Cossutta: che trionfo per il msi di Almirante di Fabio Martini

Cossutta: che trionfo per il msi di Almirante Cossutta: che trionfo per il msi di Almirante BHBBHHBh RIFONDAZIONE NON CI STA AROMA 71 anni e dopo 55 di militanza comunista, Armando Cossutta è un signore che quando vuol far male a sinistra, sa dove colpire: «La decisione della Camera di dare via libera alla elezione diretta del Capo dello Stato reca il segno vincente della destra. Anzi della estrema destra. Questo è stato sempre un cavallo di battaglia dell'msi, a cominciare da Giorgio Almirante...». Lei vuol dire che oggi Almirante sarebbe più soddisfatto di quanto non lo sarebbero Moro o Berlinguer? «Certamente. Capisco che è sempre fastidioso fare certi discorsi, ma sicuramente Almirante oggi sarebbe gongolante, mentre sarebbe ferito il sentimento di un Moro o di un Berlinguer. Sono state tradite - è questa la parola che voglio usare - quelle tradizioni culturali e politiche». Onorevole, ma sull'Aventino non si sale soltanto quando si consumano strappi gravissimi alle regole? E in ogni caso, se voi restate fuori, non vi precludete la via a possibili miglioramenti al testo? «No, noi non siamo saliti sull'Aventino. Noi saremo lì, non abbandoniamo la partita. Con la nostra decisione volevamo sottolineare in modo brusco un dissenso di merito e di carattere politico. Ormai c'è un asse di ferro Fini-D'Alema sotto il dominio di An, che infatti non prende posizione, non si associa alle richieste di Forza Italia per dare maggiori poteri al presidente. A Fini è più che sufficiente l'elezione diretta». Siete saliti su un mezzo Aventino per contestare un siste¬ ma che in Europa non scandalizza nessuno... «Chi dice che il presidenzialismo esiste dappertutto, dice una menzogna. In Europa occidentale l'unico sistema presidenziale esiste in Francia, mentre il sistema istituzionale più diffuso sa quale è?». Prego... «La monarchia. Ma re e regine hanno poteri molto minori dei presidenti eletti». Ma alla resa dei conti non vi muove sempre la solita preoccupazione: una legge elettorale che vi ridimensioni? «E' cosa unica al mondo che un partito di maggioranza relativa sottoscriva un ordine del giorno per un certo tipo di legge elettorale con i suoi alleati e poi lo rimetta in discussione. Una cosa mai vista, mai ascoltata. Questa è arroganza». Ma anche voi avete accettato l'idea che le riforme istituzionali non si fanno con la maggioranza di governo... «E probabilmente abbiamo fatto male a tenere distinte riforme e governo. Certo le riforme istituzionali non sono di una parte, ma che razza di maggioranza è quella che non ha una visione comune sul destino della Repubblica? Una Costituzione che resta per i nostri figli è più importante di una legge finanziaria». Ma D'Alema fa notare che su questa materia incombono dei referendum... «E' inutile che lo dica come se non dipendesse anche da lui. Di Pietro è lui che lo ha fatto diventare senatore e dunque non ci prenda per dei bambini dell'asilo... E quel referendum è propositivo, non abrogativo». Ma voi sapete che il pds non farà mai una riforma elettorale contro voi, il ppi, i Verdi. E allora? Al di là dei tatticismi, quale è la vostra vera preoccupazione? «Vuole sapere quale è il nostro timore? Che il tempo passi nella speranza di qualcuno che il referendum venga ammesso: a quel punto per evitarlo, si fa una nuova legge e D'Alema potrà dire: senza il mio consenso non la potete fare». E rilancia il doppio turno? «O qualcosa di simile. Guardi che non sto farneticando, ma ho il dovere di prefigurarmi eventuali e deprecabili scenari». Alla fin fine non sarà che i custodi più rigorosi del patto di casa Letta, incardinato sulla nucva legge elettorale, siete proprio voi? «Sul presidenzialismo siamo dall'altra parte della barricata, ma è vero che sulla legge elettorale noi siamo i fermi custodi di quell'accordo. E per difenderlo siamo disposti a trarre tutte le conseguenze, anche quelle estreme...». Le «estreme conseguenze», voi le minacciate spesso... «Sulla legge elettorale siamo pronti a trarre le conseguenze estreme, estreme, estreme!». Fabio Martini Il presidente di Rifondazione comunista Armando Cossutta

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