Il ministro; nessuna inchiesta sul pool di Enrico Singer

Il ministro; nessuna inchiesta sul pool Botta e risposta in Parlamento dopo la «denuncia» presentata dagli azzurri alla procura di Brescia Il ministro; nessuna inchiesta sul pool Flick: già state fatte due ispezioni ROMA. «Non siamo più nel Medioevo quando per provare l'innocenza o la colpevolezza di qualcuno lo si condannava comunque al rogo. Poi, se moriva gridando, voleva dire che era colpevole davvero e se cantava e sopravviveva voleva dire che era innocente». Alfredo Biondi ricorda i tempi dell'Inquisizione per spiegare l'ultima mossa di Berlusconi: la denuncia del pool. «Quando un cittadino si sente leso, anche da un magistrato, ha 0 diritto di rivolgersi a un giudice terzo. Altro che provocazione. E' arrivato il momento di uscire dalle polemiche, dalle grida e dai sussurri per riportare il problema nella sua sede: l'alveo giudiziario». Nella grande sala al primo piano del palazzo di via del Plebiscito c'è lo stato maggiore di Forza Italia al completo accanto ad Alfredo Biondi e a Domenico Contestabile che sono i due avvocati incaricati della denuncia, ma che sono anche vicepresidenti della Camera e del Senato. Tutti a testimoniare che l'iniziativa «nasce anche in difesa del Parlamento di fronte ad un'azione deviata della giustizia». Ma, soprattutto, a spiegare che cosa è scritto in quelle 72 pagine depositate a Brescia. Domenico Contestabile avverte subito che alla «denuncia in fatto» presentata alla Procura bresciana - competente sui magistrati di Milano - seguirà tra pochi giorni una «memoria in diritto» molto più ampia e articolata. Ma non ci si devono aspettare rivelazioni di nuovi episodi. I reati che Francesco Saverio Borrelli, Piercamillo Davigo, Gherardo Colombo, Francesco Greco e Ilda Boccassini avrebbero commesso discendono dalla concatenazione di «elementi gravi, ripetuti e concordanti» che, singolarmente, potrebbero non avere rilevanza, ma che tutti insieme costituiscono un «attentato contro organi costituzionali e contro i diritti politici dei cittadini». In altre parale, la «persecuzione giudiziaria» contro Silvio Berlusconi e il suo gruppo imprenditoriale. Contestabile e Biondi elencano gli atti: 128 iscrizioni nel registro degli indagati, 240 perquisizioni, 55 procedimenti. Nelle 72 pagine c'è tutta la storia delle vicende giudiziarie di Berlusconi dall'ingresso in politica. Ed è sottolineato come «ad ogni momento cruciale per la vita di For¬ za Italia sia seguita una mossa del pool». Anzi, il dossier si apre con una dichiarazione di Francesco Saverio Borrelli precedente alla «discesa in campo;* di Berlusconi: «Chi ha degli scheletri nell'armadio, si faccia da parte prima che arriviamo noi». Una frase che Biondi (ex ministro della Giustizia nel governo Berlusconi) definisce come il «primo avvertimento» dell'offensiva che sarebbe poi scattata. E che trova il suo acme nella diffusione della notizia dell'avviso a comparire durante il vertice internazionale contro la criminalità a Napoli nel novembre del '94. Questa, dicono gli avvocati eccellenti di Berlusconi, è «la vera commistione di politica e giustizia». E l'obiettivo della denuncia «è separare livello giudiziario e polemiche politiche», afferma Biondi. «Non è vero che Berlusconi non ha fiducia nella giustizia: la prova è che si rivolge ai magistrati». Ma la denuncia ha anche un altro obiettivo. Più immedia- to. «Stanare» l'inerzia del rninistro della Giustizia e del Csm - «che è guidato dal presidente della Repubblica» - che non hanno aperto inchieste sul comportamento dei magistrati di Milano dopo quelle che Biondi dispose quand'era ministro. Dal rninistro della Giustizia, Giovanni Maria Flick, la risposta è arrivata subito, durante il «question time» alla Camera. Inchieste o ispezioni sul pool non sono in program¬ ma: «Da questi primi elementi non emergono palesi violazioni di norme processuali che impongano urgenti accertamenti a fini disciplinari». Flick promette «tutti i controlli necessari», ma avverte che l'esecutivo non vuole «interferire nell'attività della magistratura con atti che potrebbero avere il significato di pressione». Per di più, dice il ministro, su gran parte delle azioni del pool contestate, «sono state disposte ben due ispezioni, concluse con archiviazioni, nelle precedenti legislature e non sarebbe pertanto nemmeno immaginabile riproporle». A chi gli rimprovera un «atteggiamento appiattito» verso il pool di Milano, Flick risponde di non avere «timori reverenziali verso alcun ufficio giudiziario». E con Donato Bruno, di Forza Italia, scatta un secco botta e risposta sulla vicenda Mondadori che è quella tornata alla luce con l'ultima iscrizione di Berlusconi nel registro degli indagati. Bruno accusa Flick di non essere «obiettivo» con il pool di Milano «per il suo passato di difensore di De Benedetti». Il ministro replica: «De Benedetti non l'ho difeso in quel processo, ma soltanto in Cassazione. Considero le sue affermazioni come esercizio delle prerogative parlamentari. Altrimenti sarebbero gravissime e ci sarebbero altri mezzi di replica». Enrico Singer Il ministro della Giustizia Giovanni Maria Flick

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