Bloccata la missione Usa

Bloccata la missione Usa Bloccata la missione Usa Era segreta, i giornali Vannunciano NEW YORK NOSTRO SERVIZIO Era stata organizzata con discrezione, la missione militare americana in Indonesia. La partenza per Giakarta della delegazione guidata daU'ammiraglio Joseph Prueher, comandante delle forze americane nel Pacifico, non era stata annunciata pubblicamente, e anzi era stata decisa dopo che il ministro della Difesa, William Cohen, aveva emesso una circolare per invitare tutti gli ufficiali del Pentagono ad astenersi, in questo periodo, dai loro viaggi «di routine» in Indonesia. In pratica, quel viaggio era un'«eccezione» che si spiegava con la sua importanza. Ma c'è stata una fuga di notizie, alcuni giornali hanno raccontato l'imminente partenza per Giakarta della delegazione, spiegando il compito che le era stato affidato, e il viaggio è stato annullato con la scusa (risibile, ma evidentemente nella fretta non è stato trovato di meglio) che le comunicazioni con la capitale indonesiana in questi giorni sono molto difficili. Ancora una volta, l'incapacità di mantenere il segreto ha giocato un brutto scherzo al governo americano. Il compito deU'ammiraglio Prueher, se fosse riuscito ad arrivare a Giakarta, era quello di par- lare con il generale Wiranto, il comandante delle forze armate indonesiane forti di 400.000 uomini, per dirgli senza mezzi termini che gli attacchi contro i dimostranti civili sono malvisti a Washington. Una missione diplomatica «anomala», insomma, affida¬ ta agli uomini in divisa americani e rivolta agli uomini in divisa indonesiani. Perché questa anomalia? Gli artefici della fuga di notizie l'avevano spiegata con il fatto che era stato ritenuto più efficace un colloquio «da soldato a soldato», vi¬ sto che il presidente Suharto nell'ultimo periodo aveva già ignorato gli inviti alla moderazione rivoltigli da vari leader del mondo e anche dallo stesso Clinton, che nel marzo scorso aveva mandato a Giakarta l'ex vicepresidente Walter Mondale. Ma forse di spiegazione ce n'è anche un'altra, e cioè che a Washington si sono convinti che il lungo potere di Suharto, conquistato sanguinosamente 32 anni fa, è ormai giunto al capolinea e che un passaggio il meno indolore possibile a una situazione di maggiore democrazia lo può garantire solo chi detiene il potere rnilitare: appunto il generale Wiranto. Oltre tutto, i rapporti diplomatici di questi giorni dicono che Wiranto ha fatto di tutto, recentemente, per distinguersi dal vecchio tiranno Suharto. Il mese scorso ha addirittura creato una commissione di militari, alcuni a riposo, altri ancora in servizio, con il compito di studiare i punti necessari per una riforma politica in Indonesia. Se non è una candidatura alla «successione», le somiglia moltissimo, ma Wiranto ha un rivale nel tenente generale Prabowo Subianto, che oltre a essere il genero di Suharto è anche il comandante delle forze di élite, 27.000 uomini preposti alla difesa della regione della capitale. Le potenzialità di uno scontro fra i due, se la situazione dovesse precipitare, sono consistenti, ed è probabilmente per questo che l'ammiraglio Prueher aveva in programma un colloquio «da soldato a soldato» anche con Prabowo Subianto. Ora la sua missione è saltata, ma l'importanza che Washington le attribuiva rimane. Forse la prossima volta cercheranno di essere più discreti. Franco Pantarelli OCEANO \% ìmìhm. LA QUARTA NAZIONE DELLA TERRA • ABITANTI: t'*S milioni • SUPERFICIE: 1 milione 948 mila kmq (quasi sofie volte l'Italia). • CAPITALE: Glakarfa {9 milioni di abitanti) • ORDINAMENTO DELLO STATO: repubblica presidenziale, indipendente dal 1.945 (ex colonia olandese, le ultime truppe lasciarono l'Indonesia nel 1949) • PRESIDENTE: generale Hadji Mohamed Suharto dal 12 marzo 1967 • REDDITO PROCAPITE ANNUALE: «00 dollari • ANALFABETI: 47,9% (dato del 1.995) • UlflME EIEZIONI: 29 maggio 1997, con l'esclusione dei comunisti (al bando ; - fin dal 1965); maggioranza assoluta al Sèkber Golkgr, partito appoggiato dalle forze armate; altri seggi,al partito unito per lo sviluppo (islamico) e al ; partito democratico (cristiano-nazionalista) » • LINGUA: babasa Indonesia (lingua di origine malese; molto diffuso ^giavanese, dialetto detl'isola'principale, Giava • RELIGIONE; i'87% della popolazione è musulmano; i Cristiani sono il 9,6% (tra cui molti a Timor Est, l'isola ex colonia portoghese vittima di una sanguinosa repressione), gli induisti Vi,9% (concentrati nelle isole di Bali e Lombok), J <, i buddhfsti l'l,%, più alcune tribù animiste sull'isola di Sulawesi (Celebes) J^j