gruppi di ricerca di tutta la penisola. Sergio Pistoi Università di Torino
Persone citate: David Cheresh, Dulbecco, Federico Bussolino, Folkman, Judah Folkman, Peter Brooks, Sergio Pistoi Università, Watson
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