Fulminati dallo stress

Fulminati dallo stress CACCIA AL CERVO Fulminati dallo stress Muoiono prima di essere raggiunti dai cani UNA manifestazione dell'Inghilterra rurale nelle strade di Londra ha impensierito Tony Blair fino a spingerlo a ritrattare una promessa elettorale: l'abolizione di sport crudeli come la caccia alla volpe c la caccia al al cervo. Le ragioni dei dimostranti erano comprensibili, ma non condivisibili. La caccia è un elemento storico della vita della campagna inglese. Per chi la pratica è una aristocratica tradizione; per i molti più umili addetti ai cani, alle armi, ai cavalli, significa un reddito, una quantità notevole di posti di lavoro, per di più in un ambiente rurale in forte declino. Nel febbraio 1997 Carlo d'Inghilterra ad un convegno della Soil Association contrastò l'illusione che l'agricoltura intensiva desse, nella realtà, cibo a basso costo. Argomentò il principe: «L'agricoltura intensiva ha prodotto illusioni e disastri. Ad esempio l'aver trattato gli animali d'allevamento come macchine per produrre proteine ha portato alla sperimentazione di "carburanti" alternativi sotto forma di proteine riciclate. Carcasse di pecore ammalate di encefalite spongiforme delittuosamente sono state trasformate in polvere proteica per alimentare le mucche con relativa diffusione allo stock bovino, e trasmissione all'uomo, di questa patologia mortale». Ed esaminando i devastanti «costi occulti» nel.mondo agricolo • concluse:. «L'agricoltura contribuisce attualmente, al 2 per cento dell'economia inglese, ma produce il 10 per cento delle piogge acide e il 4 per cento delle emissioni gassose responsabili dell'effetto serra. Quali dunque i costi e vantaggi sul lungo termine?». L'abolizione degli sport cruenti, caccia alla volpe e al cervo, è dunque una ulteriore, vera minaccia al mondo agricolo inglese o sono altre, e meno folkloristiche, le ragioni del suo declino? Ma possono, in dibattiti come questo, etologia e fisiologia dare un contributo? I dati raccolti, su commissione del National Trust, da etologi inglesi dell'Università di Cambridge guidati da Patrick Bateson, Provost del Kings' College, esaminano il tema della caccia nel giusto contesto evolutivo della i fisiologia dei suoi attori nella caccia con. i .canL La selezione [delle razze di cani idonei alla caccia ha prodotto individui fisiologicamente capaci di seguire a lungo e instancabilmente un cervo o una volpe. Ma la natura ha pensato a dotare volpi e cervi di apparati fisiologici adatti a sostenere i, non previsti, lunghi inseguimenti di gentiluomini a cavallo in giacca rossa e corno da caccia per aizzare i segugi? Se chi caccia e l'inseguito fossero ad armi pari le proteste di chi vuole l'abolizione di tali «sportivi» confronti potrebbero apparire dei moralismi che ignorano la conflittualità naturale tra specie. Prede e predatori sono, si dice, la norma biologica. Anche di recente un ricercatore ha sostenuto che la caccia con i cani sia assimilabile all'azione dei predatori naturali. Questa asserzione dopo., le ricerche: idi 'Bateson risulta* falsa evolutivamente. L'evoluzione dei cervi è avvenuta nelle foreste temperate e questi animali normalmente coprono brevi distanze nel corso della giornata. Il principale predatore, il lupo, li attacca alla posta o in brevi inseguimenti. Al contrario la caccia dei cani può durare ore e di norma un cervo fugge, di media, per 19 chilometri. Che accade dunque, in questa situazione innaturale, alla fisiologia ed al comportamento del cervo inseguito? I dati, raccolti dal sangue e dai muscoli dei cervi tallonati dai segugi indicano che i muscoli subiscono una perdita, quasi totale, di carboidrati energetici; i tessuti muscolari I si rompono e c'è un intenso ri¬ lascio di beta-endorfine per antagonizzare lo stress prolungato. Nel sangue, appaiono le alte concentrazioni di cortisolo che caratterizzano le condizioni estreme di stress psicologico e fisiologico. La prima fase della caccia, poi, è accompagnata da un'intensa emolisi. I cervi hanno eritrociti più piccoli che altri animali e sono noti per essere osmoticamente più fragili. Tra le cause scatenanti l'emolisi può esserci anche l'ipertermia che insorge nell'animale cacciato. Una innaturale sofferenza fisiologica dell'animale appare dunque già nelle primissime fasi della caccia. Non è solo quindi paura l'elemento traumatizzante per il cervo, ma un corredo di alterazioni che non sono presenti sia in atleti umani o in altre razze animali a cui si richiedono abitualmen¬ te performances sportive. Quella al cervo è dunque una caccia crudele, esponendo un animale, non evolutivamente dotato, a sforzi fisici ed emotivi fatali; prima che lo raggiungano i cani muore per stress. Il lavoro di Bateson nella sua scientifica eticità è esemplare e indica come vada inteso il concetto di animai welfare che riguarda tutte le specie, domestiche e non, con cui interagiamo. Il dibattito sollevato da questa ricerca ha prodotto una straordinaria quantità di interventi sulla stampa britannica, a tutt'oggi oltre mille articoli. In un'intervista a New Scientist Patrick Bateson e Elisabeth Bradshaw dichiarano: «Gli scienziati divengono oggetto di un linguaggio offensivo quando sfidano ciò che è comunemente accettato come conoscenza o al contrario sono usati per soste¬ nere ciò che ognuno dice già di conoscere. Nonostante il fatto di aver, con la nostra ricerca trasformato noi stessi nell'oggetto dell'odio di molti o esser divenuti bersaglio della condiscendenza di altri, abbiamo trovato questo studio affascinante proprio a causa della sua dimensione umana. «La retorica di chi è a favore o contro la caccia non è cambiata negli ultimi sette anni. Era il caso di fare uno sforzo per elevare il livello del dibattito al di sopra degli approcci antropocentrici. Ciò ha focalizzato le nostre menti sui modi in cui un metodo scientificamente corretto possa condurci a esaminare aspetti, altrimenti inconoscibili, della sofferenza animale». Bruno D'Udine Università di Udine Qui sopra una volpe, a fianco un cervo, e a destra una classica scena di caccia a cavallo nella campagna inglese Uno «sport» destinato a scomparire? Qui sopra una volpe, a fianco un cervo, e a destra una classica scena di caccia a cavallo nella campagna inglese Uno «sport» destinato a scomparire? UNA manifestazione dell'Inghilterra rurale nelle strade di Londra ha impensierito Tony Blair fino a spingerlo a ritrattare una promessa elettorale: l'abolizione di sport crudeli come la caccia alla volpe c la caccia al al cervo. Le ragioni dei dimostranti erano comprensibili, ma non condivisibili. La caccia è un elemento storico della vita della campagna Sotto accusa in Inghilterra una tradizione storica radicata nella cultura della campagna Gli animali, comprese le volpi, non sono adatti fisiologicamente a fughe estenuanti e soccombono

Persone citate: Bateson, Bruno D'udine, Carlo D'inghilterra, Elisabeth Bradshaw, Kings, Patrick Bateson, Tony Blair

Luoghi citati: Inghilterra, Londra, Udine