Arafafc cecchini contro la mia gente di Aldo Baquis

Arafafc cecchini contro la mia gente Per gli Usa falliti i colloqui Albright-Netanyahu. I coloni: intesa sul ritiro Arafafc cecchini contro la mia gente Altri scontri dopo la strage TEL AVIV NOSTRO SERVIZIO In un clima di estrema tensione per la morte di nove dimostranti negli incidenti di giovedì nei Territori, migliaia di arabi israeliani che sventolavano bandiere palestinesi hanno solennemente celebrato ieri a Nazareth la giornata della «Nakba», cioè della «catastrofe» della nascita dello Stato di Israele, cinquant'anni fa. «Siamo divenuti allora profughi nella nostra stessa terra», ha detto l'anziano scrittore Muhammed Ah Taha guardando con nostalgia le terre del suo villaggio natio di Saffurie, ormai parte del fiorente insediamento ebraico di Zipori. Perdute le terre, da decenni gli abitanti di Saffurie vivono in condizioni disagiate tre chilometri più in là, a Nazareth. All'indomani di quello che il presidente Yasser Arafat ha definito «il barbaro eccidio» compiuto da «cecchini)) israeliani ai danni della sua popolazione, nei Territori è tornata ieri una calma precaria. Disordini di una certa gravità sono avvenuti a Hebron (dove i dimostranti hanno lanciato decine di bottiglie incendiarie contro i militari e i coloni israeliani) e a Gerusalemme Est, dove la spianata antistante il Muro del Pianto è stata evacuata a scopo precauzionale mentre dimostranti arabi lanciavano sassi contro la polizia. Nuovi incidenti si sono verificati in serata nel campo profughi di Kalandya, a Nord di Gerusalemme, nel corso dei funerali della nona vittima degli scontri avvenuti nella giornata della Nakba. In una breve dichiarazione Arafat ha avvertito gli israeliani che i recenti incidenti provano in mainerà lampante quanto sia esplosiva la situazione nei Territori e quanto sia necessaria un'intesa sul ritiro parziale israeliano in Cisgiordania. Da Washington, dove il premier Benyamin Netanyahu ha avuto due lunghi colloqui col segretario di Stato Madeleine Albright, giungono segnali contraddittori. Secondo il portavoce del Dipartimento di Stato un'intesa è ancora lontana, mentre alla radio dei coloni ebrei «Canale 7» risulta invece che Netanyahu ha in pratica accolto la richiesta statunitense per un ritiro dal 13 per cento della Cisgiordania: prima cederà l'I 1 per cento, poi un ulteriore 2 per cento. A convalidare indirettamente le informazioni dell'emittente del¬ l'estrema destra israeliana giungono il malumore del «falco» Ariel Sharon nei confronti di Netanyahu e un incontro segreto fra il premier e il leader dell'opposizione laborista Ehud Barak in cui si sarebbe discussa l'opportunità di anticipare le elezioni al prossimo autunno. Intanto a Gerusalemme si profila un nuovo motivo di frizione. Secondo la televisione israeliana, i coloni ebrei nel rione islamico della città vecchia progettano di trasformare il tunnel archeologico del biblico re Hizkyahu in una ultramoderna «Disneylahd biblica» sotterranea. Aldo Baquis La figlia di una vittima degli scontri di Gaza consolata dai familiari