Pantani: «lo contro Zùlle che lotta in montagna»

Pantani: «lo contro Zùlle che lotta in montagna» Giro: ecco le vette per il grimpeur e i suoi rivali Pantani: «lo contro Zùlle che lotta in montagna» Ci sono quattro arrivi in salita al Giro d'Italia: San Marino, undicesima tappa; Piancavallo, quattordicesima; Alpe di Pampeago, diciottesima e Pian di Montecampione, diciannovesima. Mettiamo da parte i 585 metri sanmarinesi e spostiamoci sulle restanti più sostanziose quote. Piancavallo, Pampeago e Montecampione compongono il tris aereo che si offre a Pantani il quale, se vuol vincere il Giro, da qualche parte i rivali deve mollarli e quelli sono i luoghi più adeguati alle sue caratteristiche di grimpeur. Nel caso volesse divertirsi a suonarle alla concorrenza anche tra Asiago e Selva Gardena, diciassettesima salatissima tappa, nessuno, è chiaro, gli toglierebbe il diritto di provarci. Ma Gotti, vincitore dell'anno scorso, il russo Tonkov vincitore nel '96 e lo svizzero sincopato Zùlle che gradirebbe molto vincere la presente edizione '98, dove li mettiamo? Ai tre massimi rivali di Pantani quali tappe di attacco o contrattacco assegniamo? Sempre nel vago della teoria e sempre tenendo conto del rinomato scatto pantaniano, assegniamogli la Asiago-Selva con l'accompagnamento della Maddaloni-Lago Laceno (sesta tappa). Il grafico che precede queste righe non è un pronostico, ò un chiarimento. 0 Pantani attacca dove il traguardo è teso in vetta o non è Pantani. «Pantani attaccherà dove lo riterrà opportuno, e non mi risulta che i momenti buoni per muoversi si conoscano già due giorni prima di mettersi in bicicletta. La corsa suggerisce, indirizza, indica. Aspettiamo la corsa. Che ha un favorito e non sono io. E' Zùlle». Il grimpeur fa il modesto. «Macché modesto. Zulle è il più completo, il più forte, il più esperto e ti batte a cronometro e non lo pianti in salita». Il grimpeur è troppo buono. «Macché troppo buono. Dico la verità. Cercherò di stargli vicino, ho una buona condizione, ho fiducia in queste gambe, ma Zùlle è uno che picchia duro e su tutti i terreni. Per battere Zùlle ci vuole il Pantani delle grandi giornate. Non escludo che Zùlle lo trovi». Trasferiamoci nei pressi di Tonkov e di Gotti. Al grimpeur Tonkov e Gotti interessano meno di Zùlle, però non lo lasciano del tutto indifferente. «Tonkov ha classe e chi ha classe è una brutta bestia, specialmente quando fa finta di dormire. Lui finge spesso di dormire. Gotti non m'ha impressionato al Giro del Trentino, ma lì c'era poco da impressionare. Al Romandia sarà andato sicuramente meglio. Io il Romandia l'ho saltato, la tosse, i bronchi, il raffreddore. Mi sono allenato sulle salite di casa mia». Il trentenne Alex Zùlle non teme le montagne, ma la sua specialità è la cronometro. I gentili organizzatori del Giro, desiderosi di averlo al via, di cronometro gliene hanno confezionate due. Zùlle ha ritenuto che i 38 chilometri di Trieste (quindicesima tappa) e i 34 di Lugano (penultima tappa) pur costituendo una miseria (Indurain ai suoi tempi si sarebbe offeso) fossero sufficienti per sistemare la questiono. Più popolare di Zùlle e di Gotti (ci vuol poco), Pantani è anche molto più celebre e celebrato dell'elegante Bartoli, un gioiello da gare in linea con improvvise simpatie per la maglia rosa. Pantani spiega la propria superiore celebrità con i successi montani ottenuti per distacco e siccome i successi montani (massime al Tour) esaltano e commuovono le folle, e siccome Bartoli i successi montani se li sogna, ecco la differenza tra lui e il gioiello di Pisa. [g. ran.J 14" 17"TAPPA 18"TAPPA 19" TAPPA