Figli con meno di 3 anni? Tasse più leggere di Raffaello Masci

Figli con meno di 3 anni? Tasse più leggere Il governo approva il disegno di legge Turco: l'assistenzialismo lascia il posto ai servizi Figli con meno di 3 anni? Tasse più leggere Welfare, dopo 108 anni si cambia ROMA. La nuova assistenza sociale non sarà più «dare soldi a qualcuno» perché povero, disabile 0 in difficoltà temporanee, ma fornire - con l'aiuto economico - anche una rete di servizi che gli consentano di uscire il più possibile dal disagio. Inoltre, bisognerà fissare degli standard qualitativi uniformi su tutto il territorio nazionale, a differenza di come accade ora. Dunque: recupero attivo della persona in difficoltà e qualità del servizio. Sono queste le coordinate di un disegno di legge, presentato dal ministro per la Solidarietà sociale, Livia Turco, e approvato ieri dal governo. Per l'assistenza, lo Stato volta pagina, a 108 anni dalla legge Crispi del 1890. Eccone i dettagli. PIANO SOCIALE NAZIONALE. Un «piano sociale nazionale» indicherà «quanto, ogni tre anni, lo Stato e gli Enti locali dovranno fare per sostenere le famiglie, promuovere 1 diritti dell'infanzia, aiutare i disabili e le persone anziane, contrastare e prevenire la povertà». Il piano nazionale sarà elaborato sentendo enti locali e associazioni, sarà approvato dal governo e avrà le risorse necessarie stabilite dalla legge finanziaria. SOLDI. Il fondi per il piano sociale nazionale saranno definiti «nella tabella C della legge finanziaria», cioè tra le spese strutturali che non possono non esserci. Il finanziamento sarà proporzionale agli obiettivi e verrà ridistribuito alle Regioni. La spesa per la pubblica assistenza (circa 450 mila miliardi l'anno) è ora fagocitata dalla spesa previdenziale (71,7%), e da quella sanitaria (21,5%). Solo il 6,8% è per la spesa sociale (pensioni di invalidità, pensioni sociali, di guerra ecc.). L'assistenza sociale in senso stretto assorbe circa 5450 miliardi. Questa spesa dovrà essere gradualmente ristrutturata, nel succedersi dei vari «piani sociali nazionali» verso un maggiore equilibrio tra spesa di assistenza monetaria e spesa in servizi. ANZIANI Si punta più sull'assistenza domiciliare - vicina alle esigenze della persona anziana e meno costosa - che su quella residenziale (case di riposo). Gli istituti di ricovero che comunque resteranno, dovranno garantire una qualità ineccepibile di servizio, altrimenti verranno chiusi. Un Fondo apposito sarà riservato agli anziani non autosufficienti. Ogni Comune dovrà attivare dei programmi di valorizzazione della persona anziana in programmi di formazione e di coinvolgimento nella vita sociale. FAMIGLIA E FIGLI. La politica assistenziale per la famiglia si fonda sui seguenti strumenti: consultori, centri di assistenza per la famiglia, asili nido, sostegni monetari, riorganizzazione dei tempi di lavoro per consentire maggiore rapporto genitori-figli. Il governo si impegna a emanare entro sei mesi dall'entrata in vigore della legge un decreto per individuare oneri deducibili per le spese derivanti dalla cura dei figli tra zero e tre anni. , USABILI. L'unico aiuto ora è di tipo monetario (16 tipi di pensione diversa) e poco di servizi. Il ddl vuole cambiare invece la qualità della vita e punta all'integrazione sociale. Ogni disabile avrà un «progetto individuale» per le cure fisiche, psicologiche e per interventi di inserimento scolastico e lavorativo. Le pensioni, invece di 16, saranno raggruppate in 4 tipi. Il riordino sarà realizzato attraverso una delega al governo. Saranno potenziati i servizi riabilitativi. DIRITTI ACQUISI?!. Sia chiaro: tutte le pensioni attuali restano, così come le indennità di accompagnamento e tutti gli altri sussidi. La ristrutturazione della spesa riguarda il futuro. «Questa è una riforma non per il domani - ha detto la Turco - ma per il dopodomani». Si tratta cioè di migliorare e riqualificare la spesa assistenziale, senza penalizzare nessuno. CHI SE NE OCCUPERÀ'. L'assistenza sociale resterà sempre di competenza degli enti locali, ma avrà «una forte azione di coordinamento, indirizzo e controllo da parte dello Stato». Ogni Comune, obbligatoriamente, deve garantire un nucleo di servizi di base: informazione ai singoli e alle famiglie, pronto intervento sociale, servizio di assistenza domiciliare, strutture a carattere diurno, centri residenziali di assistenza. CARTA DEI SERVIZI. Con la nuova legge saranno individuati dei servizi sociali essenziali (fissati dal Consi¬ glio dei ministri) attraverso una «Carta dei servizi sociali» che dovrà essere adottata dai Comuni e dagli altri enti locali. BUONI SERVIZIO. Il cittadino ha diritto a questi servizi sempre e in ogni caso. Se l'amministxazione comunale non riesce a fornirli, deve dare un «buono servizio» spendibile presso strutture privare «accreditate e riconosciute dall'ente locale». ASSISTENTI SOCIALI. Nuovi posti di lavoro si aprono per i giovani nell'assistenza sociale o sanitaria domiciliare. La formazione di questi quadri verrà definita nel piano sociale nazionale. Raffaello Masci Qui sopra il ministro per la Solidarietà sociale Livia Turco

Persone citate: Consi, Crispi, Livia Turco

Luoghi citati: Roma