Clinton non ferma la Bomba pakistana

Clinton non ferma la Bomba pakistana La crisi innescata dall'India oggi al G-8 di Birmingham. Sonia Gandhi approva le esplosioni Clinton non ferma la Bomba pakistana «Domenica il test di rappresaglia» EiSENACH DAL NOSTRO INVIATO Alla vigilia del G-8, Bill Clinton si prepara ad incassare un altro schiaffo, questa volta ad opera del Pakistan. Nonostante le sue forti pressioni su Islamabad, il Presidente americano teme che una serie di test nucleari venga comunque scatenata nei prossimi giorni in risposta a quelli indiani. «Stiamo seguendo la situazione molto attentamente. Speriamo che non lo facciano, ma i segnali sono preoccupanti», ha confessato un alto funzionario della Casa Bianca al seguito del Presidente. E il New York Times, citando fonti della Cia, ha scritto che le esplosioni potrebbero avvenire già domenica. Immediata risposta dei pakistani. «Ma dov'erano questi analisti della Cia l'I 1 maggio quando l'India ha fatto esplodere le sue bombe?», ha protestato il portavoce del governo di Islamabad Tarik Altaf riferendosi al fiasco dei servizi di intelligence americani. «La nostra risposta sarà perfettamente proporzionata alla minaccia che incombe su di noi». Le notizie dal Pakistan, insomma, sono scoraggianti per Clinton. Così come lo sono le numerose dichiarazioni a favore dell'India da parte di personalità carismatiche e popolari come il Dalai Lama. Ieri è arrivata anche quella di Sonia Gandhi: «Il Paese è fiero dei suoi scienziati. Ci tengo a sottolineare l'orgoglio per i nostri ingegneri che hanno portato la ricerca nucleare dell'India ai primi posti». Questa visita del Presidente in Germania doveva servire per celebrare la nuova Europa e rendere omaggio al Cancelliere tedesco. I festeggiamenti sono continuati anche ieri. In mattinata Clinton e Kohl hanno evocato all'aeroporto di Tempelhof i 50 anni del ponte aereo degli alleati su Berlino. Si sono spostati in Turingia a bordo dell'Air Force One per una visita alla fabbrica modello della General Mo- tors. E hanno concluso la giornata brindando all'amicizia tedescoamericana in questa cittadina nel cuore della Germania luterana. Ma la crisi nucleare nel subcontinente indiano ha finito per gettare un'ombra su tutta la festa. L'umore del presidente Clinton, che ha preso la sfida indiana come un affronto personale, rimane pessimo. E il mal di schiena che lo ha improvvisamente colpito ieri mattina e che lo ha costretto a apparire alle folle strascicando il passo e stringendo la mascella non lo ha certo risollevato. Clinton aveva intenzione di fare la sua prima visita in India e Pakistan quest'anno. Quella in India, dicono fonti della Casa Bianca, è già saltata. Quella in Pakistan forse: dipenderà da come Islamabad si comporterà nei prossimi giorni. Ha detto Jim Steinberg, consigliere di per la Sicurezza nazionale : «Abbiamo esortato con la massima forza il Pakistan a non seguire l'India. Abbiamo spiegato che un'azione del genere danneggerebbe 0 Paese. Ma siamo ovviamente preoccupati, perché 0 governo sta subendo una fortissima pressione interna». Clinton ha spedito a Islamabad il numero due del Dipartimento di Stato Strobe Talbot e il generale Anthony Zinni, capo delle forze americane in Medio Oriente e Asia centrale, per vedere in che modo gli Stati Uniti potrebbero compensare il Pakistan nel caso decidesse di rinunciare ai test. I due inviati dovranno fare rapporto a Clinton domenica a Birmingham, alla fine del G-8. Anche il vertice dei Grandi, ormai è chiaro, sarà dominato dalla crisi nucleare. Francia, Gran Bretagna e Russia hanno criticato l'India ma si oppongono a sanzioni, e gli Stati Uniti rischiano di non ottenere la dura condanna che vorrebbero. Una cosa è certa: il governo pakistano seguirà con attenzione i colloqui di Binningham, e una reazione blanda e poco compatta del G-8 potrebbe diventare un elemento decisivo nello spingere il Pakistan a seguire la strada imboccata dall'India. L'Anuninistrazione insiste che quella strada non è nel suo interesse, e che astenendosi il Pakistan potrebbe d'un colpo assumere la guida morale («the high inorai ground») nella regione. Ma è poco probabile che Islamabad si accontenti di benefici morali: le promesse, dicono gli osservatori, dovranno essere cospicue e concrete. Ma la Casa Bianca sa bene che alla fine la decisione non dipenderà dal legame con gli Stati Uniti ma da dinamiche regionali di geopolitica. La Cina, con la quale l'Amministrazione, tramite Madeleine Albright, è stata in stretto contatto in questi ultimi giorni, è l'unica altra potenza nucleare ad aver attaccato con durezza l'India (una reazione scontata, visto che la Cina e l'India si considerano rivali nella regione). E mentre il Pakistan tiene il mondo con il fiato sospeso, la crisi nucleare già si estende nel continente asiatico. Dalla Corea del Nord arriva infatti la notizia che il regime di Pyonyang ha deciso di sospendere l'applicazione degli accordi del 1994 per il congelamento del programma nucleare e di riaprire il reattore di Yong Bon. Andrea di Robiiant Una manifestazione favorevole al programma nucleare indiano davanti alla residenza del premier a New Delhi. Nella foto piccola lo scrittore Amitav Ghosh IL POTENZIALE NUCLEARE INDIANO MISSILI TERRA-TERRA MISSILI ARIA-TERRA NOMI DEI MISSILI PRITHVI AGNI CACCIA BOMBARDItRE JAGUAR GITTATA 150 KM-250 KM 2500 KM MARGINE Dl ERRORE 250 M • - RAGGI0 D'AZIONE 650 KM NUMERO 25 ESERCITO-75 AERONAUTICA • VE10CITA' 1800 KM/H IUNGHEZZA 9,0 M , " 18,4 M NUMERO 95 DISIOCAZIONE KASHMIR, PUNJAB N0NANC0RAPIAZ2ATI DISL0CA2I0NE OVUNQUE IN INDIA I 9 # , I ^ GITTATA * (Sì) PRITHVI IN DOTAZIONE - ALL'ESERCITO (fi) PRITHVI IN DOTAZIONE ^mtmm ALL'AERONAUTICA (C) AGNI BUI