La notte della Mille miglia

La notte della Mille miglia Tra le 360 vetture partite da Brescia anche una storica Ferrari «500 Mondial» arrivata dal Cile La notte della Mille miglia Star e campioni sulle orme di Nuvolari REPORTAGE LE NOZZE D'ORO DELLA REGINA DELLE CORSE BRESCIA DAL NOSTRO INVIATO Molte volte è un ricordo, ecco che cos'è la Mille Miglia. Nuvolari diventò un mito sfidando la morte. Strano mondo. Clemente Blondetti che lo batté cinquantanni fa, invece, non tutti lo rammentano. Aveva una bella faccia sfigurata dalle cicatrici. Usciva, nero di fumo dalla macchina, zoppicando malamente. La sigaretta gli penzolava dalle labbra. S'era rotto le ossa correndo per queste vie e una volta anche lui come Nuvolari fece la gara con un braccio ingessato. Oggi, 50 anni dopo, la Mille Miglia va sulle strade del dolore e di altre ferite, a Colfiorito e Foligno, e passa con le sue macchine splendenti davanti alle baracche e alla gente con le toppe e le scarpe bucate ai piedi, che saluta dai campi profughi. Vogliono dimenticare la paura. Questa corsa ha inventato chi l'ha vinta, la paura. Nessuno adesso sfida più la morte. Però, ieri, aspettando la partenza, qualcuno ha fatto un salto a Capriolo su queste meravigliose macchine da museo, cercando pure l'amante terribile. Gli incontri del tempo, pensate un po'. Lei, Maria Angiola Assoni, non c'era. «Peccato. Io vado inatta per i motori», ha detto. Ora, sta protestando per il film che girano su di lei: «Preferivo Sharon Stone nella mia parte, al posto di Monica Guerritore». Ma che importa. Quando viene il buio, parte la Mille Miglia. Nella notte che luccica, bisogna stare attenti ai lampi che vengono da lontano. Si va seguendo le strade e le gesta di quelli che hanno fatto la storia di un uomo attaccato al volante. Il Nivola era uno. Passò di qui, fra Lonato e Alfonsine e poi dal passo della Futa, il grande Tazio Nuvolari, che correva su una macchina scoperta sotto un cielo come questo, di fulmini e di pioggia, e che si fermò levandosi gli occhiali gocciolanti e sbattendo il casco bianco contro la carlinga muta, prima di arrendersi alla periferia' di Reggio Emilia. Si era rotto un perno della balestra e allora non aveva più potuto andare avanti. Anche un prete in mezzo alla strada l'aveva pregato: «Se continui, t'ammazzi». Chiese un letto dove riposarsi: «Sono distrutto». Era il 1948 e c'era lo scolaro Romano Prodi, sul ciglio della strada, a salutare il Nivola che si ritirava. Adesso, quelli di oggi, passano solo inseguendo le orme, andando dietro al tempo che non ritorna come fanno tutti i Peter Pan del mondo, scivolando sulla via Emilia e andando sulla salita di Radicofani come reperti di un'epoca che ha lasciato da ricordare gli uomini con le loro macchine. Era il '57 quando corsero l'ultima edizione vera, come prova di velocità. E' dal '77 che la rincorrono con questa riedizione. Si chiama la Mille Miglia, era la gara più famosa del mondo. Oggi, è una gara del cuore. L'altra sera è partita di nuovo, da viale Venezia, sotto la pioggia e la grandine, «come accade tutti gli anni dal 1986», certifica Vittorio Palazzani, uno degli organizzatori. 360 vetture al via, 46 Alfa Romeo, 42 Mercedes, 38 Ferrari, 26 Maserati, 22 Fiat, 2 Abarth e poi le Porsche, le Jaguar, le Lancia, le Bmw, le Aston Martin. Alle 20,15 sulla pedana, la prima che passa sotto la bandiera del mossiere, il sindaco di Brescia Mino Martinazzoli, è una OM 665 Superba del 1927. Le ruote strette e alte, grandi quasi come il volante. I fanali che si spalancano sulla pioggia. Sfilano tutti lentamente. C'è anche una Ferrari antica, 500 Mondial, numero di gara 189, che spegne il motore arrancando sulla pedana. Alla guida un pilota che viene dal Cile. La devono spingere, l'auto, come se fosse un ciclista sulla salita della Marmolada. «Poverini, se si scivola non è facile», commenta la speaker. Ci sono i campioni del passato: Jochen Mass, Jackie Ickx, Roger Penske, Olivier Gendebien. Non è venuto solo Carlos Reutemann. I prestiti dello spettacolo: Alba Parietti, Gaia de Laurentiis, Fabio Testi, Teo Gartner. Manca Sylvester Stallone: lo promettono tutti gli anni. La prima tappa è la più breve, da Brescia a Ferrara, passando da Verona e virando quindi verso Sud. Ci si addentra nella notte correndo verso Peschiera e poi si arriva nell'abbraccio della folla davanti all'Arena. Scenario magico. I fari inondano di morbida luce le pietre e la gente. Da lì a Ferrara. «Mare di folla», annuncia il Finulli, uno dei suiveur. Molte volte sembrano immagini un po' così. I ricchi che passano. I poveri che applaudono. Si riparte al mattino alle 7. Direzione Roma. Tappa di 650 chilometri. La Mercedes numero 3 di Flaminio Valseriati sbaglia strada: la recuperano le pattuglie della polizia e la scortano fino a Gambettala, dove riprende la via giusta. Succedevano anche un tempo questi er¬ rori, e diventavano leggenda. Oggi, fanno solo sorridere. Scendendo verso Roma, que^; st'anno gli organizzatori hanno deciso di cambiare percorso,1 L'hanno chiesto da Assisi, s#«> prattutto il padre guardiano della Basilica di San Francesco, perché «abbiamo bisogno di questi segni della vita che ritorca». Così, la carovana si addentra nel primo pomeriggio sulle strade e sulle ferite di un pezzo^ d'Italia sparito dal tempo e dal mondo, si incunea sulla salita di Assisi e passa in faccia alla Basilica, prigioniera delle impalcature, accerchiata dai turisti. Alle 15,30 i primi sono già scesi a Spello e corrono verso Foligno, altre ferite, altra paura. E da lì vanno a Colfiorito, infilandosi in tutti quei paesi che un terremoto senza fine ha martoriato e scolpito ferocemente. Passando fra le strade strette della salita, quasi costretti a fermarsi, i corridori prendono l'acqua minerale, il panino, i biscotti, che la gente offre. In cambio, chiedono bandierine, foto, immagini. Per tornare alla vita, il ricordo serve. Ecco cos'è oggi- questa MiHe Migliav*$ta sfilando, lucente. Bugatti, Mercedes. Le chiamano nonnine. -Hanno cuori che remla^o.^^ Pierangelo Sapegno Dagli assi del volante del passato Ickx e Mass a volti famosi come Gaia De Laurentiis e Alba Panetti Starter Martinazzoli Accanto: Alba Parietti. La soubrette partecipa alla gara con altre stars: Gaia De Laurentiis e Fabio Testi (a destra) La partenza dell'equipaggio numero uno della cinquantesima edizione della Mille Miglia