Nuovi poveri di R. Mas.
Nuovi poveri Nuovi poveri Quando il padre è senza lavoro ROMA. La povertà è la disoccupazione. Punto e basta. Così si può sintetizzare il giudizio dell'Istat su questo problema. Se l'indigenza, infatti, in questa Italia in ripresa, si sta ridimensionando (dall'I 1,6% della popolazione nel '90 al 10,3% di oggi), resiste invece uno zoccolo duro che coincide, tragicamente, con la condizione di non-lavoro. E cambia anche l'identikit del povero: non è più - secondo l'Istat - soltanto l'anziano solo delle grandi periferie urbane (sempre più sostenuto da una rete di servizi sociali e di volontariato), ma è il giovane padre di famiglia, meridionale e disoccupato da almeno tre anni. Per lui - sentenzia inclemente l'Istat - la probabilità di restare in una situazione di sostanziale marginalità anche nei prossimi tre anni è pari all'83%. In mancanza - ovviamente - di una politica capace di cambiare la situazione. Le famiglie italiane che vivono al di sotto della soglia di povertà (fissata in 1.192.000 lire al mese per un nucleo familiare di 2 persone), sono il 4,7% del totale (per un totale di circa tre milioni di persone). Il limite più basso è toccato da 778 mila famiglie in cui nessuno ha un lavoro e come unica fonte di sostentamento «ufficiale» esiste solo un «trasferimento» pubblico, cioè una pensione. All'interno di questo universo - rileva l'Istat - c'è poi una sacca di circa 200 mila famiglie che non dispone di nessun reddito. Si tratta sempre di famiglie con annosi problemi di disoccupazione e concentrate per il 70% al Sud. Speculare a questa situazione di disagio economico è l'inci- denza della criminalità: al Sud si sono registrati 66 mila delitti riferibili alla criminalità organizzata, 1,4 ogni mille abitanti su base annua. In testa alla classifica regionale, la Campania e la Sicilia. L'insicurezza personale è avvertita drammaticamente da una larga fascia della popolazione residente nelle città: il 40% delle donne si sente minacciato se esce solo di sera, un valore che sale al 49% se si tratta di ragazzine tra i 14 ei 17 anni. Il 29% degli intervistati ha dichiarato di sentirsi «poco o per niente sicuro» nel camminare per strada quando è buio nella zona in cui vive. Le variabili più fortemente legate con la paura del crimine sono il sesso e 1' età. L'incidenza dell'insicurezza personale è più alta nei Comuni con oltre 50 mila abitanti. Le regioni a più alto rischio sono la Campania, il Lazio (in pratica solo Roma), la Puglia e la Sardegna. Il maggior incremento di denunce per violenze sessuali (+9,2%) si è avuto a Catania, seguita da Bologna e Napoli. [r. mas.]
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