Daimler sbarco anche in Giappone di Luigi Grassia

Daimler sbarco anche in Giappone Le vendite d'auto in aprile: Europa -1,7%, Italia +0,8 (l'Alfa +55% sul '97) Daimler sbarco anche in Giappone Sua al 60% Nissan Diesel MILANO. Sull'impero DaimlerBenz non tramonterà mai il sole. Dopo essersi annessa l'americana Chrysler il colosso tedesco copre i pochi meridiani che gli mancavano sbarcando in Giappone. Da ieri è suo il 60 per cento di Nissan Diesel, una branca del gruppo Nissan che produce veicoli commerciali esportati soprattuto in altri Paesi asiatici. Sempre meno, in futuro, la casa di Stoccarda multinazionalizzata avrà da preoccuparsi di cab di vendita sul mercato interno come quello, pur nettissimo, verificatosi in Germania in aprile (-14%) o anche nel complesso dell'Europa (-1,7%), dove però le immatricolazioni mensili registrano un nuovo segno positivo per l'Italia (+0,8%, dati diffusi ieri). Il colpo della Daimler in Giappone è una «prima» storica perché non era mai successo che una società straniera acquisisse una quota di maggioranza nel mercato automobilistico locale. General Motors ha nel portafogb il 37,4% di Mazda, Ford il 33,3 di Isuzu. La stessa Chrysler arrivò a controllare il 24 per cento della Mitsubishi, ma dall'85 in poi ridusse fino ad annullare le sue quote (il terzo gigante di Detroit, ora in orbita tedesca, continuerà fino al prossimo anno a importare motori e a distribuire in America le vetture prodotte dall'ex socio nipponico in uno stabilimento dell'Illinois). In base all'accordo annunciato ieri, la casa di Stoccarda acquisterà il 39,8% delle azioni Nissan Diesel detenute dalla Nissan Motors, più quote azionarie di nuova emissione fino a raggiungere il 60 per cento della partecipazione. Il gruppo Nissan conserverà un 20%. Alla Nissan Diesel, comunque, non si vedranno facce nuove: il sistema economico giapponese è considerato troppo particolare per esportarvi top manager, tedeschi o d'altra origine, che potrebbero incontrare difficoltà a muoversi e a capire la mentalità degU interlocutori, per cui alla presidenza andrà l'attuale amministratore delegato Hirofumi Nakazawa. Nel frattempo, l'inchiostro è ancora fresco sul contratto di acquisizione dell'americana Chrysler e a Stoccarda si conti¬ nuano a compiere ì passi per preparare la completa fusione (che verrà ufficializzata dalle assemblee previste per quest'autunno): ieri il consiglio di sorveglianza del colosso tedesco ha detto sì, all'unanimità, al matrimonio. Quando le nozze saranno compiute, DaimlerChrysler sarà il terzo produttore automobilistico del mondo con un fatturato annuo di 230.000 miliardi di lire. Sempre sul versante giapponese, commentando l'accordo tedescoamericano la Toyota ha fatto sapere ieri per bocca del suo presidente Horoshi Okuda che non sta cercando nuovi partner né acquisizioni «perché siamo già abbastanza grandi da soli», con gli impianti negli Usa e la seconda fabbrica europea che viene realizzata in Francia. Nella stessa Europa, in aprile, si è registrato un calo delle immatricolazioni dell'1,7% rispetto a marzo, benché l'Associazione continentale dei produttori di auto (Acea) segnali da Bruxelles che il computo relativo ai primi quattro mesi dell'anno segna un +8,5% rispetto allo stesso periodo del '97. In Italia quest'ultimo dato cresce all'I 1,9%. A livello europeo i gruppi in più forte crescita sono Alfa Romeo ( + 55,4%, grazie al successo della 156), Skoda ( + 53,8%) e Jaguar ( + 26,2%). Luigi Grassia GENERAL MOTORS 8.400.000 PSA 1.990.000 FORD 0.750.000 MITSUBISHI 1.943.000 TOYOTA 4.756.000 RENAULT 1.805.000 VOLKSWAGEN 3.977.000 SUZUKI 1.789.000 CHRYSLER 2.860.000 HYUNDAI 1.281.000 NISSAN 2.742.000 BMW 1.143.000 FIAT 2.586.000 MERCEDES-BENZ 986.000 HONDA 2.084.000 FONTE: AUTOMOTIVE NEWS

Persone citate: Hirofumi Nakazawa, Okuda