Una speranza nella lotta all'Aids arriva dall'Italia

Una speranza nella lotta all'Aids arriva dall'Italia Roma, utilizzata una proteina del virus: dai primi due anni di esperimenti sulle scimmie vengono risultati incoraggianti Una speranza nella lotta all'Aids arriva dall'Italia Gruppo di ricercatori ha forse scoperto un vaccino efficace contro l'infezione Hiv ROMA. Un candidato vaccino anti Aids frutto della ricerca italiana, ha dato risultati sperimentali preliminari «molto incoraggianti»: nelle scimmie ha dato una «risposta immune completa». Lo annuncia l'Istituto superiore di sanità (Iss) che ha messo a punto 0 vaccino definendo gli esperimenti condotti nel laboratorio di virologia «estremamente incoraggianti». Il candidato vaccino, che utilizza una proteina del virus Hiv chiamata Tat, fondamentale per la sua replicazione, potrebbe avere una duplice applicazione sia di tipo preventivo sia di tipo terapeutico per le persone che hanno già contratto l'infezione. U progetto di ricerca dell'Iss (al quale stanno lavorando tra gli altri la dottoressa Barbara Ensoli e il virologo Stefano Velia) è il primo al mondo che si basa sull'utilizzo della sola proteina virale Tat (in forma biologicamente attiva) e rappresenta uno dei cardini della collaborazione Italia-Stati Uniti recentemente concordata tra Iss e National Institute of Health americano e ratificata dal presidente del Consiglio Romano Prodi e dal presidente Bill Clinton in occasione del recente incontro. I risultati preliminari dei test sono incoraggianti in quanto, ha spiegato l'Iss in una nota, «in tutti i protocolli sperimentali il vaccino è risultato privo di tossicità e in grado di indurre nelle scimmie (il modello animale in cui è possibile riprodurre la malattia umana) una risposta immune completa, estremamente vigorosa e in grado di bloccare, in saggi condotti in provetta sia l'azione della proteina che attiva il virus, sia l'infezione delle cellule da parte del virus stesso». Fra breve, gli scienziati dell'Iss procederanno all'inoculazione del virus nelle scimmie vaccinate: qualora queste risultassero protette daU'infezione o dallo sviluppo della malattia si passerà immediatamente alla sperimentazione sull'uomo. A tal fine saranno allestiti studi per verificare l'efficacia del vaccino in persone già infette in Italia e in Uganda. Il progetto di vaccino, iniziato due anni fa, secondo gli esperti dell'Iss, è il primo al mondo basato sull'uso della sola proteina virale Tat come vaccino. Questa proteina è stata scelta per l'importanza chiave che essa ha nelle primissime fasi della replicazione virale e nella diffusione dell'infezione. Inoltre, diversamente dalle proteine dell'in¬ volucro virale, la Tat rimane praticamente identica nei diversi ceppi virali, garantendo l'efficacia del vaccino su di un ampio spettro di ceppi di Hiv. «Un vaccino per essere tale - spiega la virologa Ensoli - deve avere tre requisiti: deve essere diretto contro una sequenza del virus ben conservata; deve avere un ruolo chiave nella replicazione del virus; deve essere immunogenico cioè scatenare una risposta immunitaria potente. Ebbene, questo candidato rispetta tutte e tre le caratteristiche». Però, secondo il parere del professor Ferdinando Dianzani, direttore l'ell'istituto di virologia dell'Università La Sapienza di Roma: «L'approccio di un vaccino anti Aids come quello che si sta studiando all'Iss potrebbe avere un effetto di rallentamento dell'infezione ma non effetti curativi né preventivi». Dianzani ha spiegato che gran parte delle ricerche sul ruolo della proteina virale Tat, che è alla base degli studi dell'Iss, sono state scoperte dal virologo dell'università di Bologna Michele La Placa. [Ansa] Il virologo Dianzani: potrebbe rallentare la malattia ma non avere effetti curativi Un reparto per la cura dei malati di Aids

Persone citate: Barbara Ensoli, Bill Clinton, Dianzani, Ensoli, Ferdinando Dianzani, Italia Gruppo, Michele La Placa, Romano Prodi

Luoghi citati: Bologna, Italia, Roma, Stati Uniti