In viaggio per una strage in famiglia
In viaggio per una strage in famiglia Dramma della follia in Lomellina, ferita gravemente anche una bimba. Poi la donna si è sparata In viaggio per una strage in famiglia Uccide l'ex marito, il convivente, una cugina e la madre MEDE LOMELLINA (Pavia) DAL NOSTRO INVIATO La signora Carlina sta sul cancello di casa con l'album damascato delle foto di famiglia. «Io sono la mamma, la sorella e la zia. Anzi, lo ero...». Maglioncino giallo, gonna jeans, pantofole viola, Carlina non piange più, continua a raccontare e conta con le dita. «Prima ha ammazzato l'ex marito, e uno. E' tornata a casa e ha sparato al convivente, e due. E' venuta qui da noi e ha colpito mia figlia, e tre. Poi è andata da sua madre, e quattro. Si è chiusa nella sua camera di quand'era ragazzina e si è suicidata. Cinque morti. E ci metto anche mia nipote Camilla, tre anni: un proiettile le ha spaccato l'occhio sinistro e non ci vedrà più». La signora Carlina sfoglia l'album, matrimonio, compleanni, famiglie felici. C'è anche Antonella Tempella, due fili di collana d'oro al collo, la frangetta nera sulla fronte, brinda e ride, normale, normalissima. «Impensabile», fa la Carlina. E invece, l'altra sera, Antonella ne ha massacrati quattro e s'è uccisa. Via Cesare Battisti è una stradina alla periferia di Mede, Lomellina, zona di riso e rane, rogge e zanzare. Al numero 42 quattro villotte per tre famiglie imparentate, i Negri, i Rossi e i Tempella. Mai successo niente, a Mede. L'ultimo e unico delitto è del 1947, la merciaia Ermelinda Casone uccisa nella sua bottega dal nipote. Adesso, al numero 42, è tutto un traffico di carabinieri, televisioni, ragazzini, amici, parenti, tutti i 10 mila medesi che passano di qui per dire «ma pensa te...». Qui da dove Antonella Tempella, 35 anni, postina a Frascarolo, il paese più vicino, è partita e tornata con una strage. Ben determinata, a quanto sembra. Con la pistola Beretta calibro 22 comprata un mese fa. Con la vecchia Opel bianca del padre Guido, morto sotto un trattore qualche anno fa Diretta a Candia, a 12 chilometri, paesotto finora conosciuto per l'illustre cittadino Piercamillo Da vigo, pm di Mani Pulite. A Candia perché lì abita Enrico Praga, l'ex marito. E aspetta mezz'ora, in auto, sotto casa Praga. L'ex marito è un ragazzone di 44 anni, già segretario di zona del Partito liberale, gran tifoso della Sampdoria e del la Pro Vercelli, impiegato alla Cariplo di Mede. Si erano sposati dieci anni fa, separati dopo nemmeno due, divorziati da quattro «Non avevano più rapporti», giurano al Bar Sport, duecento metri dall'abitazione di Corso Vittorio Emanuele. L'ultimo è delle 20,45 di giovedì. Enrico Praga infila la chiave nel portone, Antonella scende dall'auto, attraversa la strada, si avvicina e spara sei colpi sei. Due fulminano il ragazzone. Quattro s'infilano nel portone. La chiave rimane nella toppa. Antonella scappa, torna a casa. Non sa, non può sapere che una ragazza ha visto tutto, l'ha vista scendere dalla Opel e sparare, l'ha vista e l'ha riconosciuta. Alle 21,30 i carabinieri hanno già il suo nome e Erminio Rizzi, il sostituto procuratore di Vigevano, può dare l'ordine: andate a prenderla. Se è stato un raptus è stato un lungo raptus. In mezz'ora Antonella fa in tempo a tornare a casa, entrare in cucina e sparare due colpi alla testa di Giuseppe Dormelandi, 41 anni, camionista, suo convivente da tre anni. Spaghetti nel piatto e mezzo bicchiere di rosso in tavola, il poveraccio stava cenando da solo. H raptus continua, Antonella esce dalla sua villotta, l'ultima in fondo, passa davanti a quella della madre e raggiunge quella della cugina Marnicela, 34 anni. Entra in cucina, il nipote Alessandro guarda la tv, Mariuccia è davanti al frigorifero, la figlia Camilla, tre anni, in braccio. Antonella, che da tre mesi frequenta il poligono di tiro sulla strada per Vigevano, spara un colpo solo: Mariuccia crolla, la bimba è ferita all'occhio, corre per casa, va a cercare il padre Mauro che al piano di sopra sta facendo