IL MONDO DMSO DALLE FEDI di Enzo Bianchi

IL MONDO DMSO DALLE FEDI IL MONDO DMSO DALLE FEDI Dopo le ideologie, altri scontri LO SCONTRO DELLE CIVILTÀ' E IL NUOVO ORDINE MONDIALE Samuel P. Huntington Garzanti pp.SIO. L 49.000 ELI/EMERGENTE mondo di conflittualità etnica e di scontri tra civiltà, la fede occidentale nella validità universale della propria cultura ha tre difetti: è falsa; è immorale; è pericolosa. La sua non veridicità costituisce la tesi centrale di questo libro». Non si può certo dire che Samuel Huntington nasconda le sue intenzioni o mantenga nel vago l'intento del suo lavoro. Docente alla Harvard University ed esperto di problemi di politica internazionale e di studi strategici, cinque anni or sono ha pubblicato un saggio su una rivista specializzata che ha attirato l'attenzione di politologi, diplomatici e studiosi di tutto il mondo. Ma la sua tesi, ripresa e sviluppata in modo ampio e dettagliato nel volume ora tradotto da Sergio Minucci, riveste un interesse non secondario per una cerchia ben più larga di persone. Con la fine della guerra fredda, infatti, è ritornato evidente che gh uomini - al di là delle ideologie - cercano sempre di definire la propria identità in base a parametri culturali e di civiltà: la lingua, la religione, le tradizioni e i costumi emergono come i criteri fondamentali che determinano affinità, alleanze internazionali, strategie politiche, aggregazioni sociali. Diviene allora estremamente fecondo interrogarsi sulle frizioni tra Paesi cultu- ralmente segnati dal cristianesimo e popolazioni legate all'Islam, sull'ascesa della Cina e sulla differenza tra «modernizzazione» e «occidentalizzazione». L'incontro-scontro si sposta dal piano delle ideologie politiche a quello culturale-religioso, e questo con implicanze non di poco conto anche nella quotidiana convivenza sociale. L'analisi di Huntington si snoda convincente e documentata: con l'ultima decade del nostro millennio e il crollo del comunismo, il mondo appare articolarsi in un numero limitato di civiltà (non più di otto-nove: occidentale, islamica, sinica, latino-americana, africana, indù, ortodossa, buddista e giapponese, con le prime tre aventi un maggior peso specifico potenziale) antagoniste tra loro. Ed è interessante vedere come alcuni elementi che a prima vista potrebbero apparire unificanti - il progresso tecnologico e l'informatica, la diffusione dell'inglese come lingua franca, l'urbanizzazione, l'espansione capillare di un «minimo comune multiplo» a livello di cultura culinaria, cinematografica, musicale e sportiva - si rivelano in realtà incrostazioni superficiali, incapaci di penetrare in profondità e di costituire un autentico collante per masse di persone che percepiscono se stesse come radicalmente diverse. Naturalmente, come ogni schematizzazione, l'ipotesi di lavoro adottata da Huntington non può soffermarsi su alcune pur significative eccezioni: si pensi alla Grecia ortodossa che è membro dell'Unione europea ed è in conflitto con la Turchia islamica, a sua volta membro della Nato, oppure all'altrettanto «ortodossa» Romania che rimane di cultura «latina» o ancora al conflitto interno all'area occidentale-cristiana in Irlanda del Nord. Ma le inevitabili semplificazioni non invalidano certo una ìiflessione coerente e suffragata da dati inoppugnabili; tuttavia alcuni elementi trascurati da Huntington potrebbero contribuire a una lettura più variegata del panorama planetario. Se, infatti, si sottolinea giustamente il considerevole peso della religione nella differenziazione tra civiltà - in particolare tra cristianesimo e islam, «costituzionalmente» e perennemente in conflitto tra loro - non si possono ignorare eventi in controtendenza di portata mondiale come la svolta epocale del Concilio per la Chiesa cattolica con la sua riscoperta delle peculiarità delle chiese locali e il conseguente sforzo di «inculturazione» del cristianesimo o la novità del pur accidentato cammino ecumenico tra Chiese occidentali e Chiese ortodosse o ancora l'esile ma convinto avvio di un dialogo interreligioso a diversi livelli. Analogamente il fenomeno migratorio non può significare solo esportazione di conflittualità all'interno di aree culturali precedentemente omogenee ma comporta anche imprevedibili intrecci e sviluppi di nuovi equilibri. E' verosimile, infatti, che assisteremo - come fondatamente sostiene Huntington - sempre di più a «conflitti di faglia», cioè a tensioni e scontri nei luoghi di contatto e attrito tra civiltà diverse (si pensi al Mediterraneo e ai Paesi balcanici o ancora al Sud-Est asiatico o agli agglomerati urbani a forte densità immigratoria), ma è altrettanto plausibile che questi stessi luoghi potenzialmente «tellurici» si rivelino autentici laboratori di nuove sintesi culturali. Oppure dovremo considerare folle utopia la speranza di uomini di dialogo come Pierre Claverie, il vescovo di Orano ucciso dai fondamentalisti islamici in Algeria assieme al suo giovane autista musulmano? Così affermava solo due mesi prima di cadere vittima di un «conflitto di faglia» divenuto anche conflitto infra-islamico: «Una delle convinzioni più profonde della mia vita in Algeria è che credo che Gesù è venuto nel mondo per riconciliare l'umanità frantumata e che ha posto la sua vita - ed era Dio che là si collocava - sulle fratture e sulle rotture di questa umanità. Ha posto là la sua vita, stendendo le braccia per riconciliare gh inconciliabili. E se Gesù ha vissuto là, allora dove può essere il posto della Chiesa se non là? Sulle fratture. Posta là, non può far altro che dare la propria vita, che donare il proprio sangue». Parole lontane dall'arroganza delle crociate o della guerra santa, parole sconosciute alla presunzione integralista di chi ritiene di possedere in esclusiva la verità ma, proprio per questo, parole capaci di andare lontano e in profondità, là dove le «faglie» della divisione ritrovano lo zoccolo duro della comune appartenenza al genere umano. Enzo Bianchi Una moschea, simbolo dell'Islam, fra le civiltà intorno a cui ruota il saggio di Huntington LO SCONTRO DELLE CIVILTÀ' E IL NUOVO ORDINE MONDIALE Samuel P. Huntington Garzanti pp.SIO. L 49.000

Luoghi citati: Algeria, Cina, Grecia, Irlanda Del Nord, Orano, Romania, Turchia