La rivolta dei paria di Giuseppe Zaccaria

La rivolta dei paria REPORTAGE La rivolta dei paria S GIAKARTA TASERA l'autostrada non si paga. I casellanti sono scappati, qualcuno ha spaccato i vetri delle garitte, non esiste controllo eppure non c'è auto che osi andare avanti. Non è per rispetto alla proprietaria, Siti Hardjanti, figlia del presidente Suharto, ma per via delle bande. Ci sono posti di blocco lungo tutto il tracciato, la rivolta dei «pariah» è sfociata nel saccheggio, da lontano si vede il bagliore degli incendi, le ambasciate dicono agli occidentali di darsela a gambe. Questa silenziosa barriera di luci, metallo e semafori ormai segna il confine che separa l'una dall'altra due fortezze del- l'opulenza. Alle nostre spalle c'è l'aeroporto internazionale, una bolgia. Saranno duemila gli stranieri bloccati lì dentro: uomini d'affari, turisti di tutti i colori, misteriose falangi caucasiche con donne che sedute per terra intrecciano sotto i fazzolettoni discorsi di rassegnazione. Non c'è un solo mezzo di trasporto che accetti di portarti da o verso la città, in direzione dell'altro zoo per ricchi, quel meraviglioso centro tutto grattacieli e insegne che in buona parte appartiene a Bambang, altro figlio del dittatore. Giuseppe Zaccaria CONTINUA A PAG. 3 PRIMA COLONNA

Persone citate: Bambang, Siti Hardjanti, Suharto

Luoghi citati: Giakarta