la doccia. Grida: «Antonella!». Alessandro, 6 anni, non capisce: «Papà, dev'essere caduta». Dov'è la mamma? «Non lo so, era lì...». Nella casa di Mariuccia e Mauro Valdo sta per iniziare un dram¬ ma nel dramma, ma Antonella è già dalla madre. Due colpi e l'ammazza davanti alla tv. Poi sale al primo piano, nella camera di quand'era ragazzina, e si spara un colpo in bocca. Dovrebbe essere finita qui, alle 21,15. Mezz'ora dopo l'uccisione di Enrico Praga. E invece, tra Candia e Mede, tra il piccolo ospedale del paese e via Battisti succede di tutto e nessuno ha ancora capito cosa è successo. I carabinieri stanno arrivando da Candia per cercare Antonella. Mauro Valdo è corso in ospedale con la piccola Camilla. Qui, men¬ tre aspetta fuori dalla porta del pronto soccorso, vede arrivare una barella con la moglie Mariuccia, morta. I medici non si accorgono del piccolo foro dal calibro 22: è caduta in casa, oppure è stata spinta contro uno spigolo, dicono. Mauro Valdo, per quasi un'ora è sospettato, un maresciallo lo interroga di brutto: «Forza Mauro, dicci perché l'hai ammazzata!». I carabinieri sono arrivati alla villotta di Antonella Tempella. Suonano, niente. La luce è accesa. Risuonano, niente. E allora scavalcano la rete, passano attraver- so l'orto e arrivano davanti alla porta. Bussano, niente. «Aprite, carabinieri!». Niente. Una finestra del piano terra è aperta, entrano. E in cucina c'è Giuseppe Dormelandi. Pare che dorma con la testa nel piatto, la mano destra che ha rovesciato il bicchier di vino. Morto. E allora i tre carabinieri arrivati da Candia vanno alla villotta della madre di Antonella. Stesse scene, luce accesa e nessuno che risponde. Anche lì finestra aperta, entrano e trovano Giuseppina Negri, 60 anni, morta davanti alla tv. Ma dov'è Antonella? La cercano anche nella cascina ristrutturata di Carlina e Giovanni Rossi, ma i due sono in quella della figlia Mariuccia appena trovata morta, e protestano perché c'è chi sospetta del genero Mauro. Insomma, è il caos. Ci vuole un'altra mezz'ora e sono le dieci di sera quando un carabiniere arriva davanti alla porta chiusa a chiave. E' quella dove Antonella si è sparata in bocca. La abbattono e adesso sì che tutto finisce, 0 caos si ricompone per diventare una brutta storia di cronaca nera e misteriosa. Perché? «Raptus», dice Carmen Manfredda, procuratore della Repubblica di Vigevano. Il come è tutto chiaro, il perché resta nelle nebbie di Lomellina, nei misteri di Antonella la postina, sempre così gentile, così cara, così a modo. Giovanni Rossi, 63 anni, proprietario della società di autoservizi «Cozzoni e Girola», padre di Mariuccia e zio di Antonella, passa la mattina appoggiato al cancello di casa con il suo pastore tedesco che si chiama «Rintin». «Perché? La follia, forse. Non sono uno psichiatra, mi occupo di autobus e queste sono cose più grandi di me. Antonella vedeva in mia figlia una famiglia unita, bella, felice, normale. Lei invece...». i Giovanni Cerniti «Nei suoi sogni una gravidanza» «Era un tipo molto umorale sempre tra alti e bassi» Il massacro è durato mezz'ora Le vittime abitavano in case diverse B LUOGHB BIELLA STRAGE Viilatiova ti* Monferrato Mr Zeme Cozzo : Lomellina S. Giorgio H-omelllna Velezzo Lomellina La donna torna nella propria abitazione, rivolge l'arma contro di sé e si uccide. | Nella sua casa di Mede, la Tempella ammazza il convivente Giuseppe Dormelandi, che era seduto a tavola per la cena. la volta della madre, | Giuseppina Negri, a cadere sotto i colpi di pistola, nella villetta gemella a quella della figlia. Ore 21.00 Antonella Tempella entra in una terza villetta, vicina, dove j abita la cugina Mariuccia. Spara a lei, uccidendola, e alla figlioletta | Camilla, ferendola gravemente. , V A lato, Antonella Tempella l'assassina suicida Sotto, da sinistra la madre dell'omicida Giuseppina Negri e la piccola Camilla ferita ad un occhio Sotto, Mauro Valdo, il marito della cugina uccisa A lato, il procuratore Carmen Manfredda
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