I tralicci sotto processo

I tralicci sotto processo PERICOLOSE LE LINEE AD ALTA TENSIONE? I tralicci sotto processo Assolti campi elettrici mille volte maggiori SARA' per quello sfrigolio inquietante che si avverte passando sotto i cavi dell'alta tensione; certo è che la questione dei presunti effetti dannosi dei campi elettromagnetici a bassa frequenza, appunto quelli generati dagli elettrodotti, più si cerca di districarla, più si ingarbuglia. Da quando si è cominciato a discuterne, negli Anni 70, sull'onda di studi americani e sovietici che ipotizzavano una connessione con il cancro, e in particolare con le leucemie, hanno assunto, nell'immaginario collettivo, una connotazione sinistra (cui ha contribuito un'informazione spesso ad effetto); una connotazione che resta tale e quale, nonostante la prevalenza di indagini che tenderebbero a negarla. Di fatto le numerose ricerche successive finora non hanno portato a conclusioni inequivocabili. «Dell'inquinamento elettromagnetico a 50 Hertz si sa poco - spiega Alberto Quaglino, del Dipartimento di georisorse del Politecnico di Torino -; soprattutto non si è ancora riusciti a stabilire una correlazione dosedanno. La nostra legislazione a tutela dell'ambiente e della salute è molto severa, più severa, ad esempio, di quelle francese e tedesca; inoltre è in preparazione un disegno di legge che, se sarà approvato, abbasserà ulteriormente i limiti di intensità dei campi elettromagnetici generati dagli elettrodotti; ciò imporrà radicali modifiche alle linee ad alta tensione, con un costo di circa 25 mila miliardi, che ovviamente sarebbe scaricato sulle tariffe. E' ovvio, quindi, che alla questione sia fortemente interessata l'industria elettrica, la quale deve rispondere a richieste emotive provenienti dall'opinione pubblica con interventi che, seppur tecnicamente possibili, sono insostenibili economicamente e che potrebbero addirittura essere inutili». Per esempio l'interramento dei cavi, che non eliminerebbe le radiazioni. Adesso arrivano le prime conclusioni di una ricerca ideata proprio dal dipartimento di georisorse del Politecnico di Torino (professor Quaglino, dottoressa Elena Cornino, ingegner Cristina Soleri, che ne ha ricavato la sua brillante tesi di laurea) e condotta insieme con il Laboratoire de Réseaux d'Energie Electrique dell'Ecole Polytechnique Federale di Lo¬ sanna (Janoz e Zweiacher) e il Laboratoire de Phytogénétique Cellulaire dell'Università di Losanna (Zryd e Schaefer). La ricerca, presentata nel corso di un recente seminario al Politecnico torinese, è partita alla fine del '76 e le prime conclusioni si sono avute a dicembre '77. Il primo passo è consistito nella scelta di un indicatore ambientale in grado di rispondere alle onde elettromagnetiche, individuato in un muschio, Physcomitrella Patens, ben conosciuto dai ricercatori svizzeri, che lo utilizzano per esperimenti da molti anni. Quindi si è costruito a Losanna un complesso laboratorio in cui sono state installate cinque «bobine» perfettamente identiche quanto a condizioni ambientali (illuminazione, umidità, temperatura...) nelle quali sono state impiantate le spore di Physcomitrella. Le spore di quattro bobine sono state sottoposte a campi elettrici e magnetici a 50 Hertz di diversa intensità (ma comunque 1000 volte superiore a quella che si riscontra normalmente sotto un elettrodotto); quelle della quinta, la bobina-testimone, invece non sono state sottoposte a campo. I parametri biologici considerati sono stati: germinazione, mortalità, fototropismo e stato di salute dei muschi. I risultati riportati si riferiscono a una esposizione protrattasi per 20 giorni. Prima constatazione: il campo elettrico non ha avuto alcun effetto, i muschi hanno manifestato germinazione, fototropismo e stato di salute perfettamente regolari sia nelle bobine sottoposte a campo sia in quella testimone, Effetti evidenti ha avuto in- vece il campo magnetico, come mostra la tabella: le spore sottoposte a campo magnetico hanno avuto un'alta percentuale di mortalità, tanto più elevata quanto più intenso era il campo; lo sviluppo delle spore sottoposte a campo è nettamente inferiore a quello delle spore della bobina testimone; inoltre è emersa una relazione tra la crescita o lo scarso sviluppo dei muschi e l'intensità del campo magnetico. Conclusione super-prudente dei ricercatori: «Ciò potrebbe provare che una qualche influenza del campo magnetico c'è stata». La ricerca intanto prosegue con le opportune variazioni; sarà progressivamente prolungato il tempo di esposizione mentre sarà diminuita l'intensità del campo in modo da avvicinare lo condizioni degli esperimenti a quelle-reali di esposizione alle radiazioni degli elettrodotti; saranno inoltre variate altre condizioni, come illuminazione e temperatura (si pensa anche alla possibilità di estendere il lavoro alle alte frequenze, quelle tipiche dei telefoni cellulari). «Si potrà arrivare a stabilire se l'influenza del campo magnetico sotto i tralicci e tanto forte da indurre modificazioni su di un organismo semplice che risponde molto bene; invece se il campo avrà sull'indicatore ambientale un'influenza insignificante o nulla potremo essere certi che con i vincoli della legge attuale non si devono nutrire preoccupazioni». Vittorio Ravizza BOBINA PERCENTUALE SPORE NON GERMINATE PERCENTUALE SPORE MORTE B08INA1 (1,4 ml) 37,3% 63,93% BOBINA2c.continuo (1,5mT) 79,10% 61,89% BOBINA 3 (testimone) 1,84% 7,33% 80BINA4J1,3 mT) S3,!2% 43,131% SOBIHA5(0,96rnT) WM% ì risultati dell'esperimento sugli effetti biologici dei compi magnetici BOBINA PERCENTUALE SPORE NON GERMINATE PERCENTUALE SPORE MORTE B08INA1 (1,4 ml) 37,3% 63,93% BOBINA2c.continuo (1,5mT) 79,10% 61,89% BOBINA 3 (testimone) 1,84% 7,33% 80BINA4J1,3 mT) S3,!2% 43,131% SOBIHA5(0,96rnT) WM% ì risultati dell'esperimento sugli effetti biologici dei compi magnetici L'esperimento sui muschi per indagare sugli effetti biologici delle linee ad alta tensione: si è dimostrato un danno dovuto ai campi magnetici, ma non ai campi elettrici

Persone citate: Alberto Quaglino, Cristina Soleri, Hertz, Quaglino, Schaefer, Vittorio Ravizza

Luoghi citati: Losanna, Torino